La truffa dei derivati della Goldman Sachs. Minacce di una nuova crisi sistemica

Di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

Quando la Security Exchange Commission, l’ente governativo di controllo dei mercati finanziari, ha contestato il reato di frode alla banca americana Goldman Sachs, non è stata una sorpresa. Al contrario. Si sapeva che presto o tardi qualche cosa di grosso sarebbe venuto a galla. I grandi finanzieri, più agguerriti che mai, da tempo erano tornati ai tavoli verdi dei giochi speculativi con i fondi dei salvataggi fatti dai governi e con i soldi presi a prestito a tasso zero.

La SEC ha denunciato la banca di New York di aver ingaggiato nel 2007 l’hedge fund di John Paulson, perché questo, insieme ad un altro ignaro selezionatore ACA, includesse nel paniere di un nuovo CDO (Collateralized Debt Obligation, una obbligazione speculativa), alcuni tra i titoli più a rischio del settore dei mutui subprime. Quel prodotto, chiamato Abacus 2007-AC1, fu in seguito dalla Goldman Sachs piazzato ai suoi clienti istituzionali, fondi pensioni, banche europee ed altri.

Nel contempo però lo stesso hedge fund J. Paulson & Co. apriva posizioni speculative al ribasso su sul CDO Abacus, scommettendo sul crollo del settore dei mutui casa. Mentre le famiglie perdevano la casa e le banche coinvolte nelle speculazioni dei crediti subprime andavano a gambe all’aria, Paulson incassava miliardi di dollari di profitti. La Goldman Sachs era consapevole delle truffa, anche perché, secondo la SEC, avrebbe ripetuto questo giochetto almeno altre 25 volte.

Che la Goldman Sachs fosse una “strana bestia”, lo avevamo già indicato da tempo. Infatti, essa compare per la prima volta a fine 2008 nel listino dell’istituto governativo “Office of the Comptroller of the Currency”, che include le grandi banche americane operanti sui mercati non regolamentati dei derivati. A quella data essa vantava derivati OTC per 30.200 miliardi di dollari, e a fine marzo 2009, cioè soltanto in tre mesi, ne aveva già 10.000 miliardi in più!

Oggi Goldman Sachs Group ha OTC per 49.000 miliardi di dollari a fronte di un valore reale dei suoi assets di 849 miliardi di dollari, cioè un cinquantottesimo Si ricordi che, nel mezzo della crisi finanziaria più grave e devastante della storia e mentre si gettava a capofitto nella speculazione in derivati, essa otteneva oltre 10 miliardi di dollari di aiuti TARP da parte del Tesoro. Intanto continuava a elargire bonus ai suoi manager per 4,8 miliardi.

Il crollo delle azioni della Gs sul mercato di Wall Street rischia di destabilizzare tutte le borse. La lobby delle banche è all’opera con il solito ricatto del too big to fail. Occorre, invece, fare subito luce su queste vicende, compreso il suo ruolo nel fallimento del colosso assicurativo AIG, che fu salvato con 180 miliardi di soldi pubblici, se davvero si vuole uscire dalle paludi delle crisi finanziaria ed economica globale.

La truffa della Gs è solo la punta dell’iceberg. I CDO sintetici e ad alto rischio sono stati manovrati anche dalla JP Morgan, dalla Citi Group e dalla Merrill Lynch negli Usa. Anche da altre banche in Europa, a cominciare dalla Deutsche Bank e dalla UBS svizzera.

I governi di Londra e di Berlino sono scesi in campo chiedendo, giustamente, informazioni alla SEC per valutare eventuali operazioni truffaldine della Gs anche nei loro paesi e nell’intera area dell’euro. Del resto il suo coinvolgimento nelle operazioni della Grecia di falsificazione dei bilanci, ne è la prova.

Naturalmente la Goldman Sachs non è l’unico lupo famelico!

Almeno due grandi banche europee, la ABN Ambro olandese, adesso parte della Royal Bank of Scotland, e la tedesca IKB, entrambe “golose” di CDO ad alto rischio, avevano enormi quantità di Abacus, perdendo oltre 1 miliardo di dollari per tali obbligazioni. Per la loro situazione di crisi complessiva, il governo tedesco e quello inglese hanno poi dovuto versare 83 miliardi di dollari di aiuti per salvarle dalla bancarotta.

Il presidente Obama nel suo ultimo discorso settimanale, riferendosi alla truffa della Gs, ha spinto a varare immediatamente la riforma finanziaria “per evitare gli eccessi compiuti con i derivati. Altrimenti si rischia di essere travolti da una nuova crisi”.

Non c’è più tempo da perdere. Servono le nuove regole e bisogna realizzare la Nuova Bretton Woods di cui tanto si è parlato.

*Sottosegreatario all’Economia nel governo Prodi ** Economista

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