Chiunque prendesse visione dell’ultima versione dello Statuto nazionale di Idv, recentemente messa a disposizione sul sito nazionale, si renderebbe subito conto di una evidente anomalia e cioè la mancanza di norme, di solito presenti in tutti gli statuti, tese a regolamentare le modifiche statutarie. In realtà leggendo con attenzione si scopre che, all’art. 10, che disciplina l’Ufficio di Presidenza, si prevede che tra i compiti ad esso assegnati vi sia che esso “modifica e integra il presente Statuto”. Trovo che siffatta disciplina contrasti con un principio elementare: lo Statuto, che è il massimo strumento di regolazione della organizzazione e della vita interna di una associazione (ed un partito è una associazione) non può che essere modificato dal suo massimo organismo, che è appunto l’Assemblea Generale dei soci, cioè il Congresso nazionale. E’ una anomalia, alla quale è difficile dare giustificazioni solide, poiché demandare tale funzione ad un organo del partito, tra l’altro non elettivo, come l’Ufficio di Presidenza, si presta ad interventi dettati da motivi contingenti, mentre uno Statuto dovrebbe essere modificato solo per ragioni che trovano larga condivisione tra gli associati. Tra l’altro questo meccanismo è già stato adottato due volte nell’ultimo anno per rilvere problematiche spicciole, a dimostrazione di quanto da me sostenuto.
Per questi motivi ho deciso di presentare al Congresso Nazionale del 5-6-7 febbraio 2010 la seguente mozione
“Il partito, e per esso i suoi organismi dirigenti nazionali, ed in particolare l’Ufficio di Presidenza, che ne ha la competenza ai sensi dello statuto vigente, devono introdurre all’art. 7 la previsione della competenza del Congresso Nazionale per le modifiche statutarie togliendola all’Ufficio di Presidenza (art. 10). Devono inoltre introdurre un articolo 7 bis, che disciplini le procedure per le proposte di modifica, prevedendo le modalità di presentazione delle medesime (con sottoscrizione di non più di 150 delegati) e le maggioranze richieste per l’approvazione (non oltre i 2/3 del delegati).”
Chiunque voglia sottoscrivere la mozione potrà farlo inviando un messaggio in posta elettronica al seguente indirizzo di posta elettronica: opinioni@antonioborghesi.itIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo