L’on. Franco Narducci nelle Commissioni estere e difesa ricorda l’eroismo di Antonio Colazzo ed invita il Governo a fornire ulteriori spiegazioni sull’accaduto.
L’on. Franco Narducci intervenendo, in qualità di relatore nelle Commissioni riunite esteri e difesa, sulla “proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia” (C. 3097-B) ha espresso il rinnovato cordoglio per la morte eroica del funzionario italiano Pietro Antonio Colazzo, ucciso a Kabul in un attentato suicida. Narducci, richiamando le parole del Capo dello Stato sulla necessità di un impegno risoluto per sconfiggere il terrorismo, ha sottolineato “il particolare valore del nostro connazionale che, mettendo a repentaglio la propria vita, ha contribuito con professionalità e senso dello Stato allo sforzo che accomuna sul terreno afgano – ognuno con il proprio imprescindibile apporto – militari, diplomatici, cooperanti e funzionari dei servizi, nell’obiettivo prioritario della lotta contro il terrorismo internazionale e per la nostra sicurezza”.
Inoltre, Narducci, nonostante i tempi serrati di esame del decreto-legge sulle missioni e “in ragione della rilevanza del tragico episodio e della circostanza che vede modificata la disciplina relativa alla missione italiana in Afghanistan”, ha auspicato che il “Governo possa fornire…ulteriori elementi in ordine alle circostanze di tale tragico episodio ed indicare una chiave di lettura nel quadro del delicato contesto politico regionale”.
Durante la sua relazione il vicepresidente della Commissione esteri, Narducci, ha ribadito che “le missioni internazionali rappresentano oggi un fondamentale strumento di solidarietà internazionale, oltre che di politica estera, cui si ricorre anche nei casi in cui le situazioni di crisi non abbiano tra le proprie cause le colpe dell’uomo” come ad esempio la presenza “dell’Arma dei carabinieri nell’ambito della missione delle Nazioni Unite in Haiti, denominata United Nations Stabilization Mission in Haiti(MINUSTAH) in relazione alla grave situazione interna determinatasi dopo il sisma del 12 gennaio scorso”.
Dopo aver espresso “grave preoccupazione per quanto sta attraversando in questi momenti il Cile, colpito anch’esso da un fortissimo terremoto”, continuando ad analizzare la situazione di Haiti, Narducci ha evidenziato anche la tempestiva iniziativa della diplomazia italiana “che sin dalle prime ore dopo il sisma la diplomazia italiana si è attivata per acquisire informazioni e organizzare le prime operazioni di soccorso, mantenendo uno stretto coordinamento con le Nazioni Unite e con le agenzie umanitarie dei principali paesi occidentali, in particolare quelli dell’Unione Europea, al fine di garantire una risposta coerente e unitaria”. Inoltre ha “ribadito la particolare urgenza e gravità della condizione dei bambini di Haiti”, sottolineando il “lavoro svolto dalla Commissione italiana per le adozioni internazionali che ha programmato una serie d’interventi immediati, per un milione di euro, per agevolare i ricongiungimenti dei bambini con i familiari dispersi o feriti, finanziando il progetto di Save the children”; ed ha inoltre sottolineato l’importanza di assicurare assistenza sanitaria, igienica e di sopravvivenza per 20.000 famiglie con bambini, assistite dalla Caritas di Haiti, finanziando il progetto della Charitas italiana” e la necessità di “assistere i bambini ospiti in orfanotrofi o in strutture temporanee allestite dall’UNICEF”.