L’assassini del diritto del lavoro

di Claudio Treves*

Dopo due anni di andirivieni tra i rami del Parlamento il DDL 1167 B è stato approvato. Si tratta della conclusione di un disegno, pervicacemente perseguito dal governo nel corso di questa legislatura e troppo timidamente contrastato dall'opposizione, parlamentare e non, di smantellamento delle tutele del lavoro e delle pur parziali riforme varate dal Governo Prodi. Ma adesso si aggiunge un tassello ulteriore, rappresentato dalle regole del processo del lavoro. Con questo provvedimento, infatti, si dispone che a chi sia in cerca di lavoro si possa proporre, da parte del possibile datore di lavoro, questa semplice condizione: se vuoi quel posto, allora devi firmare questa clausola nella lettera di assunzione, secondo cui ogni eventuale contrasto tra noi potrà essere risolto da arbitri che giudicheranno non in base a leggi e contratti, ma “secondo equità'” ossia secondo il loro, personale, convincimento. Poi andremo insieme dalla commissione di certificazione e ci faremo certificare questa tua “spontanea adesione alla procedura arbitrale”. Un contratto di lavoro cosi' congegnato potra’ aggirare il divieto di licenziamento senza giusta causa(art.18 dello Statuto dei lavoratori) o giustificato motivo. Difficile immaginare una più indegna manomissione del principio cardine di ogni diritto del lavoro, ossia di sostenere “il contraente debole” ricattabile con la minaccia della mancata assunzione: fin dagli albori del movimento operaio la tutela nel mercato del lavoro e' stata la prima preoccupazione. Oggi un ministro, che osa vantarsi delle sue ascendenze socialiste, si fa' paladino del rovesciamento della storia: oggi il legislatore sceglie di “proteggere l'impresa dai rischi di contenzioso” e scarica sul lavoratore le conseguenze di questa scelta.
Non e' stata sufficiente la contrarietà' espressa, oltreché' dalla Cgil, dall'associazione dei giuslavoristi, dove operano anche avvocati che difendono in giudizio le imprese, e dagli stessi consulenti del lavoro.
Ora, nelle more dell'entrata in vigore di questo obbrobrio, e' indispensabile attrezzare l'intero arco di forze democratiche affinché' si predisponga una campagna informativa di massa sui rischi, specie per i giovani, derivanti da queste misure. Ma non basta: sara' necessario avviare una battaglia di resistenza nella contrattazione collettiva, a cominciare dall'impedimento al sorgere delle commissioni di certificazione e alla contestazione di eventuali “contratti certificati”, e promuovere un contenzioso anche di tipo costituzionale contro questi attacchi alla civiltà' giuridica del nostro Paese.
Cgil nazionale

Sinistra democratica

http://www.sinistra-democratica.it/lassassini-del-diritto-del-lavoro

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