Maxi sequestro di beni mafiosi a Palermo

Il vicepresidente dell'Italia dei Diritti: “Se avessimo più forze dell'ordine e una giustizia più efficiente la lotta alla criminalità ne guadagnerebbe”

Roma, 20 aprile 2010 – “Questo ennesimo colpo assestato alla mafia dimostra che se avessimo più forze dell'ordine e una giustizia più efficiente la lotta alla criminalità ne guadagnerebbe”. Così Roberto Soldà, vicepresidente dell'Italia dei Diritti, commenta il sequestro eseguito dai Carabinieri del comando provinciale di Palermo su beni per circa sei milioni di euro riconducibili all'imprenditore Francesco Ferranti, ritenuto componente della famiglia mafiosa di Carini. Un'impresa agricola, due società edili, ville e terreni sono sono alcune delle voci che compongono il patrimonio confiscato all'imprenditore palermitano, arrestato a dicembre del 2007 nell'ambito di un'inchiesta antimafia grazie a cui finirono in manette anche il boss Gaspare di Maggio e Paolino Dalfone, affiliato alla famiglia di Carini. “Nonostante il sottodimensionamento vissuto dalle forze dell'ordine – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – l'abnegazione e la professionalità di pochi portano a risultati importanti in una regione fatta di lavoratori, di gente che fatica per dare un'immagine migliore della propria terra, troppo spesso considerata zona franca per malavitosi e delinquenti”.

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