LE ASSOCIAZIONI CHIEDONO IL RITIRO DEGLI EMENDAMENTI IN FINANZIARIA SULLE FONTI RINNOVABILI

Milano, 24 novembre 2009 – ANEV, APER, FEDERPERN, FIPER, GREENPEACE ITALIA, ISES ITALIA, ITABIA, KYOTO CLUB e LEGAMBIENTE, rappresentanti del settore dell’industria dell’energia rinnovabile e dell’ambiente, hanno sottoscritto un documento congiunto che esprime la loro netta contrarietà all’emendamento di fonte governativa alla Finanziaria per il 2010, nel quale si utilizzano le disposizioni ivi contenute per far cessare gli effetti del provvedimento Cip n. 6/92, al fine di ripristinare il dettato normativo della Direttiva 2009/28/CE per veicolare drastici interventi contro lo sviluppo delle rinnovabili.

Le suddette Associazioni ritengono che tali emendamenti, anche a causa della loro estemporaneità, debbano essere ritirati, dato che la loro approvazione provocherebbe innanzitutto una forte confusione nel mercato, tra gli operatori e negli investitori, a causa del repentino ennesimo mutamento delle regole del gioco in corsa.

Tali emendamenti, inoltre, provocherebbero la crisi di un settore, quello della produzione di energia da fonte rinnovabile, attualmente in grande sviluppo, oltre tutto anticiclico e con notevoli prospettive economico-occupazionali (almeno 250.000 addetti diretti ed indiretti al 2020), e impedirebbero all’Italia di mantenere gli impegni per il raggiungimento degli obiettivi vincolanti al 2020 (17% dei consumi finali di energia coperti da fonti rinnovabili), definiti in sede europea nel pacchetto Energia-Clima, con la grave conseguenza di dover sostenere elevate penalità finanziarie a causa del mancato raggiungimento del target.

In questo contesto si inserisce l’invito al Governo ad avere un atteggiamento coerente, in materia di strategia delle politiche energetiche nazionali, con quanto più volte dichiarato da mesi nelle varie sedi istituzionali, sostenendo con continuità e concretezza lo sviluppo dell’efficienza energetica e la promozione delle fonti rinnovabili per contribuire al riequilibrio del mix energetico nazionale, che deve migrare verso un’economia a bassa intensità di carbonio.

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