di Andrea Scanzi
Pensavo che il confino fosse peggiore. Invece alle Azzorre non si sta poi così male. Mi sono mancate poche cose: la canasta con Luigi Amicone, i giri di cedrata guatemalteca con Pio Pompa, i film hard con la Pimpa vestita da Massimo D’Alema mentre cazza la randa al largo di Panacea col suo due-alberi turchese.
Per ammazzare l’attesa, mi sono scritto una lettera di minaccia da solo. La prima volta l’ho firmata Pierino Vanesio. Mi ha chiamato subito la Questura azzorriana: “Non è credibile, questo nome non l’abbiamo mai sentito”. Umf.
Allora ho riprovato. Ho scritto un’altra lettera di minaccia e l’ho firmata Filippo Facci. Mi ha chiamato di nuovo la Questura azzorriana: “Non è credibile, è scritta troppo bene e ha quasi una logica”. Umf.
Allora ho riprovato. Ho spedito una lettera in bianco, senza firma, senza inchiostro, senza niente. Vuota. La questura azzorriana mi ha chiamato un’altra volta. Stavolta era allertatissima: “C’è un problema, le ha scritto una lettera di minaccia Fabio Fazio”.
Uh.
Vedo che in queste settimane non avete avuto problemi ad ammazzare l’attesa, solidarizzando con un killer efferato e sprecando tempo in cortei viola. Siete senza speranza, nient’altro che amici di Spatuzza (cit). Voi e i vostri testimonial dai nomi esecrabili: Ulderico Pesce, Moni Ovadia, Dario Fo. Siete sbagliati anche all’anagrafe, ve ne rendete conto?
Punto primo: le manifestazioni, in Italia, servono solo ad allungare il weekend (infatti le fate solo di sabato e quando c’è buon tempo, oggi non si sta mai fermi un momento, cit). Punto secondo: il viola non è il colore dell’autodeterminazione dei popoli, ma solo il colore degli sfigati e della Fiorentina (entità che peraltro tendono a coincidere). Punto terzo, sul No B-Day (nome ridicolo come voi) ha ragione Laura Ravetto – va da sé che io, ovviamente, non so cosa abbia detto Lady Blackberry in mezzo alla vostra gita romana, ma so che un telegiornale libero come il Tg2 l’ha intervistata la domenica successiva alla manifestazione, all’ora di pranzo. E questo mi basta per dormire sereno, sognando Livio Turco travestita da Flavia Fortunato a Sanremo 1983, quando eseguì Casco blu di fronte a una platea trasversalmente abbacinata.
Io mi erotizzo così, anche questo l’ho imparato da Amicone.
L’arringa del mejo Condottiero del bigoncio
Voi, miserandi e sommamente esecrabili, vi aspettereste adesso la solita gragnuola (con la “u”: fa più monarchia sabauda) di critiche al potere precostituito. Vorreste che elargissi strali sui titoli di Littorio Feltri, sul prognatismo carnivoro di Belpietro, sullo stalagmitismo virulento di Capezzone. Vorreste che spargessi fiele su Boniauti e Cicchitto, Iva Zanicchi e Gabriella Carlucci, James Bondi e Occhiodibue Gasparri, senza dimenticare di plaudire alla ritrovata vena democratica del compagno Gianfri Fini (così, per atteggiarmi a un editorialista di Repubblica, o anche solo a Fiorella Mannoia).
E invece no. No, no e poi no. Io voglio parlarvi di Silvio Berlusconi e di quello che ha detto a Bonn. Un grandissimo momento di democrazia, di fratellanza, di solidarietà. Qualcosa che mi ha scaldato il cuore, come le smentite di Graviano, i gol del portiere Butt e gli editoriali di Minzolini.
Sia lode (e smettetela di solidarizzare con Massimo Tartaglia: è stato un gravissimo attentato alla democrazia, siete ancora ai tempi di Gaetano Bresci, vergogna).
Allora, contestualizziamo, che con voi tocca sempre partire dall’abc. C’è lui – Silvio – che parla al Congresso del Partito Popolare Europeo a Bonn. Il consesso è assiso (adoro le allitterazioni inutili) e, silente, ascolta il Tribuno. Il quale, dall’alto della sua statura rasoterra, trasforma un innocuo intervento nell’ennesima appendice degli strali mussoliniani da Piazza Venezia. Vamos (cit).
Lo si analizzi con la consueta dovizia.
“Consentitemi (ci mancherebbe altro) – visto che anche altri colleghi l’hanno fatto (tanto ne avresti parlato lo stesso, ti conosco mascherina) – di parlarvi un minuto del paese (e qui già tutti hanno pensato: oddio no, cazzo, ora questo qua ci fracassa la uallera un’altra volta con le sue arringhe sui kapò e le toghe rosse). L’Italia…siamooooo (ooooo) la terza economia d’Europa (certo, come no; e la quarta nel mondo, dietro Uganda, Burkina Faso e Far Oer), abbiamo vinto anche noi molto bene (molto bene, modulo 4-2-4. quadripletta di Bonaiuti, ammonito Cicchitto al terzo del secondo tempo per entrata sull’alluce valgo della Serracchiani) le elezioni (si guarda in giro, le braccia stentoree appoggiate sul leggio, l’occhio rivolto verso un imprecisato punto nello spazio)… abbiamo una maggioranza forte e coesa (molto coesa, e Fini sta lì a dimostrarlo), un governo molto operativo (che è anche vero, ma non so se sia un bene), un Premier (gesticola tipo Arlecchino colpito a mitraglia dalla Banda della Magliana) super (cioè lui: se lo dice da solo. Io sono super, er mejo figo del bigoncio e ce l’ho pure lungo come Big Jim modello Siffredi), oltre il 60 percento di apprezzamento (non si sa rivelate da chi) dopo le prove di efficienza date per la soluzione del problema dei rifiuti ereditato dalla sinistra in Campania (la monnezza la metteva lì Saviano, apposta, per fare un dispetto a lui) e l’organizzazione del dopo-terremoto in Abruzzo (lucrare sulle tragedie compatta il paese) abbiamo raggiunto il 68,8 percento (numeri a caso: in pochi secondi siamo passati dal 60 al 68.8. Neanche Usain Bolt una progressione così)… Poi dopo esiste naturalmente una sinistra (che già – naturalmente – sarebbe una notizia, se solo esistesse) forte dell’80 percento della stampa italiana (nella quota sono compresi anche la Pravda di Antonio Polito e il Ciclostile dei marxisti-leninisti di Aulla) che mi ha attaccato su tutti i fronti (carogne sovversive che non siete altro) inventandosi delle calunnie incredibili (tipo che Berlusconi è democratico) che tuttavia mi hanno rafforzato perché coloro che credevano in me, oggi sono ancora più convinti di quello che stiamo facendo (qui è inattaccabile: rassegnatevi, nipotini di Breznev) e soprattutto mi dicono: “Mamma mia, ma dove trovamo uno che è forte, duro e con le palle come Silvio Berlusconi” (dal che si evince che Berlusconi, nella vita reale, frequenta solo scaricatori di porto, camionisti de Testaccio e Daniela Santanchè)”.
Toghe rosse e catarri bolscevici
A questo punto l’assise (cit), sempre unita in un sol consesso (cit), è già attonita. E pensa: ma davvero gli italiani sono così imbecilli da credere in questa sagoma? Risposta: no. Gli italiani sono peggio. Molto peggio. Gli italiani sono dei Berlusconi ipotetici. Che, come tutte le ipotesi, tendono ad avere un debole per le tesi. Ancor più se concretizzatesi (vi ci si mi ci si vi, cit).
“Bene…hhhmghrrr (catarro bolscevico, espulso mediante gargarismo in mondovisione: son bei momenti). In I-ta-lia (scandito a mo’ di Duce, tu sei la luce, fiamma dei nostri cuor) però attraversiamo un momento di tran-si-zio-ne (vero, dura da 15 anni e funziona così: la democrazia è sospesa, la sinistra è morta e la destra sprizza salute da tutti i pori di Calderoli). Particolare (parola – riferita a transizione – detta in corsivo, Berlusconi ogni tanto si formatta il pensiero e sembra Baricco). Ve ne parlo (e noi tanto ci tenevamo) perché molti giornali dei vostri paesi hanno cambiato la realtà delle cose (ad esempio raccontando la realtà, che in Italia è una deriva populista inaccettabile). In Italia non c’è l’immunità parlamentare (e questo è un male, sia chiaro), in Italia i pubblici accusatori (?) non dipendono dal governo, dall’esecutivo (e questo è semplicemente immondo: un pm al soldo del Premier eviterebbe un sacco di grane – a noi e soprattutto a Ghedini) e si è formato via via nella sinistra un partito dei giudici (ahahahahahahahhahahaha) non riuscendo la sinistra che è divisa direi allo sbando (non meno della tua sintassi, Silvio) ehh ehhhh ghhhh ehhh (addio, l’embolo è in agguato) agggghadavereragione (boh) attraverso la politica, cerca di avere ragione del centrodestra attraverso i processi (okay, questa l’ho capita)”.
L’arringa, sin qui, è un po’ deludente. Lo so, lo ammetto, non c’è bisogno che me lo facciate notare con quelle espressioni da Anna Finocchiaro che ha letto l’ultimo pizzino di Latorre. Tutti si aspettavano di meglio, io per primo. Invece, sin qui, niente. Neanche un accenno a Betlemme, agli unti dal Signore e altre virtù messianiche assortite. Uffa.
Ma io sento che Berlusconi sta per dargni bragia (sempre perifrasi gergale, aretina, per l’esattezza chianina, che si suole utilizzare per indicare qualcuno e/o qualcosa che sta per dare gas, in senso eufemistico, laddove con ciò – per eufemistico – intendiamo il desiderio/coazione di metterci grinta, di esasperare la contesa, di esagerare il messaggio: insomma, dargni bragia vuol dire questo, spingere il pedale sull’acceleratore, anche se in quel momento non state guidando. Se ancora non lo avete capito, siete solo dei Facci).
Dagni bragia (cit), Silvio
“Io sono stato investito (sfortunatamente non da una mandria di facoceri imbelliti: la natura ha ben strane regole) da una serie di 103 procedimenti, 913 giudici (scioglilingua, provate a dirlo ad alta velocità: vale per 33 trentini entrarono a Trenta trotterellando etc) si sono interessati di me (a me, cribbio: a me), 587 visite della polizia giudiziaria e della guardia di finanza, credo – AH!!! (oddio, ora che ha fatto? Che accade? Un colpo apoplettico?) – 2520 udienze (fiuuu, fortuna che non era nulla. E’ d’acciaio, il Berlusca. Mica smidollato come voi). Credo che sia il record (gesticola mimando idealmente il mappamondo di Chaplin) universale della storia (sempre volare bassi, mi raccomando: a noi Norimberga ci fa una sega) però soltanto assoluzioni (e prescrizioni, e Mills, e leggi ad personam, e lodi, ma non stiam qui a fare i micragnosi) perché per fortuna è solo una parte dei giudici che sta con la sinistra, poi soprattutto i giudici del secondo e del terzo livello sono giudici veri come negli altri paese (si chiama Postulato Graviano: se un giudice o un pentito dice una cosa sgradita al Premier, è un minchione; se dice una cosa gradita, o meglio ancora non dice niente, è un eroe – che magari di cognome fa Mangano).
Bene (mica tanto) che cosa succede in questo momento in Italia? (eh, dimmelo, che io a furia di leggere Amicone ho perso qualche passaggio, miseriaccia di una miseria ladra). Succede un fatto particolare che chiamo di tran-si-zio-ne (sì, ma l’avevi già detto due minuti fa) e che dobbiamo rimediare (e vai, giù di ricino e Brachino). E cioè: la Costituzione italiana come tutte le nostre costituzioni (e qui tutti si guardano, mediamente sgomenti) dice: La sovranità appartiene al popolo (non dice esattamente questo, e soprattutto non dice solo questo, ma vai avanti che son curioso). Bene (eddai: ogni volta che dice Bene, mi prende un herpes alle gonadi). Il popolo vota, ed è il Parlamento che riceve dal popolo la sovranità (e fin qui te la passo). Il Parlamento fa le leggi, ma se queste leggi non piacciono al partito dei giudici della sinistra (ahahahahahahahhaahah), il partito dei giudici della sinistra si rivolge alla Corte Costituzionale, che ha 11 componenti su 15 che appartengono alla sinistra (numeri a caso), perché i 5 componenti di nomina del Presidente della Repubblica sono tutti di sinistra in quanto abbiamo avuto purtroppo (purtroppo: Gheddafi in quel momento era impegnato) tre Presidenti della Repubblica consecutivi tutti di sinistra (proprio sfiga nera), quindi da organo di garanzia la Corte Costituzionale si è trasformata in un organo politico (uno potrebbe fargli notare che, anche senza quei tre trotzkisti di giudici voluti da Marx Scalfaro, Engels Ciampi e Majakovskij Napolitano, la Corte aveva comunque la maggioranza a sinistra – 8 su 15 -, sempre secondo la sua ricostruzione, ma in fondo chi se ne frega. Ormai siamo alla Teoria del Fiasco: più la sparo grossa, più gni do bragia). E abroga (ABROGA) le leggi fatte dal Parlamento. Quindi la sovranità oggi in Italia… (qui fa una pausa, perché sa anche lui che sta per dirla troppo grossa: forse si ferma, forse si ferma. No, non si ferma)…non credo di dire una cosa eccessiva (no, quando mai? Che vai a pensare, vecchia sagoma) è passata dal parlamento al partito dei giudici (ahahahahahahahahahahahhahahah: I-D-O-L-O)”.
Sognando garrote (che due palle la Costituzione)
A questo punto basterebbe ricordargli, per dirne una, che l’uomo confonde il diritto legittimo a governare con la sovranità illimitata e l’impunità, ma noi non siamo comunisti come Gianfri Fini (io no, almeno: voi sì). Si potrebbe però replicare che, secondo Berlusconi, la sovranità popolare vuol dire vincere e fare il batacchio (sinonimo di “verga”, qui intesa non come scrittore realista bensì quale organo erettile maschile) che si vuole in Parlamento. E se – per dire – il governo, legittimamente legiferante (?), varasse la garrota per tutti quelli che si fanno meno di due seghine al mese, la Corte Costituzionale non potrebbe a ciò opporsi perché il governo ha la maggioranza? Funzionerebbe così, Silvio? Wow, figo. Mi ricorda Pol Pot, e a me Pol Pot non dispiaceva (anche se era comunista).
Però, all’interno dell’assise assisa, nessuno parla. Il consesso è alfine stremato. E c’è da capirli.
Leggi così giuste, così naturali, così necessarie
“Due esempi di leggi recentemente abrogate (o vai, giù: facce’ sogna’). Una legge per cui un cittadino, accusato di un reato, portato davanti a un Tribunale della Repubblica, assolto (pausa), la legge dice Basta, non puoi più essere richiamato in secondo e terzo grado, rimesso nel girone infernale (sempre parole misurate) dei processi che ti rovina la vita eggg checheche (?) e rovina la famiglia alla tua famiglia e ai tuoi cari, così come succede nelle altre grandi democrazie (ad esempio quella di Bokassa), una persona per un fatto si giudica una volta sola (e se è colpevole magari la si brucia fischiettando con le mani in tasca). Questa legge, così giusta (giustissima), così naturale (oserei dire biblica), così necessaria (oserei dire divina), è stata abrogata su richiesta dei pubblici accusatori di sinistra dalla Corte Costituzionale. Altra legge (si sbadiglia a più non posso, intanto, tra i banchi ormai neanche più assisi). Presidente della Repubblica, della Camera, del Senato e il Presidente del Consiglio (che casualmente è lui) durante il loro mandato, dovendo dedicarsi completamente alla cura degli interessi del paese (AHAHAHAHAHA: questo è veramente un gigante, ragazzi – anche se non sembra), devono vedere i loro processi sospesi (e prescritti, e annullati, e cancellati: altra legge così giusta, così naturale, così necessaria – e pure un po’ orgasmica). Si sospende anche la prescrizione (ma anche no), i processi riprendono alla fine dell’incarico (ahahahahahahahahah). Anche questa legge (perdindirindina) ha stata abrogata (HA STATA ABROGATA?????) dalla Corte Costituzionale (di sinistra) che praticamente ha detto ai pubblici accusatori Riprendete la caccia all’uomo nei confronti del Primo Ministro (ha detto proprio così, testuale). Bene (eddai: “bene” una mazza), questa è una situazione che voi dovete sapere (lo sapevano anche prima: non guardano solo Minzolini all’estero – anche se spopola nelle catacombe di Ankara) perché molto spesso nei vari paesi i giornali rappresentano la situazione in modo completamente ho detto (?) diverso (diversa: situazione è femminile) dalla realtà. E’ una situazione transitoria, certamente (menomale: io non vedo l’ora che si arrivi direttamente alle leggi razziali, la repubblica di Arcore e soprattutto al momento in cui Capezzone interpreta Galeazzo Ciano). Abbiamo una grande maggioranza in Parlamento (oddio che PALLE, ora ricomincia), stiamo operando per cambiare questa situazione (menomale, va’) anche attraverso la riforma della nostra Costituzione (DAJE)”.
Consecutio temporum che grondano sangue
Siamo quasi alla fine, ancora un attimo di pazienza. Risciacquatevi la bocca con queste stille di saggezza libertaria. E smettetela di leggere Rodotà e Casini: con questo uomo bisogna dialogare, garantiscono D’Alema e Peppino Caldarola. Altro che Comitati di Liberazione Nazionale. Qua non ci sono più né partigiani, né passeri sul ramo (cit). Solo repubblichini tracimanti.
“Ultima notizia (non vedevo l’ora). In Italia il Popolo della Libertà che è il mio partito (ah sì? Credevo che il Silvio militasse nelle milizie d’assalto di Fabio Mussi) è davvero il rappresentante totale e completo del Partito Popolare Europeo (e qui l’assise ha pensato, all’unisono: ecchecazzo, le disgrazie non vengono mai sole). Abbiamo avuto l’onore e il piacere di adottare come nostra carta dei principi e dei valori, integralmente, la Carta dei valori del nostro Partito Popolare Europeo (la frase, fateci caso, non vuol dire NIENTE e ha una consecutio temporum che gronda sangue). Un partito ehhhh (ehhhh) che rappresenta la forza dell’Europa, che rappresenta anche lasciatemelo dire (vai vai) la speranza dell’Europa e in cui tutti noi qui abbiamo l’onore di riconoscerci perché crediamo davvero di poter fare bene per… i nostri paesi (sta cercando una chiusa forte, l’applauso, ma si è incartato manco fosse il Pandoro Melegatti con la glassa al cedro celiaco) e per il nostro popolo europeo (pausa: ma l’applauso non scatta. Per forza, non gni dà abbastanza bragia. Il ragazzo mi sta accusando una flessione)”.
La barzelletta, le matte risate e lo zaino-Italia
Gran finale, però. E qui si vola. E’ il momento della barzelletta. Il nonnetto sta seduto al focolare e ci obbliga a ridere, pena la passata alle armi.
RIDETE, ordunque.
“Sono stato un po’ troppo serio (io avrei usato un’altra parola) e allora finisco raccontandovi l’ultima storiella di Berlusconi (che sarebbe lui: ‘sto qua è più autoreferenziale di Mourinho) che è stata data da una televisione privata ieri sera (immagino raccontata da Meluzzi, magari). C’è un aereo (accusa un vago tremito, forse un reflusso esofageo trotzkista. Poi però passa). A bordo Obama, Berlusconi, il Papa, un assistente del Papa. L’aereo si guasta, i piloti decidono che ci si deve gettare col paracadute. Ma ci sono solo cinque paracadute, ahimé (no no, può essere una buona notizia, per certi versi). I piloti ne prendono due (e ci sta) e dicono ai quattro passeggeri: Ci sono tre paracadute, fate voi (chi erano i due piloti, Olindo e Rosa?). Obama prende il primo, Naturalmente – dice – sono l’uomo più potente del mondo, questo spetta a me (si noti la bella immagine altruista che viene data del presidente abbronzato). Berlusconi, sapete com’è, prende il secondo e dice: Io sono l’uomo più intelligente d’Europa e quindi spetta a me (questa parte è credibile). Il Papa dice Io sono il Papa ma tu sei giovane, prendilo tu. Il giovane dice: No Santità, sono rimasti due paracadute. Come mai? Perché l’uomo più intelligente d’Europa si è buttato col mio zainetto (ahahahahahahahahahahahah)”.
Ahahahahahahahahahah.
Ahahahahahahahahahah.
Ahahahahahahahahahah.
Le matte risate. Soprattutto pensando che, dentro quello zainetto, ci siamo noi.
P.S. E ora scusate, ma vado a chiedere l’amicizia al sottosegretario Casellati. E’ una che mi gasa.