4 ottobre 2009: Petra Reski

Petra Reski, autrice di Santa Mafia – Milano, teatro Smeraldo, 4 ottobre 2009

Il 4 ottobre a Milano c'era anche lei, Petra Reski, giornalista e autrice del libro Santa Mafia. Petra è una straordinaria testimone della lotta alle mafie attraverso l'informazione. Vi riporto il testo del suo intervento dal palco del teatro Smeraldo.

Beppe Grillo: “Vi voglio presentare questa signora che ha scritto questo libro su come la ‘ndrangheta e la mafia si stanno inserendo in Germania, dove non hanno assolutamente leggi che la tutelino contro la mafia, leggi sul riciclaggio e si sta impadronendo prima dei ristoranti, delle pizzerie, degli alberghi e delle vie e adesso anche della politica. Petra Reski eccola qua, una signora combattente, una di noi!”

Petra Reski: “Intanto vi ringrazio, perché questo libro non esisterebbe in italiano, se non ci fosse stato il blog di Beppe Grillo. Grazie a questo, la piccola casa editrice l’ha scoperto in rete, mi è successo che questo libro è stato tradotto in italiano: una cosa che vorrei raccontarvi, perché i tedeschi, quando ho presentato questo libro in Germania, hanno detto: “beh, è ovvio che lei non pubblica questo libro in Italia”, io ho detto: “ perché?”, “perché in Italia non c’è libertà e poi lei sarebbe sotto minaccia” etc. etc.. Bisogna dire che sono stata minacciata in Germania, sono stata querelata in Germania e gli unici che mi hanno creduto su quello che è successo sono stati gli italiani.
Volevo dirvi che ho scritto questo libro soprattutto perché sono venti anni che scrivo sulla mafia in Italia, ovviamente: ho cominciato a scrivere sulla mafia in Germania dopo Duisburg, ovviamente, perché volevo scrivere questo libro per fare capire ai tedeschi che cosa è la mafia, perché in Germania, per esempio, tra l’altro c’è la moda di ascoltare la musica della mafia, perché lo trovano divertente, in quanto c’è un produttore molto bravo, vicino alla ‘ndrangheta calabrese che vive a Amburgo ed è riuscito a distribuire questa musica in Germania. Dunque loro ritengono che sia un problema molto folcloristico e allora ho scritto questo libro per fare capire ai tedeschi che non devono stare tranquilli, perché la mafia è già lì da 40 anni, a Duisburg , a Monaco, a Erfurt, a Leipzig , ovunque. E è stata, per me, un’esperienza molto umiliante quella di essere in Tribunale e di essere derisa dal giudice in presenza di queste persone, che figurano in tutti i rapporti della Polizia sia tedesca che italiana. Comunque continuo a ripetere quello che è successo, solo che ho sempre un dubbio: se non c’è un movimento europeo a far capire che la mafia non è solo un problema di alcuni villaggi arretrati del sud dell’Italia, come in Germania tutti credono volentieri a quello che dice Saviano, però finché non ha toccato la Germania, perché in Germania tutti credono, visto che hanno una fiducia cieca nelle leggi e i treni sono sempre in orario, dunque non può succedere quello che succede in Italia.
Sono 20 anni che vivo in Italia e dunque anch’io avevo la tendenza, come tutti gli italiani, ad avere un’idea un po’ romantica della Germania, sempre con queste buone leggi, tutti rispettano le leggi, i treni sono in orario e ho dovuto, purtroppo, correggere un po’ la mia immagine della mia stessa patria, negli ultimi mesi. Spero solo che continuerò a svegliare i tedeschi su questo tema e non solo i tedeschi, perché per fortuna questo libro è uscito anche in altri Paesi come l’Olanda. In Olanda Giovanni Strangio è stato arrestato, per esempio, e non è solo lui, ci sono tante cosche che sono ovunque, in Francia e anche in Portogallo e in Spagna, come sapete. Gli italiani lo sanno, però gli altri.. mi dà fastidio quando mettono il dito contro l’Italia senza guardare che andavano molto bene, questi soldi, alla Germania, dopo la caduta del muro.
Voglio solo ringraziare Beppe Grillo, perché anche per me era una cosa.. quando l’ho conosciuto, la prima volta che ho scritto un articolo su di lui per Die Zeit era una cosa che per me era fuori da quello che avevo visto in Italia prima, perché in Italia bisognava essere sempre o a destra o a sinistra e non c’era neanche un giornalista che fosse in grado di criticare sia la destra che la sinistra. Sono stata contenta di conoscere Beppe Grillo, perché mi ha dato una cosa, un’energia che credo manchi anche in Paesi come la Germania. Grazie a voi!”

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