Alcoa, una soluzione e non delle toppe: Bersani incontra i lavoratori

Bersani incontra i lavoratori ALCOA che protestano davanti Montecitorio: “C'è il rischio che il paese perda pezzi, l'Alcoa è la punta acuta della crisi ma alla Camera non si fa mente locale. In Aula si va avanti sul legittimo impedimento, c'è un enorme distanza tra la crisi delle imprese italiane e l'agenda politica del governo”.

Per Bersani, per quanto riguarda l’Alcoa la strategia del governo dovrebbe essere di “prendere tempo per cercare un’intesa con la Ue e l’impresa”.

I lavoratori di Alcoa ieri prima del vertice con Gianni Letta a Palazzo Chigi, hanno incontrato anche una delegazione di senatori del Pd composta dal presidente Anna Finocchiaro, dai vicepresidenti Luigi Zanda e Felice Casson, dai senatori Filippo Bubbico, Franca Donaggio, Paolo Giaretta, Paolo Nerozzi, Giorgio Roilo, Francesco Sanna, Marco Stradiotto e Tiziano Treu.
Nel corso dell'incontro, i senatori del Pd hanno ribadito la necessità di incalzare il governo per ottenere strumenti che rendano maggiormente competitivo il sistema industriale ed elettrico del Paese, così che le condizioni di produzione di alluminio in Italia siano comparabili con quelle che esistono in altri Paesi europei che continuano ad essere in marcia senza problemi.
La presidente Finocchiaro ha affermato che “il Pd al Senato è disponibile ad una rapida approvazione del decreto sulla sicurezza dell'energia elettrica nelle Isole maggiori, attualmente all'esame della Commissione Industria”.
Basterebbe cambiare il calendario dei lavori e concludere quanto prima la conversione in legge del decreto sulla sicurezza delle reti elettriche in Sicilia e in Sardegna e sulle iniziative per l’aumento della capacità di interconnessione dell’Italia agli altri stati confinanti, per anticipare un mercato europeo dell’energia.

Per questo oggi il Pd ha votato per il parere favorevole al decreto in Commissione. “È stato questo anche un modo per essere concretamente vicini ai lavoratori che manifestano da ieri in piazza Montecitorio” spiega Luciano Pizzetti, capogruppo democratico in commissione bicamerale per le questioni regionali augurandosi che si arrivi presto all'approvazione del decreto.

“In quel decreto – spiega Bubbico – sono previsti interventi per rendere più sicuro e interconnesso il sistema elettrico di Sicilia e Sardegna. Non essendoci problemi di incompatibilità con l'ordinamento comunitario, il Pd è disponibile ad approvare al più presto questo decreto che risolverebbe il problema dell'accesso alle fonti energetiche delle aziende elettrointensive nelle isole maggiori, e quindi anche in Sardegna”. Contestualmente alla disponibilità all'approvazione del decreto lavoreremo perché il governo si impegni per ridurre i costi generali su tutto il territorio nazionale a vantaggio dell'intero sistema produttivo, anche attraverso il completamento del processo di liberalizzazione del mercato elettrico e del gas.

Nelle stesse ore dell'incontro con i lavoratori a Palazzo Chigi c'è stata una lettera inviata a Berlusconi da Klaus Kleinfeld, Presidente di Alcoa, che sembra aprire un piccolissimo spiraglio alla prosecuzione del negoziato. Alcoa wants to remain in Italy, dice Kleinfeld.

“Alcoa vuole rimanere in Italia. Non sono sicuro che sia vero perché molti atteggiamenti della multinazionale dell’alluminio dicono il contrario, ma dobbiamo esplorare sino alla fine ogni possibilità” dice il senatore del Pd Francesco Sanna: “Bisogna accelerare le verifiche della 'resistenza' ai principi comunitari delle soluzioni per la sicurezza e l’economicità del sistema elettrico che Parlamento, Governo e Autorità per l’Energia hanno elaborato nelle scorse settimane a vantaggio di tutto il sistema industriale italiano. Quel decreto è l’unico modo per evitare pratiche anticoncorrenziali tra i paesi membri dell’Unione”.

Tolleranza zero verso le imprese che non tutelano i lavoratori. E Scajola si accoda al PD
Francesco Boccia propone di revocare i finanziamenti se non sono garantiti i piani d’impresa: ““E’ inaccettabile che la diminuzione dei dividendi o le perdite siano scaricati sulla parte più debole delle imprese, cioè i lavoratori. Il governo si faccia carico di inaugurare una vera e propria tolleranza zero verso grandi aziende e multinazionali che non garantiscono la tenuta dei contratti di impresa, cominciando a revocare i finanziamenti concessi ad Alcoa”. Il portavoce per le questioni economiche del gruppo del Pd alla Camera ci spiega che “è molto lunga la lista dei finanziamenti concessi in questi anni dallo Stato alle grandi imprese e non è più accettabile questo vero e proprio ricatto istituzionale. E’ l’ora delle sanzioni, insomma, verso quei grandi gruppi che hanno goduto di forme di sostegno come la cassa integrazione legata a ristrutturazioni mai completate o finanziamenti con fondi nazionali o comunitari legati ad ammodernamenti che di fatto non hanno garantito la tenuta dei progetti di impresa. Non è più tollerabile che siano messi a rischio migliaia di posti di lavoro da parte di aziende che non hanno portato a termine processi di ristrutturazione nonostante il sostegno dello Stato”.

Una posizione che oggi ha fatto propria il ministro delel attività produttive, Claudio Scajola che parladno di Termini Imerese e Alcoa ha detto: “No a decisioni unilaterali. Alcoa prenderà tutte le conseguenze di una scelta improvvida. Per quanto riguarda gliincentivi stiamo valutando se siano ancora utili o non siano un fenomeno distorsivo del mercato”.

Lo stesso Boccia ha preso atto “del cambiamento di atteggiamento di Palazzo Chigi nei confronti delle vertenze aperte sul fronte del lavoro, e del fatto che su questioni spinose come Alcoa e Termini Imerese, dal governo fanno sapere di avere fatto propria la posizione che il Pd va indicando ormai da sei mesi. Gli effetti del drammatico ritardo con il quale il governo affronta una situazione che nel frattempo si è incancrenita, però, restano tutti intatti”.

Boccia chiede di “trasformare gli auspici in fatti concreti. Bisogna mettere in campo tutti gli strumenti necessari affinché migliaia di lavoratori italiani non vengano sacrificati sull’altare delle strategie internazionali. Inoltre, è arrivato il tempo di definire sanzioni dure e nette nei confronti delle aziende che, come Alcoa, pur avendo usufruito di contributi e incentivi statali non rispettano i piani di ristrutturazione e di riorganizzazione per il rilancio dell’impresa stessa. Il Pd lo chiede da mesi, il governo ci segua anche su questa strada”.

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