di Anita Di Giuseppe
Regionalizzare le graduatorie? Un semplice favore reso alla Lega. Soprattutto all’indomani dei rapporti più che mai incrinati tra il Presidente della Camera Gianfranco Fini e il Premier Silvio Berlusconi, i leghisti non perdono tempo e continuano a battere cassa.
Il Ministro alla Pubblica Istruzione, durante la prima uscita pubblica, a pochi giorni dal parto, annuncia che dal 2011, verranno istituite graduatorie regionali.
Una dichiarazione questa che dimostra quanto la Gelmini abbia poca autonomia di pensiero e lungimiranza.
La Ministra ci ha abituati ormai da tempo, solo a drastiche riduzioni di organici per accondiscendere ad una logica perversa di tagli indiscriminati imposti da Giulio Tremonti.
Adesso al danno si aggiunge la beffa, si trova un modo infatti, per blindare gli insegnanti nella propria terra evitando le migrazioni da Sud verso Nord.
Un’idea raccapricciante, incostituzionale, che creerebbe sistemi scolastici diversi da una regione ad un’altra. E ancor più raccapricciante la motivazione addotta: regionalizzare le graduatorie per garantire la continuità didattica.
Perché invece non pensare da subito ad assicurare la stabilità degli organici? Un mezzo questo, senza dubbio più attuale dell’antidiluviano isolamento tra luogo di residenza e di lavoro.
La scuola pubblica e statale, laica e solidale sta morendo per mano di interventi privati, ghettizzazioni dell’offerta formativa e risparmi a favore dello Stato.
Eppure basterebbe che la Gelmini facesse riemergere la propria cultura costituzionale, ormai credo sopita da tempo, a ricordarle che al Governo, della scuola non interessa nulla perché non produce ricchezza effimera e che tra i Paesi più sviluppati, siamo fanalino di coda nella spesa per l’istruzione pubblica. Il sistema scolastico reclama robusti investimenti e non tagli e federalismi isolazionisti!