Anna Magnani in Mamma Roma in preda ad un’angoscia grande infinita quanto il suo amore, grida con la sua voce roca al figlio E ancora non la sai tutta la cattiveria del mondo : sequenze di un film straordinario, come gli attori , il regista Pier Paolo Pasolini, lo stesso che scrive Supplica a mia madre. Quando ho letto che altre madri di Roma chiamano a raccolta sabato 14 novembre, le altre, anche quelle che non lo sono, non lo saranno mai, quelle sparse in ogni angolo della Terra, che aspettano un ritorno, quelle che non aspettano più e cercano una spiegazione, non vogliono stare sole nel loro dolore, nell’assenza allora ho pensato a quella dimora del tempo sospeso… “Spegniamo il fuoco e torniamo a vivere e a morire nelle nostre case. Non cerchiamo mai di opprimere o di rassegnarci ma di essere liberi, innanzitutto. Di sorprendere e meravigliarci. Mai dormire in sè stessi ma addormentarsi fuori di sé, per uscire dai nostri corpi, lasciando a chi resta l’insegnamento del sogno e qualche gesto da ricordare“.
Doriana Goracci
Morire di Stato
Salutare un figlio. Rivederlo morto.
E’ il dramma di Patrizia, madre di Federico Aldovrandi, ucciso da quattro poliziotti durante un fermo.
E’ il dramma di Ornella madre di Niki Aprile Gatti, morto nel carcere di Sollicciano (Firenze).
E’ il dramma di Maria, madre di Manuel Eliantonio, morto nel carcere di Marassi a 22 anni.
E’ il dramma della mamma di Stefano Cucchi, morto in carcere a Roma dopo un arresto per pochi grammi di droga.
Uno stato che sottrae un figlio e lo restituisce morto, negando ogni possibilità di avvicinarlo, di esercitare il diritto di ogni madre di constatare la salute e le condizioni del proprio figlio, anche di chi si trovi in carcere.
In ricordo di Renato, accoltellato per odio e intolleranza nel 2006, le Madri per Roma Città Aperta vogliono interrogarsi su questi eventi, su queste maternità negate che calpestano i diritti dell’individuo e rappresentano un gravissimo segnale di deriva della nostra democrazia. Anche queste morti appartengono al tema della sicurezza. Sicurezza anche dei cittadini quando hanno a che fare con le istituzioni repressive e carcerarie. Per questo come madri non vogliamo dimenticare Nabruka Mimuni, la donna che si è tolta la vita nella notte tra il 6 e il 7 maggio di quest’anno nel lager di Ponte Galeria, alle porte di Roma.
Abbiamo contestato ai vari sindaci la risposta xenofoba e repressiva delle istituzioni a fenomeni di grave disagio e precarietà, che ha alimentato episodi di razzismo e violenza, opponendo, praticando e sostenendo la cultura della diversità e del rispetto.
Vogliamo affrontare il tema della sicurezza portandolo anche dietro le mura di un carcere o di un CIE. Vogliamo riproporre il tema dei diritti dentro la città e soprattutto nei luoghi dove sembra che rappresentanti dello Stato possano esercitare un diritto di vita e di morte su cittadini italiani e stranieri.
Come le madri argentine di Plaza de Majo, le madri cinesi di Piazza Tien a men e le madri iraniane hanno chiesto giustizia e verità per i loro figli, le Madri per Roma Città Aperta vogliono sostenere e dar voce ad ogni madre che voglia rivendicare la dignità e i diritti dei suoi figli strappati alla vita.
Comitato Madri per Roma Città Aperta
madrixromacittaperta@libero.it
Sabato 14 novembre ad Acrobax (ex Cinodromo)
Ponte Marconi ore 17,30
Incontro con avvocati, operatori del carcere, associazioni
Cena per sostenere la famiglia di Manuel Eliantonio