di Giuseppe Altieri
Giova ricordare innanzitutto che l'Unione Eurppea non ha mai autorizzato nessun OGM per mezzo del Consiglio dei Ministri UE, ovvero dell'organo preposto, il quale, mancando la maggioranza legale, non si è mai esposto sui rischi dei danni alla salute, da tempo accertati …Dobbiamo solo scoprire “Come ci faranno male” e non “se” ci faranno male gli OGM.
Così come è chiara l'irreversibile contaminazione dell'Ambiente da parte degli OGM, definita chiaramente come inevitabile dalla DIR 2001/18/CE, in caso di rilascio nell'ambiente.
E' per tali motivi che, prima di introdurre OGM in Italia, vedrete che verranno sottoposti ad una moratoria nazionale ed internazionale europea, applicando il principio di precauzione e i criteri di Biosicurezza, ovvero la tolleranza zero nelle sementi e negli alimenti, per evitare rischi per la salute e l'ambiente. Oltre che per la corretta informazione dei consumatori, diritto sancito da una sentenza della Corte di Giustizia UE. Diritto oggi negato dalle soglie cosiddette di (in)”tolleranza” senza etichettatura (9 grammi per ogni chilogrammo di componente alimentare)
E' necessario, per gli stessi motivi, sottoporre la materia all'obbligatorio referendum consultivo, prima di decidere l'immissione di OGM nell'ambiente. Le norme in tal senso sono chiarissime (Dir. 2001/18/CE).
L'EFSA, inoltre, basa oggi i suoi Pareri “scientifici” (?) (e non vincolanti) solo sui dati forniti dalla Monsanto o dalle altre ditte produttrici di OGM, proprietarie dei brevetti… come chiedere all'oste se il vino è buono.
Il regolamento dell'EFSA dovrà pertanto, come richiesto dal Parlamento UE, essere revisionato con l'inserimento dei pareri scientifici indipendenti.
E' bene leggere in tal senso il libro di Arpad Pusztat: La sicurezza degli OGM – Edilibri MIlano. Rimanendo in attesa delle confutazioni scientifiche alle ricerche citate in questo libro.
Quella sulla “coesistenza”, una contraddizione in termini, dal momento che non ci sarebbe più agricoltura libera da OGM in caso di rilascio ambientale di coltivazioni transgeniche, è anch'essa solo una “raccomandazione” della Commissione, non vincolante, come citato espressamente anche nella sentenza del Consiglio di Stato, che intenderebbe, secondo qualcuno, autorizzare la semina di OGM in Italia.
Mi pare che l'autorizzazione alla semina del Mais Mon 810, in questione, sia scaduta; e ad oggi non rinnovata, come afferma il Ministro Zaia, e la Germania e Francia hanno fatto un brusco dietrofront in tal senso, sugli OGM. Soprattutto di fronte all'evidenza dei rischi per la salute e l'ambiente accertati dalle ricerche indipendenti pubblicate in questi anni.
E In ogni caso non è certo un tribunale l'organo preposto all'Autorizzazione alla semina di OGM in Italia, così come in Europa, ne tantomeno l'EFSA.
Barroso è stato chiaro qualche giorno fa… sugli OGM in Europa vige la politica di “Ponzio Pilato”… ed ognuno fa quello che vuole, applicando la Clausola di Salvaguardia Nazionale, in caso di rischi per la salute e l'ambiente, con conseguenti divieti di coltivazione ed importazione di OGM.
Consiglio inoltre di guardare il servizio di Report (Rai 3) del 1998 “Il Gene Sfigurato” di Carlo Pizzati… nel quale, a detta del dirigente Novartis intervistato con le spighe (pannocchie) OGM in mano, piene di larve di piralide “vive e vegete”… gli ogm nemmeno funzionano, in quanto la Piralide del Mais si sposta tutta sulla granella nella spiga, dal momento che la tossina BT pesticida si esprime solo nelle parti verdi delle piante transgeniche (OGM) e, pertanto, i danni da piralide sugli OGM, aumenteranno o al massimo rimarranno uguali. Con conseguente rischio di maggior sviluppo di micotossine negli OGM, le quali, come dimostrato ampiamente, dipendono soprattutto dalla mancanza di rotazione delle coltivazioni (monocolture di MAIS, che andrebbero semplicemente vietate), dal fatto che si usa raccogliere il Mais in autunno, con forte umidità e grandissimo spreco di energia per essiccarlo artificialmente, spesso troppo tardi. Ma, soprattutto, le micotossine famose si sviluppano nei lunghi stoccaggi (spesso di anni) di merci provenienti dai silos Americani e Canadesi, Argentini o Brasiliani e dai trasporti nelle stive delle navi (spesso ammuffite) per lunghi periodi… …ovviamente di Mais e Soia OGM…
Inoltre, in Italia, la cosiddetta Piralide del Mais arreca danni molto limitati, che non superano mai le cosiddette soglie economiche di Intervento e, pertanto, nessuno spreca soldi per trattare il Mais con insetticidi chimici e, nel caso servisse, si può impiegare con maggior successo proprio il Bacillus Thuringiensis, irrorandolo sulle piante e sulle spighe (pannocchie) al momento opportuno, ovvero quando schiudono le uova, in modo da uccidere le piccole larve prima che facciano danni.
Le coltivazioni di MAIS OGM, invece, rischiano di innescare la resistenza degli insetti dannosi nei confronti della tossina BT, prodotta massicciamente dalle piante transgeniche, la quale inquina il terreno per anni, come dimostrato dalle ricerche del MIPAAF. Con seri rischi aumento futuro dei danni degli insetti resistenti al BT (dichiarati anche dalle stesse ditte produttrici di OGM). Per cui potremmo perdere anche un prezioso insetticida biotecnologico microbiologico, che ogni paese oggi si può auto-produrre a basso costo, senza necessità di pagare brevetti.
La conseguenza sarebbe un futuro impiego massiccio di Pesticidi chimici.
Senza tener conto che il miglior metodo, molto efficace ed economico, di controllo biologico della Piralide è rappresntato dalla diffusione preventiva di Insetti utili, parassiti delle uova della Piralide stessa, efficaci al 100%, come dimostrano numerose ricerche ed applicazioni su larga scala (Es. in Cina), per cui le larve di piralide nemmeno nascono… E dalle uova deposte dalle farfalline spuntano degli insetti utili che se ne nutrono.
La Natura, come volevasi dimostrare, ci fornisce tutte le soluzioni… basta applicarle.
Senza sprecar soldi per macchine costose e carburanti per i trattamenti con pesticidi chimici, per la cui produzione si impiega inoltre moltissimo petrolio.
Insomma, gli OGM rappresentano un vero fallimento premeditato per gli agricoltori… con rischio di perdita della sovranità alimentare delle Nazioni… da cui deriva solo miseria e FAME. Oltre 200.000 sono i contadini suicidatisi in India, negli ultimi 10 anni, per il fallimento delle coltivazioni OGM.
Si pensi, inoltre, al fatto che molte erbe infestanti sono ormai resistenti al Raundup, l'erbicida chimico che verrebbe irrorato in modo massiccio sulle coltivazioni OGM, assorbendosi nei semi (di soia e di mais, cotone, colza, ecc.) delle piante OGM “resistenti ai disseccanti chimici totali”. Con conseguente accumulo nell'ambiente e nelle acque.
Un'avvelenamento di massa, che si bio-accumula nelle catene alimentari e nelle carni degli animali alimentati con OGM. Lo dimostra il fatto che la soglia di cosiddetta soglia di “tolleranza” dei residui del disseccante chimico negli alimenti è stata notevolmente aumentata con l'entrata in commercio degli OGM. Un prodotto chimico pericolosissimo, pubblicizzato come biodegradabile, invece tossico e mortale per le cellule, responabile secondo una ricerca svedese, dell'epidemia di linfomi non Hodgkin (un tumore del sangue). La Monsanto ha ricevuto una multa pesantissima per pubblicità ingannevole e pericolosa.
Ce dell'altro e in abbondanza da dire contro gli OGM.
In particolare va citato il Trasferimento genico orizzontale del DNA transgenico inserito negli OGM, molto instabile e reattivo, in quanto estraneo alla specie vivente, che, pertanto, si diffonde nell'ambiente e lungo le catene alimentari, passando dai microrganismi alle acque, al sangue e negli apparati digerenti. Hanno trovato DNA transgenico non digerito nei feti dei topi… cosa succederà ai poveri animali d'allevamento, che per loro “sfortuna” vengono macellati giovani… e soprattutto agli esseri umani… oggi sempre più “macellati dal Cancro”?
Si ricorda che i cosiddetti geni (pezzi di DNA manipolato), non sono microchips, e quando si modifica il normale funzionamento del DNA , inserendo pezzi estranei, nessuno potrà mai prevedere quello che succederà all'interno dell'OGM, con rischi incommensurabili per la salute e l'ambiente.
E modificazioni nel tempo all'interno del DNA, a causa della naturale instabilità dell'OGM, dichiarate dalla stessa Monsanto, ad esempio per la soia.
A proposito: come è stato possibile brevettare ciò che non è stabile ne esattamente riproducibile, come una manipolazione genetica?
Insomma, mi sembra che il futuro transgenico sia tutt'altro che roseo… forse è meglio scendere dal treno prima che si schianti.
Puntando al Made in Italy da mettere all'asta internazionale del mangiar bene , biologico, 100% ogm free
quello che chiede il mercato…
…il libero mercato, (che oggi praticamente non esiste se non nel rapporto diretto dal produttore al consumatore)
dove siamo vincenti… per “natura”.
La Natura che vogliamo salvare.
Una tradizione ricevuta in eredità dai Padri, ma soprattutto… in prestito dai nostri Figli.
saluti cari
Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
Studio AGERNOVA – Servizi Avanzati per l'Agroecologia e la Ricerca
Loc. Viepri Centro 15, 06056 Massa Martana (PG)
P. IVA 02322010543
tel 075-8947433 (347-4259872)
Email: agernova@libero.it
http://www.agernova.it
www.mangiacomeparli.net
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Confermati i danni alla salute degli OGM
Intervenga il Ministro Zaia con il divieto di coltivazione ed importazione
di OGM, applicando la clausola di salvaguardia nazionale prevista dalla Dir.
2001/18/CE, per i diritti inviolabili alla salute e all'ambiente salubre.
Il Ministro Indica, nel contempo, il referendum consultivo obbligatorio per
la stessa Dir. 2001/18/CE,prima di ogni rilascio ambientale di OGM, per il
rischio di irreversibile contaminazione dei territori agricoli e della
catena alimentare, oltre che dell'ambiente in generale. Con perdita delle
caratteristiche genetiche delle produzioni agro-alimentari Italiane e, di
conseguenza delle loro caratteristiche di qualità, riconosciuta a livello
internazionale
Subito il referendum consultivo, insieme alle elezioni amministrative !
Ed imponendo la tolleranza zero di OGM in ogni prodotto agro-alimentare
importato in Italia.
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Il giorno 16/feb/10, alle ore 09:41, Zuccon International Project ha scritto:
L'OMS, l'Accademia dei Lincei, la comunità economica europea ecc. la pensano
diversamente. Dovreste pubblicare anche la risposta di De Fez data alla Crespi, sul Corriere della Sera
Sarebbe ora di piantarla col terrorismo e confrontarsi pacatamente.
Idal link contribuisce al confronto.
si allega:
Sabato 13 Febbraio 2010 29
NAgricoltura Oggi
Il genetista del Cnr contro Zaia: coltivare transgenico conviene eccome. E non fanno male a nessuno
Un blocco di potere contro gli ogm
Defez: sono una minaccia per gdo, farmaceutica e agro-mezzi
DI LUIGI CHIARELLO
«Agli agricoltori produrre ogm conviene eccome! Ma proprio tanto! È ad altri che non conviene, a tutti quelli che fanno affari con la moratoria e … l’ignoranza». Caustico e senza peli sulla lingua, Roberto Defez, risponde senza remore gli alfieri del cartello ogm-free. A cominciare dal primo, il più in vista, il ministro delle politiche agricole, Luca Zaia, che giusto sabato scorso ha fatto i conti in tasca al transgenico con ItaliaOggi. Sostenendo che gli ogm sono un affare per pochi intimi. Defez è un ricercatore del Cnr, biotecnologo dell’Istituto di genetica e biofi sica «Buzzati Traverso», di Napoli. Ma è anche coordinatore di Sagri, associazione no profi t dedita a fornire materiale scientifi – co sul transgenico (www.salmone. org). Una sorta di think tank sul web, dichiaratamente pro-ogm, «che però si discosta e molto dalla dottrina della religione ogm», chiosa subito Defez. E il perché è presto detto: «Gli ogm mmercializzati non servono a combattere la fame nel m ondo. Il mais bt non è utile, perché necessita di tanta acqua e fertilizzanti. Con costi alti, ingestibili per i paesi in via di sviluppo », avverte. «Piuttosto, sono gli ogm ideati e brevettati dalla ricerca pubblica, come la cassava, quelli utili a combattere l’inedia. Perché», avverte, «la guerra alla fame può essere vinta solo grazie a scelte politiche, non da iniziative a scopo di lucro. Per questo», rivela, «io brevetto tutto a nome del Cnr, anche se la legge mi consente di brevettare a mio nome». Lo scenario si complica, ma la domanda è ancora senza risposta: conviene o no produrre ogm ai contadini italiani? La risposta del ricercatore arriva: «nel 2001 l’Italia era autosuffi ciente per la produzione di mais e ne importava solo il 2%. Oggi importiamo quasi il 30% del mais di cui necessitiamo. Soprattutto per la zootecnia. In questo modo acquistiamo all’estero oltre alle derrate anche tutto quello che serve per produrlo (terreni, servizi agricoli, trasporti, etc.) sottraendo opportunità ai nostri imprenditori ». A cosa è dovuta questa dipendenza dall’estero? «Dobbiamo importare mais perché le nostre rese per ettaro sono rimaste ferme a quelle del 1999, quando abbiamo scelto di non usare ogm». Va bene, ma facciamo i conti allora. Perché converrebbe produrre mais ogm? «Un mais da ogm aumenta le rese in quintali per ettaro del 20% almeno, ma non è questo il maggiore vantaggio per l’imprenditore agricolo», dice Defez sorridendo. E qual è? «Il mais Bt, l’unica pianta ogm coltivabile in Europa, non necessita di essere irrorata con almeno tre trattamenti con pesticidi, tossici per l’uomo, tossici per la fauna selvatica e gli uccelli, velenosi anche per insetti utili o non dannosi come le farfalle. E poi… per effettuare i trattamenti servono macchine agricole da 100 mila euro, costose sia da affittare che da ammortare nel tempo. Infi ne», avverte Defez con un sospiro, «il mais Bt è più sicuro del tradizionale, o biologico, perché sviluppa meno fumonisine». Cosa sono? Tossine di funghi opportunistici che generano tumori all’esofago e malformazioni quali la spina bifi da durante la gestazione. Oltre il 90% di tutto il mais italiano si coltiva nel Nord Italia che è il luogo più bersagliato d’Europa
dal rischio fumonisine». Caspita! «Per queste ragioni il 70% almeno dei maiscoltori (iscritti a tutte le organizzazioni di categoria, dati Demoskopea, ndr) sono pronti a piantare mais Bt; perché stimano che avrebbero un aumento della redditività per ettaro di 400 euro». Defez è un fi ume in piena. Ciò che più lo cruccia è non poter fare ricerca. Come se un muro invisibile, frutto di pregiudizi da caccia alle streghe, lo confi nasse in laboratorio. Così sciorina i nomi degli inquisitori. E sono tanti: « quasi tutta la classe politica, organizzazioni di categoria come Coldiretti, il grande marchio dell’alimentazione di lusso, Slow Food, oltre a una costellazione di organizzazioni ambientaliste o legate all’agricoltura biologica». Già ma qualche alleato nella sua battaglia ce l’avrà? «Si, l’organizzazione degli imprenditori agricoli Futuragra, con i fuoriusciti dalle tre grandi organizzazioni di categoria, ma anche quasi tutta la comunità scientifi ca italiana e Confagricoltura che professa la libertà d’impresa nel rispetto delle leggi e delle regole ». Come? Tutti gli scienziati sono pro-ogm? «La comunità scientifi ca italiana da anni esprime fi ducia verso gli ogm sia nei suoi rappresentanti più prestigiosi, sia a livello di società scientifi che. Di esse, ben 21 hanno sottoscritto documenti in favore degli gm in rappresentanza di circa 10 mila scienziati italiani». Scusi, mi fa i nomi di grandi scienziati a favore? «Beh, … Levi Montalcini, Dulbecco, Rubbia, Garattini, Veronesi, Hack, Oddifreddi, Boncinelli, Ballabbio, Cattaneo, ecc. Chi descrive la comunità scientifica come divisa non solo non conta le forze in campo, ma come diceva per le azioni Enrico Cuccia, non è nemmeno capace di pesare il valore degli scienziati che si sono detti pro-ogm». E la comunicazione? «Il cartello anti-ogm conta molto sulla disinformazione, anche per aspetti come la sicurezza alimentare. La disinformazione trascura, ad esempio, i dati Nomisma del 2001, secondo cui praticamente tutte le fi liere zootecniche sia bovine che suine usavano soia ogm nei mangimi, in una percentuale stimata attorno al 36%: in pratica quasi un chilo di soia da ogm al giorno per vacca. La disinformazione non dice che gli ogm entrano nei mangimi italiani, ed europei, fi n dal 1996 e che oggi si stima che una vacca mangi due chili di soia da ogm al giorno per produrre, latte yogurt, formaggi e carni per il consumo umano. Su questa realtà conosciuta a tutti gli addetti ai lavori non si riesce mai ad avere risposte chiare». Secondo i pro-ogm questa procedura non presenta problemi e, anzi, è una garanzia avere mangimi di alta qualità. E gli anti-ogm cosa ne pensano? «Sfuggono a una dichiarazione chiara, perché se si dicesse
che non ci sono problemi si direbbe che gli ogm non procurano danno né agli animali, né a noi che ci cibiamo da anni dei loro prodotti. Se, invece, dicessero l’opposto, dovremmo dire addio all’intera zootecnia italiana». Quindi? «Tanti si limitano a evocare da dieci anni mitici sistemi alternativi alla soia gm, che ontinuano a vivere solo nelle dichiarazioni alla stampa». E chi paga le spese di questo dibattito mediatico? «Lo dicevamo, gli imprenditori agricoli che coltivano
mais». Già, ma dietro le due fazioni, chi c’è? Chi ci guadagna? «Cibo e agricoltura muovono grandi appetiti economici. Se da un lato due grandi multinazionali Usa dei semi biotech sono le indiscusse leader del mercato dei semi ogm, dall’altro sono tutte europee le prime tre più grandi multinazioni per la produzione di agrofarmaci e pesticidi, proprio quei pesticidi che non servono più a chi usa semi biotech». Dunque, stringi stringi, è solo una guerra tra interessi aziendali pposti? «No, sarebbe miope pensare a una semplice lotta tra la genetica Usa e la chimica europea. Chi davvero decide di cosa ci dobbiamo nutrire sono le grandi centrali d’acquisto del cibo legate ai supermercati, che hanno fatturati dieci e anche 100 volte superiori alle multinazionali biotech la chimica». Cosa intende? «Finora queste centrali hanno sottratto ai consumatori due loro libertà: quella di trovare in un qualunque supermercato una polenta di mais Bt senza pesticidi e senza fumonisine, ma anche quella di trovare nello stesso supermercato bistecche, latte, yogurt e formaggi, prosciutti e salami derivanti da animali, che non sono
stati nutriti con soia o mais ogm. Se i consumatori chiedessero di avere libertà di scelta, improvvisamente favorevoli e contrari agli ogm si troverebbero a fare insieme la stessa battaglia, da consumatori adulti». Ok, comunque in Italia la ricerca pubblica sugli ogm inlaboratorio è consentita. Lo stato quanto le da per farla? «Per tutti gli esperimenti che vorrei fare nel 2010? Mille euro…» © Riproduzione riservata
Roberto Defez
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Melanzana Ogm, l’India ci pensa su… Altri sei mesi di tempo. Mettendo provvisoriamente fi ne a un lungo e complesso dibattito, il governo indiano ha deciso di non autorizzare per il momento l’introduzione nell’agricoltura nazionale del «Bt Brinjal», una melanzana geneticamente modifi cata e quindi più resistente alle malattie. La notizia, rimbalzata da New Delhi, è frutto dello stop deciso dal ministro dell’ambiente indiano, Jairam Ramesh, secondo cui non esiste «consenso chiaro» fra scienziati e addetti al settore sull’utilità di questo particolare seme gm. Per cui sono necessarie ulteriori ricerche. In Europa il confronto vira verso la libertà Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha proposto di elaborare un nuovo sistema di autorizzazione comunitario, fondato su pareri scientifi ci, che lasci liberi di decidere se coltivare o
no gli ogm. Il commissario Ue alla sanità, John Dalli, ha avuto mandato dal presidente Barroso di seguire il dossier sugli ogm. In più, Barroso avrebbe chiesto agli uffi ci della Commissione di riaprire i dossier su patata Amfl ora e mais Mon810, contro cui la Francia si era opposta. Il Mon810, assieme al Mon863 e al Nk603, è stato defi – nito da uno studio del Comitè de recherche et information indépendantesur le génie génétiquement modifi és (Criigen), come «portatore di
potenziale tossicità». Il commissario europeo all’agricoltura, DacianCiolos, e il presidente della commissione agricoltura dell’Europarlamento,
Paolo De Castro, in settimana hanno espresso la stessa linea: «lasciar decidere agli agricoltori europei di seminare ciò che vogliono e ai cittadini-consumatori di acquistare ciò che vogliono».
Luigi Chiarello