San Pietro al Signore: «Signore, giacché le cose sulla terra vanno sempre peggio; l'amore per il prossimo di tante persone oneste, non è servito e non serve ad evitare che milioni di bambini muoiano di fame, ed altri siano sfruttati, violentati, maltrattati; il dolore degli uomini a causa della malvagità d’altri uomini è ancora immenso, non sarebbe il caso di cambiare strategia, ed anziché sfruttare la bontà di tanta brava gente, sfruttare l'egoismo che è molto più diffuso e più forte dell'altruismo? Signore, facciamo sì che la sofferenza diventi contagiosa come una malattia: quando un bambino soffrirà la fame, tutti gli uomini soffriranno la fame, anche se s'ingozzeranno di cibo… Accadrà, Signore, che per non soffrire la fame, gli uomini si adopereranno affinché nessuno soffra la fame…Signore, non l'amore per il prossimo, ma l'amore per se stessi farà svanire la sofferenza. Il mondo cambierà grazie all'egoismo». A parte le fantasie, in realtà, se la notizia che ogni giorno più di diciassettemila bambini (sei milioni l'anno), non rattristasse gli uomini solo per qualche minuto, o per qualche ora (i più sensibili), se la notizia ci impedisse di mangiare e magari anche di digerire, se le immagini degli scheletrini dalla pancia gonfia restassero indelebili nella nostra mente, se ci togliessero la voglia di vivere, di ridere, di scherzare, davvero il mondo cambierebbe. Magari anche per altruismo, giacché per comprendere appieno la sofferenza altrui, bisogna aver sofferto.