Io credo che il teologo Vito Mancuso sia sulla via dell'ateismo. Nel nuovo libro “La vita autentica” torna a ripetere la sua idea del Principio Ordinatore impersonale. Così scrive a pag. 163: “La legge che presiede al farsi del mondo non è pensabile come provvidenza personale, bensì come logica impersonale che nel tendere all'armonia non si cura dei singoli. So bene che per qualcuno, abituato a pensare in termini di provvidenza personale, questa concezione può risultare fredda e inaccettabile, ma non se la deve prendere con me, bensì con chi ha stabilito che le cose del mondo debbano andare così. E che vadano così non ci sono dubbi: basta aprire gli occhi e guardare, a partire dagli oltre ottomila bambini che ogni giorno vengono al mondo segnati da una delle migliaia di malattie genetiche, fino a incidenti, fatalità, malattie, sciagure naturali che colpiscono come capita, senza guardare in faccia nessuno”. Quando Vito Mancuso comincerà seriamente a chiedersi per quale motivo il Creatore avrebbe “stabilito che le cose del mondo debbano andare così”; per quale motivo questo sarebbe l'unico dei mondi possibili; e se lo è, perché non abbia fatto a meno di crearlo, quando si farà seriamente queste domande, allora diventerà ateo. All'origine di tutto, anche del male di questo povero mondo, ci sarebbe sempre Dio, e quindi la sua responsabilità. A qualcuno potrò sembrare sfrontata, forse blasfema, ma io, davanti alla sofferenza atroce di un solo bambino, a Dio autore del Principio Ordinatore impersonale, non posso fare a meno di chiedere: “Dio, mio Dio, ne valeva le pena?”.
Elisa Merlo