Immunità  parlamentare? Impensabile in questo contesto e senza riforme

Il PD dice no al ddl Chiaromonte-Compagna. Orlando: “E' un'iniziativa personale, non l'idea del PD”. Casson: “Il partito è contrario ad una legge che creerebbe solo sospetti”.

''Si tratta di una iniziativa personale che non corrisponde alla nostra idea su come affrontare complessivamente la questione tra i poteri dello Stato nell'ambito di una nuova fase di riforme istituzionali''. Così Andrea Orlando, responsabile Giustizia, risponde alle domande sul ddl Chiaromonte-Compagna, che reintrodurrebbe nel nostro ordinamento l’immunità parlamentare.

Come aveva già ampiamente spiegato il segretario Bersani nella puntata di “Porta a porta” del 22/12/2009, in questo momento storico l’immunità “non è proponibile, mentre credo che alla fine di un processo di revisione della Costituzione si possa riconsiderare questo rapporto tra politica governo e parlamento in una forma moderna europea”. Era stato proprio il leader PD ad avvertire che se si inverte l’ordine dei fattori “non ne veniamo fuori”.

Orlando ha aggiunto che di immunità si potrà parlare ''quando in questo Paese si affrontera' il tema della riconquista di una centralita' del Parlamento, del superamento del bicameralismo, della riduzione dei costi della politica, di un ritorno all'elezione dei parlamentari, superando la nomina, allora potremo anche discutere come ridefinire guarentigie e garanzie dei parlamentari''.

Insomma se ne potrà parlare quando il provvedimento, nato per tutelare le istituzioni da pressioni esterne, non correrà più il rischio di mettere un parlamentare al di sopra del cittadino comune e al di là della giustizia ordinaria. Se ne potrà parlare quando non si sentirà più nessun avvocato farneticare che esiste un “primus super pares”. Se ne potrà parlare quando riforme dovute renderanno centralità alle istituzioni democratiche, dignità alla politica e fiducia ai cittadini.

Anche il vicepresidente dei senatori PD, Felice Casson, ribadisce: “Una norma singola creerebbe soltanto sospetti di favori ingiustificati verso qualcuno e non servirebbe al tessuto istituzionale del nostro Paese. Un eventuale provvedimento che riguardi l'immunità parlamentare va, infatti, discusso in un quadro complessivo di modifiche costituzionali e insieme anche alle modifiche del sistema giustizia. E' assolutamente indispensabile che quando si parla di modifiche costituzionali si ragioni complessivamente perchè la Carta è una cosa seria e non è possibile intervenire senza avere le idee chiare. Cosa che, in questo momento la maggioranza non ha”.

Iv.Gia

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