LODO ALFANO, BERLUSCONI BOCCIATO IERI E OGGI

DAL POPOLO IERI (2006) DALLA CORTE COSTITUZIONALE OGGI (2009)

Forse non tutti si ricordano che ne 2006, il governo Berlusconi (2001/2006) emano’ una legge di revisione costituzionale con la solo maggioranza, successivamente a giugno vi fu un referendum e fu respinta dal popolo italiano. La legge prevedeva cambiamenti nell'assetto istituzionale nazionale della seconda parte della Costituzione italiana e nuovi poteri al Capo del Governo

Parlamento (Camere e formazione delle leggi); Presidente della Repubblica; Governo (Consiglio dei Ministri, Pubblica amministrazione) Magistratura (composizione del Consiglio superiore della magistratura); Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato; garanzie costituzionali (composizione e ruolo della Corte costituzionale); revisione della Costituzione (ruolo del Parlamento). La legge di revisione costituzionale, approvata a maggioranza assoluta dei membri del Parlamento, per quanto previsto dall'art. 138 della Costituzione, aveva aperto la possibilità alla richiesta di conferma da parte di uno dei tre soggetti previsti dall'articolo. Tale richiesta è pervenuta da più di un quinto dei membri di una Camera, da più di cinquecentomila elettori, e da più di cinque Consigli regionali.

Questo era il secondo referendum costituzionale sottoposto agli italiani, il primo è del 2001. A differenza dei referendum abrogativi, per i referendum costituzionali non è necessario il raggiungimento di un quorum di votanti. Il popolo tanto caro a Silvio respinse, l’aumento dei poteri del Primo Ministro, con il cosiddetto “Premierato”; questi avrebbe potuto revocare i ministri, dirigere la politica degli stessi non più coordinando l'attività dei ministri ma determinandola; avrebbe potuto sciogliere direttamente la Camera (potere solitamente affidato al Presidente della Repubblica, non esercitabile però incondizionatamente, potendo indire elezioni anticipate – secondo la migliore prassi – solamente ove riscontri l'impossibilità di una qualsiasi maggioranza); secondo i sostenitori del NO, ciò avrebbe aumentato eccessivamente i poteri del Primo Ministro, consentendogli di controllare la Camera, mentre storicamente è stato accettato il concetto secondo il quale dovrebbe essere lui a rendere conto al Parlamento. Inoltre la facoltà di revoca dei ministri, sempre secondo i sostenitori del NO, sarebbe stata puramente teorica in un sistema bipolare multipartitico, in cui l'estromissione di un ministro avrebbe come effetto la fine del sostegno del suo partito alla maggioranza; secondo i sostenitori del SI, la riforma avrebbe reso più incisiva l'azione di governo, dotando di effettivi poteri il premier.

Silvio Berlusconi affermando ancora una volta di avere il consenso del popolo italiano, si comporta come se il referendum popolare e costituzionale del 2006 non ci fosse mai stato. Con il Lodo Alfano andava applicata la stessa regola del 2006, il parlamento avrebbe dovuto indire automaticamente un referendum costituzionale, senza scomodare la Suprema Consulta. Il Premier Italiano dia conto al parlamento e alla Corte e …si dimetta…

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