Lettera di Paolo Signorelli e Vittorio Zingales al ministro Frattini

Vi riporto in calce due lettere al ministro Frattini che non risultano considerate, nonostante queste dichiarazioni non vengono dalla famiglia del Parlanti, anzi da persone indipendenti che si sono basati esclusivamente sulla documentazione e dai fatti

Katia Anedda

Lettera di Paolo Signorelli e Vittorio Zingales al ministro Frattini

Associazione per la Giustizia e il Diritto “Enzo Tortora”

Redazione di Giustizia Giusta

Viale Giulio Cesare, 59 – 00192 Roma

On. Ministro Franco Frattini,

come Presidente dell’Associazione per la Giustizia e il Diritto “Enzo Tortora”-onlus e come Editore del periodico “Giustizia Giusta” avverto l’obbligo di rivolgermi a Lei per invitarLa, in occasione della Sua prevista visita negli Stati Uniti, ad assumere una precisa posizione presso le competenti autorità statunitensi in difesa dei diritti concultati del cittadino italiano Carlo Parlanti.

Una vicenda, quella di Parlanti, che a definire kafkiana rientra nella dimensione dell’eufemismo.

Mi risulta che anche in tempi recentissimi il Prof. Vittorio Zingales si è rivolto a Lei per denunciare come l’intera vicenda di Carlo Parlanti “sia stata trattata (a tacer di altro) in maniera estremamente negligente, con imperizia e gravi omissioni”. E’ il cattedratico medico legale, autore di una relazione che le è sicuramente pervenuta, a parlare.

Io per mio conto ed in nome dell’Associazione che rappresento e che da anni si batte in difesa dei diritti dei cittadini italiani vittime della mala giustizia, ho seguito e denunciato – dal 2007 – quanto occorso a Carlo Parlanti ostaggio nel carcere californiano di Avenal. In una serie di articoli pubblicati su “Giustizia Giusta”, nell’osservatorio denominato “Diritto Coloniale”, ho in maniera puntuale e documentata appalesato quanto di antigiuridico ed di manifestamente illegale ha caratterizzato la vicenda, nell’assoluto silenzio della stampa nazionale e nella mancanza di un qualsivoglia intervento istituzionale. Si è tollerato, peraltro, che Carlo Parlanti sia stato contro ogni norma del Diritto Internazionale ed Europeo arrestato in Germania e, quindi , estradato negli Usa per essere assoggettato ad un processo monstre in cui la “presunta” vittima, in qualità di cittadina americana, ha sicuramente goduto di “compiacenze, favoritismi e coperture” di cui naturalmente non ha potuto beneficiare il nostro connazionale in un “ambiente estraneo ed ostile”. Parlanti – e Lei dovrebbe saperlo – è stato privato persino del legittimo diritto alla difesa.

Le chiedo se sia accettabile che l’intervento di Hillary Clinton (amplificato dalla stampa internazionale) in difesa di Amanda Knox processata e condannata in primo grado in Italia per un delitto commesso in Italia ed a lei presumibilmente attribuito, sia stato tollerato da uno Stato che di fatto rinuncia, così, alla sua sovranità nazionale.

Come, di fatto, è avvenuto per la strage del Cermis e per l’omicidio di Calipari.

E’ per questo, anche per questo, che avverto il dovere di chiederLe, a nome dell’Associazione che presiedo e – con presunzione – di tutto il Popolo italiano, un intervento deciso presso le autorità statunitensi affinché la vicenda di Carlo Parlanti venga al più presto risolta con la sua liberazione e con l’incardinamento di un nuovo processo in considerazione delle nuove prove emerse grazie anche a quel quid novum emerso dalla relazione del Prof. Zingales.

Buon lavoro.

Paolo Signorelli

Roma 21 gennaio 2010

Dott.Vittorio Zingales

Medico-chirurgo

Via Longano 37

Barcellona P.G.(ME)98051

Onorevole Signor Ministro Franco Frattini

In nome,per conto e nell’interesse del Signor Carlo Parlanti,attualmente ristretto nelle carceri Californiane di Avenal,ho avuto modo di esaminare la documentazione medico-legale allegata agli atti processuali. Ho redatto una relazione medica che la Signora Katia Anedda mi assicura di averLe già fatto pervenire. Ritengo ,in piena scienza e coscienza,che l’intera vicenda sia stata trattata(a tacer d’altro)in maniera estremamente negligente,con imperizia e gravi omissioni. Tali enormi violazioni,gettano pesanti ombre sulla regolarità del procedimento penale avverso il Signor Carlo Parlanti,nostro connazionale. Mi sembra proprio il caso di agitare lo spettro dell’errore giudiziario(tanto per usare un eufemismo)augurandomi ed augurando al senso della Giustizia e del Diritto di ricondurre gli avvenimenti,nel perimetro del vero e giusto processo,dal momento che ci troviamo all’interno di un paese come gli Stati Uniti,che sono e danno l’immagine di una democrazia avanzata che dovrebbe essere luce di civiltà giuridica per l’intero pianeta. Un quid novum certamente è emerso,come la SS potrà verificare dalla mia relazione già in suo possesso inviatale dalla Signora Anedda.La SS si renderà conto,tra l’altro,che la presunta vittima,essendo del luogo e cittadina americana,può aver goduto di compiacenze ,favoritismi e coperture che certamente il nostro connazionale non ha avuto,trovandosi in un ambiente estraneo ed ostile.Le difficoltà squisitamente processuali, e non solo,per il Signor Carlo Parlanti sono state enormi e quindi tutto questo ha portato all’impossibilità di un equo accertamento della verità. Rilevo,altresì,un fatto gravissimo messo in essere dalla autorità giudiziarie americane le quali hanno tenuto celato alla difesa,per oltre quattro anni(fino al 2008/2009) un numero rilevantissimo di prove e di atti usati invece dalla procura. La difesa del Signor Parlanti pertanto ha dovuto agire senza l’obbligatoria e legittima conoscenza di tutto il materiale a carico o a discolpa,privando l’imputato del legittimo diritto alla difesa.Non è stato mai ammesso in processo nessun medico a difesa del Signor Parlanti,pertanto le grossolane inesattezze ed ignoranze medico-scientifiche contenute nelle dichiarazioni ufficiali dei medici americani(e ve ne sono a iosa!)non hanno trovato la legittima e doverosa controdeduzione da parte della difesa.Lasciare più di un lustro,solo ed indifeso,il nostro connazionale Carlo Parlanti,appare disumano e quanto meno inopportuno. A parte tali considerazioni di carattere umano, ritengo che tutti i punti dei quesiti medici siano stati abbondantemente smontati e controbattuti sul piano della scienza medico-legale,facendo emergere le gravi ed inammissibili omissioni e negligenze dei medici americani che hanno tenuto un comportamento delinquenziale e contraddicendosi essi stessi in quasi tutti i punti e denotando in molti casi una preoccupante incompetenza ed ignoranza della medicina .E’avvilente come tutto ciò sia a tutt’oggi avallato e coperto dal Giudice di Avenal che si rifiuta ostinatamente di ammettere le nuove prove emerse. Prego, pertanto,la SS,anche nell’interesse del nostro Stato Unitario,di raccogliere questo grido di dolore che si leva dalla compagna del Signor Parlanti e dalla sua famiglia e da quanti hanno vivo il senso della giustizia e dell’equità.

Dott. Vittorio Zingales

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