OGM? In Italia non ne abbiamo bisogno

di Antonio Palagiano

Gli OGM, nel tempo e al di là di ogni decisione “nostrana”, invaderanno i nostri campi trasportati dal vento proveniente dai Paesi limitrofi, che ne hanno autorizzato le coltivazioni. Il problema andrebbe combattuto alla fonte, in Europa semmai. Dire no all’OGM solo in Italia e poi vederlo adottare in Austria, Francia, Spagna sarebbe come rifiutare una centrale nucleare a Roma e costruirla a Viterbo.

Fortunatamente, e diversamente dal pericolo del nucleare, non esistono dati scientifici evidenti su una loro concreta tossicità.

Io, personalmente, spero che sia così, ma è necessario avviare una ricerca specifica contrassegnata da assoluta trasparenza e credibilità. Una ricerca proveniente dal mondo accademico e non da quello industriale. Per queste ragioni non ravviso, in Italia, l’esigenza di cibi geneticamente modificati, specie se imposti per legge. Sono per la difesa dei nostri prodotti “naturali” – di cui siamo orgogliosi – in quanto la natura ci ha donato un territorio ed un clima straordinari che non necessitano di interventi in laboratorio.

In natura nulla è statico, tutto è dinamico e tutto, nel tempo, muta. Anche i geni. Gli esseri viventi si “adattano” a tali mutazioni e la vita va avanti senza troppi problemi. In certi casi l’intervento dell’uomo può correggere la natura, quando questa commette degli “errori”. Le conoscenze attuali puntano, in un prossimo futuro, alla terapia genica che consentirà a tantissimi bambini di guarire da malattie gravi cagionate da geni “difettosi”. Anche in campo alimentare la ricerca sta compiendo passi significativi per creare piante più resistenti ad agenti infettivi, a siccità prolungata ed altro. In alcuni Paesi in via di sviluppo, in cui ancora oggi i bambini (e non solo) morti di denutrizione si contano di ora in ora, il poter contare su piantagioni fortificate o con maggiore contenuto vitaminico rappresenta un’esigenza più che una opzione, tanto che perfino il “cauto” Vaticano ha sposato questa via per fini umanitari. Nei Paesi industrializzati, invece, gli OGM soddisfano solo le esigenze della grande industria ed i benefici per la popolazione sono trascurabili. Per questa ragione ritengo che ciascun cittadino italiano abbia il sacrosanto diritto di essere informato se quel determinato alimento è “naturale” o geneticamente modificato, affinché possa liberamente scegliere. Ritengo, inoltre, che sia tassativo risalire all’origine di ciascun alimento e garantire ai cittadini la tracciabilità dei prodotti che giungono sulle nostre tavole.

Indire, invece, un referendum popolare sugli OGM, come minaccia il Ministro Zaia è fuorviante, demagogico ed antiscientifico, oltre che inutile. E’ facile, infatti, cercare il consenso popolare evocando lo spettro di Frankenstein, organismo assemblato in laboratorio, sui cibi geneticamente modificati, cui una larga parte dei cittadini guarda con perplessità e timore. Ma le questioni scientifiche meritano un approccio scientifico e non emotivo. E la letteratura internazionale è tranquillizzante. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, anche.

Personalmente nutro non poche perplessità, legate ad una possibile influenza interessata di alcuni “scienziati” al soldo delle multinazionali del “food” e ad una ipotizzabile resistenza dell’uomo ad alcuni antibiotici. Ma è tutto da dimostrare.

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