(…segue) Italiani all’estero in stato confusionale (continua…)

Secondo le improvvide parole del vicepresidente del Com.it.es di Bs. As, Sig. Turtora, il Dr. Darío Signorini non dovrebbe considerarsi italiano per il semplice fatto di non essere nato in terra italiana.

Ritengo che queste dichiarazioni siano state rilasciate facendo finta di non sapere che egli non solo è discendente diretto, ma è cittadino italiano a tutti gli effetti. Però a margine di questa situazione personale del sig. Signorini, io mi domando, in quanto figlia di un padre italiano esemplare e nipote di nonni sia materni che paterni italiani, se posso considerarmi italiana, poiché non posso ancora vantare lÂ’orgoglio di avere la mia cittadinanza, a causa dellÂ’annosa attesa che comporta il riconoscimento della stessa da parte del consolato e inoltre, mi chiedo se per il fatto che ancora non posso contare su questa, non ho diritto di partecipare alla discussione per il benessere di coloro che sono i miei predecessori.

Come discendente di italiani nata in Argentina, è un onore per me difendere la bandiera tricolore e collaborare come giovane in qualsiasi attività, dibattito o incontro che aiuti gli Italiani nati in Italia a migliorare il proprio status in questo paese che insieme abbiamo costruito, perché, oggi, sono quello che sono grazie a i miei predecessori italiani. Per questo mi fa male e mi preoccupa questo fatto di discriminazione, commesso niente meno che dal Vicepresidente del Com.it.es, che come membro di questo organismo dovrebbe rappresentare tutta la comunità senza distinzione tra cittadinanza e nazionalità. EÂ’ evidente che è stata una triste e sfortunata manovra utilizzata per cercare di far tacere chi, onestamente e orgogliosamente, sempre difenderà con grande slancio i diritti degli italiani allÂ’estero, come fa il Dr. Darío Signorini.

Sabrina N. Bártolo

Vice coodinatrice MAIE GIOVANI BAIRES

Según las desafortunadas palabras del vicepresidente del Com.it.es de Bs. As, el Sr. Turtora, el Dr. Darío Signorini no debiera considerarse italiano por el simple hecho de no haber nacido en tierra Italiana.

Supongo que dicha declaración fue hecha desconociendo que el mismo no sólo es descendiente directo, sino que además, cuenta con la ciudadanía de dicho país. Pero al margen de esta situación personal del Dr. Signorini yo me pregunto, como hija de un ejemplar padre italiano y nieta de abuelos tanto maternos como paternos italianos, si debo o no considerarme italiana, ya que aún no puedo contar con el orgullo de tener mi ciudadanía por los años de demora que lleva el Consulado en otorgar la misma y si además, por no contar con ella, no tengo derecho a pelear por el bienestar de quienes fueran mis antecesores.

Como descendiente de italianos nacida en Argentina, es un honor para mí poder defender la bandera tricolor y colaborar como joven en cualquier actividad, debate o encuentro que ayude a que los Italianos nacidos en Italia tengan una mejor estadía en este país que juntos construimos, porque hoy soy quien soy, gracias a mis antepasados italianos.

Por éso me duele y me preocupa este hecho de “discriminación” efectuado nada menos que por el vicepresidente del Com.it.es, quien como miembro de dicho organismo debiera representar a toda la comunidad sin la distinción entre ciudadanía y nacionalidad. Es evidente que fue una triste y desafortunada maniobra utilizada para intentar callar a quien, honesta y orgullosamente, siempre defendiera con gran ímpetu los derechos de los italianos en el exterior, como lo es el Dr. Darío Signorini.

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