dell'On. Manlio Contento (PDL)
Per sapere – premesso che:
il comparto delle imprese di trasporto ha registrato, negli ultimi anni, un costante calo di attività che risulta particolarmente significativo nelle regioni di confine, come il Friuli-Venezia Giulia, dove dalle 3.243 aziende, presenti nel 2000, si è passati a circa 2.500 attuali; le associazioni di categoria hanno attribuito tali conseguenze al minor costo che grava sulle imprese di trasporto estere, in specie di quelle insediate nelle aree geografiche limitrofe, ed hanno ipotizzato un aggravamento della situazione in conseguenza delle misure introdotte, in materia di cabotaggio, dallo scorso 1o maggio quando numerosi altri Paesi europei sono stati ammessi a detto regime nel nostro territorio nazionale; ma anche dal recente decreto del 3 aprile 2009 con cui il Ministero competente ha autorizzato le imprese vettoriali comunitarie ad eseguire, con lo stesso veicolo, fino a due trasporti di cabotaggio successivi ad un trasporto internazionale verso l'Italia con il termine di 7 giorni decorrenti dall'ultima operazione di scarico relativo al trasporto internazionale stesso;
ovviamente, a tali modifiche si accompagnano l'abolizione di alcuni obblighi e l'applicazione delle rispettive normative dei Paesi di provenienza dei veicoli per quanto concerne la massa complessiva a pieno carico;
tra le richieste avanzate dalla categoria per contemperare gli interessi dei trasportatori italiani con quelli delle imprese che operano in regime di cabotaggio, era stata ipotizzata la possibilità di recepire, come in Francia, l'obbligo della domiciliazione fiscale per l'impresa estera ovvero la soglia di un numero massimo di giornate all'anno ai fini dell'esercizio del cabotaggio sull'esempio di quanto accade in altri Stati europei; tra l'altro, il sistema viario nazionale sta registrando un significativo aumento dei mezzi pesanti circolanti con conseguenze negative anche in relazione al tasso di incidenti che si verificano; proprio a questo scopo, sono stati anche richiesti interventi circa l'istituzione di un osservatorio permanente sul cabotaggio stradale, l'utilizzo nelle zone di confine dei centri mobili di revisione, il divieto di cabotaggio combinato (trattore straniero e rimorchio italiano), l'introduzione di «clausole di salvaguardia» nelle zone di confine,
per quali ragioni non sia stato introdotto l'obbligo di domiciliazione fiscale per l'impresa estera operante in regime di cabotaggio in Italia;
se sia possibile introdurre una soglia di un numero massimo di giornate per il ricorso al regime di cabotaggio;
quali iniziative siano comunque ipotizzabili per rispondere alle esigenze evidenziate