GIUSTIZIA: SERVE UN A TREGUA

Sul fatto che Berlusconi sia o meno da anni oggetto di un forte attacco da una parte politicizzata della Magistratura credo che ciascuno si sia fatto una propria opinione. Resta ora da vedere se convenga o meno al paese – ed allo stesso Berlusconi – continuare in una rissa quotidiana che rischia di incrinare seriamente i rapporti tra le istituzioni. Occorre smorzare i toni, capire la necessità di darci tutti delle regole. Così per una volta non diamo “colpe” ma constatiamo i fatti: o la Magistratura si rende più autonoma dalla politica e si dà regole di comportamento interno ed esterno di obbiettiva imparzialità o rischia di non essere più credibile e – allo stesso modo – se il Governo e il Parlamento decidono finalmente di varare leggi di riforma sulla carriera dei giudici devono farlo sul serio e non limitarsi a parlarne. Ma la crisi della giustizia italiana non è solo nella sua politicizzazione, ma nella lenta agonia del sistema giudiziario: una giustizia lenta, ferraginosa, forte con i deboli e debole con i forti, con aree del paese dove mancano strutture, cancellieri, mezzi, e soprattutto quando occorrono troppi anni per ottenere giustizia, oppure quando si tutelano più i diritti dei colpevoli che quelli delle vittime. Far funzionare meglio la giustizia italiana è dovere di tutti, con senso di responsabilità e della misura, senza arroccamenti corporativi come invece purtroppo vediamo tutti i giorni

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