On. Ricardo Merlo (MAIE) :"Non facciamo di tutta l’erba un fascio"

Sconcerto del Presidente del MAIE dopo le dichiarazioni di alcuni parlamenatri di voler abrogare la legge Tremaglia

L' On. Ricardo Merlo, Fondatore e Presidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all'estero, ha rilasciato la seguente dichiarazione, alla luce di quanto sta accadendo intorno al caso Di Girolamo: “Sono un parlamentare eletto all’estero nella ripartizione America Latina, al mio secondo mandato presso la Camera dei deputati.

Sono entrambe le volte risulatato il più votato dai connazionali in Sudamerica, eletto nel 2006 con 45.000 preferenze e nel 2008 con 53.000,nel MAIE un movimento politico nato all'estero e totalmente indipendente, con una forte partecipazione di base.

Non ci sono mai state contestazioni sulle schede votate con il mio nome nè sulla mia elezione. La mia elezione, e sicuramente quella di quasi tutti gli eletti all'estero, è stata totalmente regolare.

Purtroppo il caso Di Girolamo ha fatto sì che si parli degli eletti all’estero in chiave negativa, con la conseguenza che alcuni colleghi parlamentari, oggi, dichiarano che si dovrebbe addirittura abrogare la legge Tremaglia.

Io dissento totalmente da chi ha rilasciato queste aberranti dichiarazioni (Gasparri e Giovanardi).

E’ un errore fare di tutta l’erba un fascio e danneggiare chi non ha assolutamente niente di cui sentirsi colpevole.

Come anche altri colleghi eletti all’estero, sono pronto a discutere sul metodo, con cui si vota, ma non credo si possano mettere in discussione i diritti civili e politici dei cittadini italiani residenti all’estero, riconosciuti dall’art. 48 della Costituzione, che recita “Sono elettori tutti i cittadini… Tutti. Senza distinzione alcuna sulla base del luogo di residenza!

La nostra collettività fuori dai confini nazionali, ha espresso, ed esprime tutt’oggi, nel mondo personaggi di chiara fama e successo che ricoprono incarichi di altissimo livello in tutti i settori. Da quello economico, a quello politico a quello socio-culturale. E come ho già avuto modo di ribadire in più occasioni, in questo mondo globalizzato, è più l’Italia ad avere bisogno degli italiani all’estero, che questi ultimi dell’Italia.”

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