Non lo dico io, ma il Presidente della repubblica in una delle sue
sempre pia frequenti apparizioni in televisione, quasi in una sorta di desiderio di dimostrare, con
esse, che esiste ed t un presidente attivo, non disposto a fare solo da tappezzeria, da elemento
decorativo dei solenni ed austeri saloni del Quirinalc.
E passi, perch6, cosi agendo, vuol dimostrare a tutti, e forse anche a se stesso, di essere un
presidente diverso dagli altri.
Ma t inevitabile rilevare che non sono sufficienti la diversith, la presenza fisica, e le frequenti (forse
troppo) apparizioni pubbliche, per dimostrare anche I'esisteriza politica, che non si esprime con la
banalith di certe celebrazioni, festa della donna e simili. e anche di celebrazioni di eventi nefasti,
presentati come gloriosi, con inversione totale dei normali valori, come la cosiddetta “resistenza”,
artefice della guerra civilc, con l'insanabile frattura morale e psicologica dell'Italia e del suo
popolo, frattura che egli attivamente contribuisce ad alimentare e a perpetuare. E tanto meno B
sufficiente il suo richiamo, ormai quasi ossessivo, alla costituzione, di cui continua a tessere
l'elogio sperticato. ma che poi disinvoltamente calpesta, rendendo inevitabile il rimprovero che gli
viene mosso di offcndcrnc ~onsaprvolmcnteC deliberatamente, in odio ai sentimenti dei cittadini di
fede fascista, i principi e le regole che, tutto sommato, in mancanza d'altro e di meglio, potrebbero
considerarsi accettabili.
E dunque non può affermare che la costituzione sarebbe patrimonio comune, poiché egli, che
dovrebbe rappresentare l'unità nazionale (art. 87 Cost), ignora ostentatamente la mia denuncia 4
aprilo-19 maggio 2008, con cui ne chiedo la messa in stato d'accusa per attentato alla costituzione,
dato che deliberatamente impedisce ai cittadini di fede fascista di godere dei diritti e dei privilegi.
racchiusi negli artt. 3,18, 21 e 49 della Costituzione, riservati soltanto a tutti gli altri cittadini
italiani, rifiutandosi di farne abrogare la XII dispos, trims., chc C alla base di tutta la normativa
persecutrice, vessatoria e discriminatrice dei citati cittadini.
N& può definire patrimonio comune ciò che comune non t, essendo esclusa, dai diritti e dai privilegi
sopra citati, una buona fetta di cittadini i cui ideali sono da lui odiosamente discriminati. Le sue
pubbliche esternazioni, connotate da un clamoroso e disinvolto “far finta di niente”, servono solo a
buttar fumo negli occhi dei tanti inconsapevoli, o volutamente tali. Figli e figliastri, insomma, come
a volte accade in certe famiglie, in cui il patrimonio comune non viene attribuito equamente a tutti,
dato che alcuni di essi ne vengono esclusi.
Napolitano, e quel gruppetto del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa, formato dai
componenti della Giunta del Senato, presidente Schifani, e dai componenti della Giunta della
Camera, presidente Fini, che lo stanno clamorosamente sostenendo, anche a costo di rendersene
complici nel delitto a lui attribuito di attentato alla Costituzione, oltre che responsabili in proprio di
quello di omissione di atti d'ufficio, non devono illudersi di far tacere questa voce. Ci sono infatti
uomini, e chi scrive t uno di loro, che, una volta intrapresa una battaglia, non si lasciano fermare da
nulla, nemmeno dall'ostruzionistico silenzio. come sta ora accadendo, finché non abbiano raggiunto
l'obiettivo prelissaio, quando io stesso sia fondato sulla giustizia, sulla ragione e sulla legge, che, in
questo caso, è la Costituzione. E dunque, il Capo dello Stato la invochi pure ad ogni pih sospinto, e
si appelli ad essa, disprezzandone però, di fatto, il valore e i contenuti. Ma anch'ici mi sto
appellando ad essa da quasi due anni, ma, a dil'ikrenta di lui, per un nobile molivo, ciob come
supporto ideale per combattere l'ingiustizia C la discriminazione da lui posti in essere.
Invochi pure la Carta, il Presidente, C nc tessa gli elogi, conle sta ora facendo, quanto mai a
sproposito, coi suoi appelli retorici, privi di contenuto e di verità, e che, in buona sostanza, sono
soltanto espressioni beffarde e dispregiative di essa, dei suoi principi e dei suoi contenuti. Tutto ciò
l'ho dimostrato in tutti i miei scritti, presentati a sostegno dell'istanza di messa in stato d'accusa, e
da ultimo nella Comparsa 9 febbraio 2010, integrativa della comparsa conclusionale 27 novembre
2009. Egli, che da un giorno all'altro ha firmalo, previo accordo coi personaggi a lui graditi, un
decreto illegittimo e incostituzionale solianlo per sanare la colpevole negligenza, l'inammissibile
superficialit& e la sorprendente noncuranza degli addetti ai lavori, e per compiacere i resptinsabili di
esse, compreso quel Fini che si può considerare I'anaconda, che stringe in un abbraccio mortale le
sue prede, come ha iailo col M.S.I., e come sembra voglia Tarc cori Bcrluscorii, e forse aneli6 COI
Presidente della Repubblica, di cui pnre che sogni di essere il successore, ~ercandod i mantenere
con lui i migliori rapporti.
Ma non deve dimenticare, 1'0n. Napolitano, che la Storia il suo conto a saldo delle nequizie
consumate contro creature che non le meritavano, lo presenta sempre. Non & una minaccia, questa
mia, sebbene la lucida consapevolezza che, quando la mia iniziativa verrà tratta fuori dai
nascondigli omertosi e servili in cui la cricca dei parlamentari la tiene gelosamente e vilmente
nascosta, senza offrirla al pubblico come d'obbligo, omettendo cosl di fare il proprio dovere, il
giudizio della Storia e delle molte persone pcr bene che oggi tacciono per conformismo e per amor
di quieto vivere, sarh terribilmente e giustamente scvero.
Brescia, 9 marzo 201 0
Salvatore Macca
P.