“L’amore e’ un concetto che spesso in politica si strumentalizza per motivi personali e di consensi ”
Basterebbe leggere l’articolo secondo della Costituzione per valorizzare queste affermazioni:”La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, richiedendo dei doveri inderogabili di solidarieta’”, un principio personalista, che il legislatore spesso dimentica e per motivi “personali” si sottrae dall’applicarlo (chiamiamole leggi ad personam). Amare significa soprattutto rispettare i diritti umani sotto qualsiasi forma e principio. Il P.D.L. (Partito della Liberta’) ultimamente e’ stato ridefinito a torto o a ragione il P.D.A (Partito dell’Amore), un vero partito dell’amore in democrazia deve amalgamare valori come liberta’ e uguaglianza, solidarieta’e lavoro, [art. 2/3/4] principi assenti in ogni programma politico dei partiti presenti e passati, ma oggi vegono tirati in ballo solo per motivi propagantistici e di consensi. Vorrei abbattere (mi consenta) un’altra leggenda metropolitana: “gli enti di solidarieta’ con o senza scopo di lucro, anche religiosi, contrariamente all’immaginario collettivo dimostrerebbero invece il fallimento della politica, ossia l’assenza dello Stato di diritto”. Non si puo’ amare il popolo e lasciare le fascie deboli e indigenti a loro stessi o nelle mani di sfruttatori, occorre piu’ solidarieta’ sociale da parte dello Stato. Sarei un presentuoso nell’affermare che il PIE (partito nascente degli italiani dall’estero) vuole essere un Partito dell’Amore, ma senza mezzi termini o demagogie, si puo’ affermare che e’ un partito che si fa “amorevolmente” alla Costituzione e ai suoi primi quattro articoli, la nostra piattaforma di lancio. Personalmente cambierei anche la formula di giuramento previsto dalla legge n.400 del 1988, in:
“ Giuro di essere fedele alla Repubblica, di RISPETTARE letteralmente la Costituzione, adempiendo agli articoli 1,2,3 e 4 e di esercitare le mie funzioni esclusivo della Nazione, nel rispetto dell’articolo 28”.
Giuramento che estenterei a tutti i politici, aspiranti politici e pubblici funzionari, applicando in toto l’articolo 28 della Costituzione:” I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali civili e amministrativi, degli atti compiuti in violazione dei diritti dei cittadini”
Con questo, vorrei augurare anch’io dopo Salvatore ai pieisti ovunque risiedino e a tutti gli uomini di buona volonta’ un felice anno nuovo all’insegna di un’Italia una e di tutti.
Carmine Gonnella Londra