di Niccolo' Rinaldi
Nella celebre cittadina della Germania del nord della Renania, Dusseldorf, lo scorso 15 febbraio, come in ogni lunedì grasso, fastosi e colorati carri di carnevale hanno sfilato tra le vie della cittadina tedesca. La notizia sembrerebbe irrilevante per chi non sapesse che proprio quest'anno uno dei carri fra i più irriverenti è stato così ispirato dalle vicende italiane da scegliere di rappresentare un enorme pupazzo in guisa di mafioso che sodomizza un Berlusconi cornuto, accanto alla scritta “matrimonio omosessuale all'italiana”.
Quello che lascia più allibiti in questa vicenda non e' l'offesa a tutti gli italiani ma che nessuna autorità italiana abbia reagito a quel carro di carnevale sfilato a Düsseldorf. Nessuno.
Questo carro è un atto di volgarità verso tutti gli italiani e soprattutto verso coloro che sulla mafia hanno poca voglia di scherzare.
L'immagine del nostro Presidente del Consiglio in quella posizione probabilmente farà anche ridere qualcuno oltralpe ma è l'emblema di come siano considerati all'estero gli italiani. Chi abbia provato almeno una volta cosa vuol dire uscire dai confini nazionali, conosce bene quanto possa essere faticoso lottare contro i pregiudizi, contro quell'etichetta di “Mafioso” che spesso con superficialità viene cucita addosso agli italiani.
La mafia è oggetto di lutto, di dolore, di sopraffazione come ben sanno ormai anche in Germania, al di là dei confini nazionali. La mafia può e deve anche essere derisa entro i limiti non solo del buon gusto ma di una sensibilità civica.
Nessuno si è mai permesso di scherzare sull'Eta, o sul conflitto nord irlandese. Ma su una piaga italiana questa volta l'irridere e' poi un modo di irridere lo stato italiano, visto i sospetti di connivenza tra Parlamento e mafia.
Ci può amareggiare che l'Europa ancora indugi in questi stereotipi ma ci indigna ancora di più il silenzio del Presidente del Consiglio che tace su un'immagine che fa il giro d'Europa e sulla quale anche i media italiani tacciono.È qualcosa di più di una coda di paglia, è la constatazione di quanto sia radicata nel resto d'Europa una certa idea di Berlusconi (considerato “mafioso” dai tedeschi, “il buffone” per la copertina de L'Express ) travolto da ogni genere di scandali finanziari, sessuali, giudiziari, o anche solo autore di ridicole battute, corna e altre gaffe pubbliche.
Di cosa ci lamentiamo, allora?
Lo sappiamo bene noi che rappresentiamo l'Italia all'estero, in un compito che è sempre più difficile, e dove ogni sconfitta politica e diplomatica è legata a doppio filo a questa assenza di credibilità che sfocia perfino nei carnevali popolari.
Così, prima ancora che gli autori del carro allegorico di Düsseldorf, è il capo del governo che dovrebbe scusarsi con gli italiani per le condizioni nelle quali mette il paese.
Un atteggiamento contraddittorio, quello del governo di centrodestra, che accusa di “anti-italianità” coloro che osano criticare il premier, mentre non fa nulla per difendere l'immagine dell'Italia e non si preoccupa di come questa venga descritta sulla stampa straniera.
I veri anti italiani sono quelli che non si dissociano dall’immagine che Silvio Berlusconi e la sua biografia offrono del Paese, e che l'opinione internazionale vede come un’anomalia del sistema Europa.