“Chiudere Termini Imerese non vuol dire soltanto abbandonare la Sicilia, ma prendere le distanze dal sistema industriale-Paese. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità: da un lato una fiat che chiude Termini Imerese per meri interessi speculatori, dall’altro un governo passivo, incapace di mantenere i livelli occupazionali e di rilanciare il settore automobilistico nel nostro Paese”. Lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia, commentando gli esiti dell’incontro dell’azienda torinese con il governo e le parti sociali.
“Per giustificare la chiusura di Termini Imerese – aggiunge Lumia – il management della fiat dice cose false. La verità è che lo stabilimento siciliano chiude perché si vogliono trasferire ingenti quote di produzione fuori dall’Italia, dove il costo del lavoro è molto più basso. Marchionne deve spiegare perché fino a poco meno di due anni fa proponeva un piano di rilancio di Termini Imerese, che prevedeva il passaggio dall’assemblaggio alla produzione totale dei modelli, con un incremento esponenziale dei livelli occupazionali. Oggi, invece, vuole far credere che Termini Imerese sia uno stabilimento decotto. Tutto falso, perché a Termini Imerese ci sono le infrastrutture: la presenza del porto consentirebbe di abbattere il costo dei trasporti, considerato da Fiat come il vero differenziale che rende lo stabilimento siciliano diseconomico. Inoltre Termini imerese si trova nel cuore del Mediterraneo, dove nei prossimi anni si prevede un'espansione dei mercati. Mantenere la produzione a Termini Imerese, quindi, conviene”.
“Il governo – prosegue l’esponente del Pd – dal canto suo deve smetterla di subire passivamente le scelte della Fiat. Anche qui si nasconde un’evidente verità: quello italiano è l’unico governo che non è stato in grado di affrontare la crisi del settore automobilistico. Sarkozy in Francia, la Merkel in Germania, Brown in Inghilterra, Obama negli Usa hanno svolto un ruolo attivo, offrendo incentivi, ponendo condizioni”.
Per Lumia, quindi, “il tempo è finito. Se il governo non riesce a far cambiare idea alla fiat su Termini Imerese i parlamentari siciliani hanno il dovere di non votare gli ecoincentivi e di convincere anche gli altri parlamentari in tal senso. Nel caso in cui la fiat desistesse dal suo proposito, oltre agli ecoincentivi, si potrebbe pensare ad ulteriori finanziamenti per aumentare la produzione nel nostro Paese, che ad oggi produce molto meno rispetto agli altri Paesi industrializzati”.