Un italiano su tre non ha votato per le Regionali: l'affluenza è stata del 65%, con un calo di oltre sette punti rispetto al 2005. Prima che sui risultati oggi si discute sui motivi: disaffezione verso la politica, offerta deludente o pessima campagna ele
L'affluenza alle urne è attestata del 65%, con un calo di oltre 7 punti percentuali rispetto al 2005. Il dato peggiore è stato registrato nel Lazio, col 10% in meno. I sondaggisti avevano previsto un dato negativo ma non fino a questo punto. «Abbiamo toppato tutti» ha detto Roberto Weber, presidente dell'Swg.
Altro che bella giornata di sole e temperature miti, altro che ora legale si commenta oggi da più parti. Mettendo da parte le cause di forza maggiore – malattie, incidenti e ogni possibile impedimento anche in relazione all'alzarsi dell'età anagrafica – peraltro già considerate dai vari istituti demoscopici rimangono solo motivazioni politiche e con quelle bisogna fare i conti.
Da un lato la possibilità che i cittadini non considerino questo voto come saliente – nel caso delle Regionali più che per Comunali o Politiche – dall'altro la possibilità che si tratti di un non-voto di protesta. Infine una terza possibilità, la più grave ma anche la più probabile: quelle di una forte disaffezione verso la politica e le istituzioni anche per colpa di una campagna elettorale che più brutta e pasticciata di così non avrebbe potuto essere, tra scoop fotografici, caos liste, polemiche sui talk show in Rai. Un discorso a parte meriterebbero la mancanza di incisività dei temi trattati, fanno notare alcuni, o al contrario la tattica adottata da Berlusconi, tra attacchi e dichiarazioni, di trasformare l'intera campagna in una sorta di referendum sul governo.