Riprende l’ attività parlamentare dopo la sosta natalizia con tema principale il possibile dialogo sulle riforme istituzionali tra PDL e PD rinato quasi per caso dopo l’aggressione a Berlusconi. E’ importante che ci si parli, ma anche che si concluda finalmente qualcosa perché la gente è delusa dall’aria fritta, soprattutto perché molti sono i problemi che incombono. Avere un filo di dialogo è positivo – perché litigare tra sordi non serve a nessuno – mentre purtroppo cresce il problema occupazionale, vedendo almeno il crescente numero delle persone che quotidianamente mi chiedono di intervenire per trovare loro un qualsiasi lavoro, ma con possibilità di sbocco prossime a zero. Questa crisi che sembra assestarsi dal punto di vista finanziario a livello internazionale temo quindi che durerà ben di più del previsto su questo versante, anche perché l’eccedenza di offerta porta a squilibri di lavoro nero, sottopagato o comunque drammaticamente precario. A questo proposito un dubbio: ma la struttura che dovrebbe avviare (o ri-avviare) al lavoro i disoccupati serve effettivamente a qualcosa o solo principalmente a pagare coloro che dovrebbero lavorare per trovare (e non ci riescono) il lavoro ai disoccupati? E’ un dubbio che mi viene vedendo il cumulo incredibile dei costi, il numero e la concorrenza tra queste strutture ma non riuscendo mai a capire e quantificare i risultati effettivi e concreti.