Il caso Cucchi

Sen. Alberto Maritati ( Pd) ed altri

Al Presidente del Consiglio dei ministri – Premesso che:

nella notte tra il 15 e 16 ottobre 2009 a Roma, presso il parco degli Acquedotti, il signor Stefano Cucchi è stato arrestato dai carabinieri perché in possesso di un modesto quantitativo di stupefacenti; nella giornata del 22 ottobre è stato comunicato il decesso del giovane;

tra queste due date, Stefano Cucchi ha trascorso una notte nella camera di sicurezza di una caserma dei carabinieri; è stato trasferito dai carabinieri nel carcere di Regina Coeli; ne è stato disposto il ricovero all'ospedale Pertini. In questo tempo, i suoi familiari hanno cercato di vederlo e chiesto insistentemente notizie sulle sue condizioni di salute, senza ottenere risposta; all'obitorio, si sono trovati di fronte un corpo e un volto con segni evidenti di violenza;

solo a seguito delle vibranti proteste dei familiari del giovane e della loro richiesta di conoscere la verità sulla sua morte, della pressione dell'opinione pubblica su un fatto che appariva tanto grave quanto sospetto, delle interrogazioni presentate da più parti politiche alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, si è messo in moto un processo teso all'accertamento delle responsabilità in tale vicenda, che non sono al momento chiarite;

il giorno 9 novembre, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile, Carlo Giovanardi, ha dichiarato in un'intervista radiofonica che “la verità” sulla morte di Stefano Cucchi non potrà che venire fuori: secondo tale asserita verità, il giovane sarebbe morto perché anoressico e drogato;

le dichiarazioni del sottosegretario di Stato Giovanardi non si sono limitate a tali parole, a giudizio degli interroganti stupefacenti quanto poco meditate; ad esse se ne sono aggiunte altre, altrettanto gravi: l'accusa a Cucchi di essere uno spacciatore abituale; di essere ridotto, in quanto tossicodipendente, ad una larva, uno “zombie”; l'affermazione che fosse sieropositivo; un tentativo non velato di scaricare le responsabilità della morte sulle spalle della vittima stessa, cosa a giudizio degli interroganti intollerabile in uno Stato di diritto;

tali dichiarazioni, come si è da più parti sottolineato, sembrano agli interroganti tese a mettere in secondo piano le indagini sulla responsabilità della violenza subita da Stefano Cucchi, e in ogni caso sull'assenza di rispetto della dignità e del “corpo” di un uomo sottoposto a restrizione della libertà;

ad opinione degli interroganti è aberrante la negazione dell'evidenza compiuta dal Sottosegretario di Stato: egli trascura di dare e di chiedere conto delle fratture, dei lividi e delle tumefazioni riscontrate sul corpo di Cucchi. Tace sul fatto che la vittima abbia chiesto inutilmente di poter incontrare il suo avvocato di fiducia. Ignora volutamente che la famiglia è stata tenuta all'oscuro delle condizioni dell'uomo e non è stata tempestivamente informata della sua morte;

i comportamenti e le parole di un rappresentante del Governo, qual è l'onorevole Giovanardi, non possono essere relegati al giudizio della sua o di altre coscienze, perché hanno una rilevanza pubblica e pertanto coinvolgono la responsabilità sua e dell'Esecutivo al quale egli appartiene;

ad opinione degli interroganti il disvalore del messaggio che egli lancia ai cittadini, in particolare agli operatori della legalità e alle giovani generazioni, è palese e offende la cultura giuridica di un Paese che ha iscritto tra i suoi principi il rispetto della persona umana,

si chiede di sapere:

se il Presidente del Consiglio dei ministri sia a conoscenza delle valutazioni espresse dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, e se le condivida. Nel caso in cui le stesse siano frutto di un esclusivo ed arbitrario pregiudizio del Sottosegretario citato, se non ritenga necessario distinguere espressamente la posizione del Governo;

se non ritenga che la drammatica vicenda di Stefano Cucchi, che suscita domande che appartengono ormai alla coscienza prevalente dei cittadini italiani, non meriti, oltre che il rispetto, un'attenzione continua da parte dei Ministri competenti perché siano chiariti tutti gli aspetti ancora in ombra e siano adottate le misure utili ad impedire che simili storie possano entrare nella cronaca.

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