“chi distrimina contro il voto all’estero e agli immigrati regolari viola la Costituzione”
Avvalendomi della facolta’ di replica all’ultimo editoriale di Salvatore Viglia, sono un italiano all’estero e fierissimo di esserlo. Fatta questa doverossima premessa, passo al mio concetto di diritto costituzionale di voto. L’articolo 48 e’ stato spesso male interpretato, in primis: “ Sono elettori TUTTI i cittadini” e “il suo esercizio e DOVERE CIVICO” Il diritto di partecipare con il proprio voto alle consultazioni elettorali e’ un diritto inviolabile di tutti i cittadini, quelli dell’articolo terzo, senza distinzione di sesso, di razza (etinie), di lingua, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali. In altre parole il diritto di voto e’ costituzionapmente esterso anche al residente immigrato regolare che gode dei diritti e doveri socio-politici. “Chi distrimina contro il voto all’estero o agli immigrati regolari viola la Costituzione. L’incostutzionalita’ della Legge Tremaglia si basa innanzi tutto su questo congetto. L’errore fatto dai nostri padri costituenti fu quello di limitare la modalita’ del voto all’estero: “i cittadini italiani all’estero devono recarsi in Patria per votare”, limiti che non entrano nelle categorie: “ Il diritto di voto non puo’ essere limitato se non per incapacita’ civile o per effetto si sentenza penale errevocabile o nei casi di indegnita’ morale indicati dalla legge”. Con il rientro in patria il cittadino italiano all’estero e stato trattato come incapace civile o da criminale, eppure voglio ricordarlo ancora una volta che le poste esistevano anche nel 48. Il merito di Tremaglia e il parlamento italiano nel 2001 e’ stato quello di limitare ulteriolmente il voto all’estero con l’istituzione delle circoscrizioni restrittive, in violazione degli articoli 56/57. Diritto civico? Una delle caratteristiche di noi italiani sono i brogli elettorali, il voto in Italia non e’ mai stato segreto, non e’ mai stato espesso liberamente e scientemente come avviene in altri paesi democratici, altro che ONU caro Saviano ci vorrebbe un mese di coprifuoco. Io sono per la difesa del voto postale, il piu’ economico e sicuro se espresso in piena coscienza. Ecco come il sottoscritto vedrebbe un futuro articolo 48:
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale, eguale e libero. Il suo esercizio è dovere civico.
Il diritto di voto non può essere limitato.
Il voto passivo e’ limitato a persone con pendenze penali o sottoposti a indagini al momento delle candidature. Il cittadino puo’ esprimere il voto di persona, con voto postale od elettronico. PUNTO!
Da: La Costituzione che ho in mente
(riflessioni di un italliano all’estero)