A L’Aquila c’e’ aria di inciucio

“Non costruiremo nessuna new town ed entro settembre nessuno abitera' piu' in una tenda”. Le riporto “virgolettate” perche' sono dichiarazioni di Berlusconi ripetute decine di volte alle televisioni, ai giornali, ai cittadini.

Siamo al 12 ottbre 2009 e la situazione e' la seguente.

1) Berlusconi non ha costruito una sola “new town”, ma ne ha costruite 19, tanti quanti sono gli insediamenti in cemento armato interessati dal “Piano C.A.S.E.” che hanno deturpato e compromesso per sempre il futuro della Citta’.

2) La settimana prossima migliaia di Aquilani saranno costretti ad uscire dalle tende, non per entrare in una casa, come era stato promesso da Berlusconi, ma per essere trasferiti in alberghi ed in altre localita’ distanti anche 100 km dall’Aquila.

In un paese normale questi fatti, oggettivi ed incontestabili, sarebbero quantomeno raccontati e sottoposti al giudizio dell’opinione pubblica.

In Italia no.

Chi ha deciso per sei mesi, al caldo ed al freddo, di resistere con la famiglia dentro una tenda pur di non abbandonare L’Aquila, nei prossimi giorni sara’ costretto a sloggiare perche’ le case promesse non sono pronte e non sono sufficienti e perche’ le ordinanze per i contributi per le riparazioni delle case lesionate sono state emanate con gravissimo ritardo e con criteri cervellotici, difficilmente applicabili.

Immaginate come puo’ trovarsi chi, facendo affidamento sulle promesse di Berlusconi, dopo aver iscritto a L’Aquila i propri figli a scuola ed aver provato a L’Aquila a riprendere la propria attivita’ lavorativa, si ritrova oggi “deportato” a chilometri di distanza dalla propria Citta’ che non aveva voluto abbandonare neppure per un giorno, continuando a vivere in tenda.

In un paese normale gli amministratori locali costretti in questi mesi a subire tutte le scelte del Governo e privati di ogni potere decisionale sarebbero nelle piazze, insieme ai cittadini ed a tutta l’opposizione, a contestare questo fallimento ed a rivendicare il diritto di decidere del futuro delle loro comunita’.

A L’Aquila no.

A L’Aquila addirittura il Sindaco Cialente del Partito Democratico si e’ fatto “scudo umano di Berlusconi”, assumendo su di se la responsabilita’ delle promesse non mantenute e dei ritardi in una lettera appositamente scritta agli Aquilani che nei prossimi giorni saranno costretti, senza alcun preavviso, ad abbandonare la Citta’.

Ormai si e’ superato il limite della decenza e non e’ piu’ una questione di senso di responsabilita’ istituzionale, come piace ripetere a molti; a l’Aquila c’e’ aria di inciucio!

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