Il gelo nei colloqui tra Berlusconi e Napolitano

Finocchiaro: “Difficile pensare ad un dialogo””L'ultima sfida del Cavaliere al Quirinale” è il titolo dell'editoriale domenicale di Eugenio Scalfari sulla Repubblica. Un editoriale che non contiene solo le valutazioni politiche del fondatore del quotidiano, ma anche una dettagliata ricostruzione di burrascosi colloqui e telefonate tra Silvio Berlusconi, Giorgio Napolitano e Gianni Letta. L'ultimo dei quali, tra il capo dello Stato e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, si sarebbe svolto ieri, dopo il discorso del premier al convegno della Confindustria a Parma. Scalfari riferisce anzitutto dell'incontro del primo aprile al Quirinale tra il presidente della Repubblica e il premier, presente Letta.In quell'occasione, Berlusconi si sarebbe lamentato con Napolitano dello staff giuridico del Colle. Napolitano, scrive Scalfari, avrebbe risposto che si tratta di “validissimi servitori dello Stato”. Concluso l'incontro, in serata il premier avrebbe telefonato al presidente della Repubblica per scusarsi delle parole “sopra le righe” dovute allo “stress” dopo la campagna elettorale, promettendo: “Non si ripeterà più. Ha la mia parola”. Il successivo retroscena rivelato da Scalfari si svolge prima dell'inizio della la visita di Berlusconi a Parigi, il 9 aprile. Berlusconi, riferisce Scalfari, avrebbe telefonato a Napolitano per ringraziarlo di aver firmato la legge sul legittimo impedimento e gli avrebbe annunciato il via delle riforme, con il sì al semipresidenzialismo, “ripescato soltanto per fare un favore a Fini”.L'ultimo atto della vicenda si svolge ieri – Scalfari riferisce il contenuto del discorso di Berlusconi al convegno della Confindustria a Parma. Cita il lungo passaggio in cui il premier si lamenta della scarsità dei poteri del governo e della difficoltà con cui questi riesce a far approvare le sue proposte. Dice Berlusconi che il testo di ogni provvedimento governativo “viene preliminarmente sottoposto al presidente della Repubblica e al suo staff che ne controlla addirittura gli aggettivi”. Secondo le indiscrezioni pubblicate dal fondatore di Repubblica, le parole di Berlusconi arrivano alle orecchie di Napolitano, che sarebbe rimasto “stupito e indignato”. Fattosi chiamare Gianni Letta al telefono, il capo dello Stato si sarebbe sentito rispondere dal sottosegretario: “Non sapevo nulla. Ho udito anch'io. Le faccio le mie personali scuse”. Prosegue Scalfari: “Pare che la risposta del presidente sia stata: 'Le scuse personali non risolvono la questione Se non si trattasse del presidente del Consiglio ma di una qualunque altra persona dovrei dire che siamo in presenza di un bugiardo che dice una cosa al mattino e fa l'opposto la sera oppure d'una persona dissociata e afflitta da disturbi schizoidi”. Spiega infine Scalfari di aver riportato in contenuti del colloquio con forma dubitativa (“pare”), perché “trattandosi di un colloquio telefonico tra due soggetti eminenti, le parole non possono che venire da amici intimi dell'uno o dell'altro. Perciò bisogna scrivere 'pare' anche se si ha la certezza che il colloqui sia stato nella sostanza di quel tenore”.Finocchiaro: “Difficile pensare ad un confronto sulle riforme” – “Anche ieri il presidente del Consiglio ha continuato a parlare di riforme. Nei giorni scorsi ha annunciato addirittura una grande riforma della Costituzione. Ieri in Confindustria, cambiando il palcoscenico, ha messo in primo piano la riforma fiscale, annunciando che quella della Costituzione non sarà la prima in ordine di tempo”. Lo dichiara la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro, che così continua: “Come al solito siamo agli annunci e alla confusione, sempre sulla base del tornaconto propagandistico di Silvio Berlusconi. Però, quello che, nelle parole del premier, non cambia mai sono gli attacchi che egli sferra agli organi costituzionali e di garanzia. Ieri il premier ha apertamente attaccato la Consulta e la presidenza della Repubblica, denunciando ancora una volta la filosofia che muove la sua volontà riformatrice. Questo Paese ha certo bisogno di riforme ma non di un potere senza controlli ed equilibri. E' davvero difficile – conclude la presidente del Pd a Palazzo Madama – pensare a un confronto con chi ha questa concezione della democrazia e delle istituzioni”http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/10/04/11/berlusconi-scalfaro-napolitano.html

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