Intervista ad Alessandro Pucci fondatore e dirigente nazionale di “Area Destra”

di Paolo Emilio Papò

Alessandro Pucci, lei era dirigente de “la Destra” di Storace. Quando è nata l’esigenza prima di contestare, poi di staccarsi dal partito?

Non è una esigenza, si tratta di una scelta coerente che deriva da una profonda critica sul metodo di gestione di Storace. Assieme ad altri “dissidenti” abbiamo realizzato per prima cosa una “corrente” interna, ma, forse anche memori della pessima fama che hanno le “correnti” interne ai partiti, abbiamo deciso di creare un nuovo partito, attualmente registrato alla fine del dicembre scorso.

Un neonato, dunque. Ma c’era bisogno di un nuovo partito, oggi in Italia?

Intanto devo dire che questo movimento ha avuto una serie di adesioni oltre le più rosee aspettative. Molti “circoli” e delegati del partito “La Destra” sono passati con noi. Questo risultato è per noi lusinghiero, rafforza il nostro messaggio e ci fa capire che la strada intrapresa è quella giusta.
Un nuovo partito? Che significa? Il partito si crea quando un gruppo di persone si riunisce spinto da comuni ideali, o interessi, o bisogni. Noi vogliamo realizzare un obiettivo ambizioso: l’unità di tutte le “destre”. Per questo vediamo “Area Destra” come uno strumento, non un vero e proprio partito, siamo pronti a modificarlo o abbandonarlo non appena si sarà realizzato un grande partito di destra.

L’unità delle destre? Riproporre una specie di Movimento Sociale?

Assolutamente no. Non rinneghiamo affatto gli ideali ed i valori trasmessi dal MSI, e prendiamo atto che ha rappresentato una continuità di tradizioni in un momento particolare e molto violento della storia d’Italia. Ma il nostro partito vuole guardare avanti, proporsi come sicura alternativa, o meglio come futuro partito di governo, in particolare nel “marasma” politico che seguirà il dopo-Berlusconi….

Partito di governo? E su quali basi ideologiche?

Vede, oltre le “basi” ideologiche, che sono importantissime, ritengo che un partito debba nascere “dalla base”. Mi spiego meglio. In Italia i partiti sono sempre nati “a tavolino”, hanno adottato una ideologia o una dottrina, e l’hanno “imposta” agli elettori con metodi più o meno subdoli, che spesso non hanno votato PER qualcuno ma CONTRO qualcuno o qualcosa. Eccezioni forse il partito dell’”Uomo qualunque” e la Lega Nord, anche se quest’ultimo ha rappresentato una motivazione territoriale più che nazionale. Noi vogliamo che il nostro partito sia alternativo al sistema, quando per alternativo intendiamo un movimento composto da gente onesta, da italiani che non accettano più la degenerazione formata da corruzione, da sprechi, da clientelismo che affligge il nostro paese e che ci porterà inevitabilmente alla rovina.

Un antagonista all’Italia dei Valori?

Antagonista di cosa? non vogliamo cadere nel tranello del “tutti contro tutti”, della estrema litigiosità tra fazioni, spesso alimentata ad arte secondo il motto latino del “divide et impera”.
Noi andiamo avanti per la nostra strada, con la formazione di nuovi quadri e dirigenti, con la creazione di una “consulta” in cui sono invitate tutte le forze di destra, ma senza preclusioni per nessuno, dalla quale deve scaturire l’ossatura del nuovo partito di destra che vagheggiamo. Per quanto riguarda l’Italia dei valori, a parte che bisogna dimostrare il suo grado di onestà, a volte si ha l’impressione che Di Pietro sia mosso più da livore personale nei confronti di Berlusconi che da genuina e disinteressata passione politica.

E Berlusconi? Che ne pensate?

Lui sta nel “palazzo”, noi tra la gente. Sicuramente ha realizzato molte iniziative volte a scardinare il sistema catto-comunista che ci ha governato per sessanta anni, ma bisogna vedere con quali fini; Ma comunque non si può negare che con grandi difficoltà è riuscito ad imporsi. Noi siamo nati per correggere e migliorare il sistema che certamente non è perfetto ed ha molte falle. Siamo uomini di buona volontà e questo non ci impedisce di recepire quanto fino ad ora di utile e buono è stato fatto: bisogna mettersi sempre in discussione, parlare di etica nella politica, tornare alla meritocrazia ed essere apprezzati per ciò che si fa. Se no, bisogna avere il coraggio e l’onestà per sapere quando è finito il proprio tempo. Questo è il messaggio che Area Destra lancia alle future generazioni che si vogliono impegnare nella politica che quando è fatta con sani ideali e passione, credetemi è bella anche se comporta notevoli sacrifici.

A proposito di Fini…..

Con Gianfranco ci lega un’amicizia di lunghissima data: la politica ci insegna a rispettare ed essere rispettati. Siamo in un paese libero e consapevoli delle nostre scelte ed Io lo sono.

Attualmente come siete impegnati

Dato che siamo “appena nati”, non riusciamo a supportare l’enorme sforzo organizzativo per poter partecipare alle prossime elezioni regionali. Comunque sicuramente parteciperemo alle amministrative per il rinnovo di vari consigli provinciali e comunali: forse ci presenteremo in due, tre regioni: incominciamo a rodare la macchina: siamo uomini e donne a cui non piace stare alla finestra, ma tempo al tempo. Abbiamo instaurato una collaborazione con Roberto Fiore (leader di Forza Nuova, n.d.r.) ed appoggiamo la sua candidatura alla presidenza della regione Lazio, ma siamo disposti, in futuro, ad appoggiare tutti i candidati che accettino l’idea del grande partito di destra, e che vogliano realmente rinnovare l’Italia e tirarla fuori dal baratro di degrado economico, morale, etico, materiale in cui stiamo precipitando.

E l’Europa?

Riteniamo che l’Italia possa svolgere un ruolo importante per l’Europa. Non dimentichiamoci che nel nostro paese sono conservate la maggior parte delle risorse artistiche e culturali. Ora, se il tratto comune della civiltà occidentale ed europea è stata l’arte quale espressione di aggregazione sovranazionale, è proprio dall’arte, e dalla cultura che dobbiamo ripartire, anche per scrollarci di dosso sudditanze da paesi stranieri. Per questo motivo, nel mostro programma, insistiamo molto sull’istruzione e sulla cultura, che deve essere accessibile, libera, e cercare la verità.

Parliamo ora di Alessandro Pucci.

Beh… che dire… trenta sette anni di militanza attiva, prima nel MSI, poi con Tremaglia nel CTIM ed in AN, poi ne “La Destra”…. La soddisfazione, in quest’ultimo partito come responsabile degli italiani all’estero, di aver portato a La Destra trentamila voti.

Ci congediamo da Alessandro Pucci augurandogli un buon lavoro.

Su “Il Borghese” di marzo a pag. 19 intervista ad Alessandro Pucci.
Paolo Emilio Papò

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