Fedi Narducci Micheloni sostegno Dario Franceschini

“La nostra meta non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose.”
[H. Miller]

Noi migranti
Le nostre proposte per gli italiani nel mondo

Siamo democratiche italiane e democratici italiani che vivono al di fuori dei confini nazionali e invitiamo Dario Franceschini, di cui sosteniamo la candidatura alla segreteria del Partito Democratico, a fare suo questo documento, nel quale sintetizziamo idee e proposte che consentano al Partito Democratico di elaborare una concreta politica per e con gli italiani nel mondo, i quali rappresentano una realtà per molti versi ancora nascosta o sconosciuta, le cui potenzialità, a parole spesso evocate, sono nei fatti puntualmente sottovalutate.

www.noipd.com

Un patrimonio per l'Italia
Gli italiani nel mondo sono un patrimonio per l’Italia, un grande patrimonio di valori, d’intelligenze, d'idee, di opportunità e di memoria storica.
Le storie individuali e collettive di coloro che hanno lasciato l’Italia sono impregnate di fatica, lavoro e genio. Esse hanno portato nei nuovi paesi d’insediamento intelligenza, sapere, tecnica e cultura avendo avuto nell’ associazionismo lo strumento principale che ha fatto apprezzare all’estero le nostre caratteristiche di italiane e di italiani. Occorre rilanciare su fondamenta nuove questo spirito associativo, facendolo incontrare ancor di più e meglio con i soggetti sociali e politici, con i movimenti, le istituzioni locali.
Chi vive all’estero, o si trova in mobilità, sa quanto le diverse generazioni di migranti italiani tengano a rilanciare non solo la storia, l’immagine e la credibilità del nostro Paese nel mondo ma anche il suo profondo miglioramento affinché si affermi come un paese moderno, efficiente e socialmente giusto. Chi lavora all’estero è consapevole che la risposta all’attuale crisi economico-finanziaria non sta in chiusure protezionistiche o localistiche ma in un “sistema Italia”, reale e non comodamente enunciato, aperto alle innovazioni tecnologiche e al partenariato con le economie emergenti del pianeta, capace di esercitare un ruolo guida nei processi di sviluppo sostenibile a livello globale.
La posta in gioco è troppo importante per non impegnarsi e per dare un senso alla volontà, alla passione e all’amore che anche all’estero si nutre per le sorti del nostro bel paese.
Siamo di fronte a grandi sfide, ad un mondo in rapidissima trasformazione, che si confronta con forti processi di globalizzazione e con nuovi equilibri geopolitici, con la competizione tecnologica e la distribuzione ineguale dei saperi, con la ricerca di fonti energetiche alternative e i mutamenti climatici del pianeta, con le nuove ondate migratorie dal Sud del mondo e l’emergere di fondamentalismi aggressivi e conservatori che fomentano lo scontro di civiltà, con la difficile universalizzazione dei diritti e le nuove frontiere della bioetica e dell’innovazione tecnologica (dalle nanotecnologie, alla bioinformatica, dai nuovi materiali, all’information communication technology e all’automazione).
Le prospettive di sviluppo di un paese risiedono nella capacità di affrontare questi nuovi temi e di partecipare da attore protagonista ai grandi processi internazionali di innovazione istituzionale, economica, tecnologica, culturale.
Di fronte a queste enormi questioni si rivela decisiva la dimensione internazionale della politica per affrontare all’origine fenomeni sociali, economici e culturali che hanno, appunto, una dimensione globale. Il ripensamento della legislazione sociale della flessibilità e della mobilità professionale, delle politiche riguardanti la riforma della scuola e dell’Università, il finanziamento della ricerca, il rafforzamento delle infrastrutture industriali e agricole, potranno essere pensati e elaborati solo se inscritti nel contesto di rafforzamento della coesione politica, economica e sociale che a partire dall’Europea sociale possa meglio dialogare sui livelli internazionali.
Per queste ragioni il contributo degli italiani nel mondo è fondamentale e va organizzato anche all’estero attraverso i Circoli del PD.

Un grande dipartimento “migrazioni”

La società aperta è, insieme, società della conoscenza e società dell’accoglienza.
Chi vive o risiede all’estero ha vissuto le difficoltà e i drammi dell’emigrazione italiana nel mondo, ma al contempo ha sperimentato anche i frutti positivi dei processi d'integrazione e d'incontro tra culture diverse.
Sia l’emigrazione che l’immigrazione ci parlano di un’umanità in forte mobilità e il nostro Paese deve trovare la forza di avvalersi della grande esperienza migratoria degli italiani per realizzare in Italia una vera politica di integrazione, di rispetto, di reciproca comprensione e di solidarietà, dentro le regole della legalità e dei diritti umani di tutti e da parte di tutti. Le nostre comunità sono sempre di più multietniche e multiculturali, presentano problemi complessi che vanno affrontati con misure efficaci sul piano economico, sociale, culturale e della formazione.
Per queste ragioni il PD dovrebbe dotarsi di un forte dipartimento che si occupi delle problematiche legate alle migrazioni tutte e promuova così politiche attive per gli espatriati.

Il PD degli italiani nel mondo

Un giudizio nettamente negativo si meritano l’atteggiamento e le scelte, compiute dall’attuale Governo nei confronti delle collettività italiane che vivono all’estero. I pesanti tagli di bilancio – soprattutto sui capitoli dell’insegnamento della lingua italiana e dell’assistenza ai connazionali anziani ed indigenti (in particolar modo in Sud America) – e la proposta di ridimensionare pesantemente, al di fuori di un progetto di cui si colgano le finalità, la rete consolare nel mondo, penalizzandone il servizio, sono due esempi della considerazione che l’attuale maggioranza parlamentare ha delle comunità italiane all’estero.
A ciò si aggiunge il fatto che le politiche messe in campo dalla destra nei confronti degli immigrati che entrano nel nostro Paese sono del tutto inadeguate. Le misure adottate rispondono a criteri di propaganda e non di efficacia, vanno ben oltre il legittimo bisogno di sicurezza di tutti, seminano odio e paura alimentando una spirale di incomprensioni che possono facilmente degenerare, e a volte già degenerano, contribuendo così a un clima d’insicurezza generale, proprio nel momento in cui è il nostro Paese ad avere estrema necessità di questa manodopera, nelle famiglie e nelle aziende. Ne deriva che un governo che non vuole attuare politiche di integrazione nei confronti degli immigrati ha la necessità di “dimenticarsi” degli emigrati italiani nel mondo.
Il PD in cui si riconoscono gli italiani nel mondo:
– deve rafforzare il legame con le comunità italiane nel mondo, riconoscendone il valore strategico, attraverso una politica tesa a rafforzare la funzionalità e l’efficienza della rete diplomatico-consolare, a migliorare il livello di tutela dei cittadini italiani per quanto concerne la sicurezza sociale, la sanità, il fisco. In particolare va rilanciata la politica delle Convenzioni bilaterali e il loro coordinamento con i regolamenti europei di sicurezza sociale per coloro che hanno periodi di assicurazione nell’Unione Europea e in Paesi terzi, semplificando e rendendo efficiente il rapporto tra cittadini e pubbliche amministrazioni dello Stato italiano, anche con la progressiva reale informatizzazione delle procedure.
– deve essere un partito europeista impegnato a promuovere, nei vari contesti istituzionali e sociali, la reale affermazione della cittadinanza europea. Al contempo, a livello internazionale, deve contribuire all’affermazione di uno Statuto giuridico del migrante universalmente riconosciuto.
– deve impegnarsi a riformare la legge sulla cittadinanza, affiancando al principio dello jus sanguinis il principio dello jus soli, consentendo ai cittadini nati italiani e ai loro discendenti il riacquisto della cittadinanza italiana.
– deve consolidare i Comites e il CGIE, nella loro funzione di organismi di rappresentanza degli italiani nel mondo, attraverso una loro riforma, che ne ridisegni composizione, modalità di elezione e compiti, al fine di rafforzarne il ruolo politico e l'incisività, in un indispensabile collegamento con la rappresentanza parlamentare.
– deve adoperarsi affinché si proceda e riesaminare tutta la materia pensionistica per gli italiani nel mondo, sostenendo gli strumenti di coordinamento e di conoscenza specifica, rimuovendo gli inconvenienti e le incongruenze che derivano dalle doppie imposizioni, predisponendo riforme strutturali che assicurino certezza del diritto, efficienza e trasparenza al rapporto tra cittadini italiani all’estero e pubbliche amministrazioni.
– deve garantire il pluralismo e la qualità dell’informazione radiotelevisiva, elettronica e su carta stampata, anche per le comunità italiane all’estero, promuovendo riforme sia per l’accesso ai contributi pubblici sia per la crescita qualitativa degli strumenti di informazione per gli italiani nel mondo. Il PD deve impegnarsi per potenziare i segnali di diffusione dei canali televisivi, radiofonici e telematici – valutando anche tutte le opportunità che consentano di eliminare il criptaggio e l’oscuramento di alcuni programmi RAI – per la promozione della cultura italiana nel mondo in un sistema integrato e coordinato con gli enti e le istituzioni a tal fine preposti. In questo ambito, quella che oggi si chiama Rai Italia, a fronte di una funzione chiaramente definita e, per conseguenza, di un palinsesto ragionato e condiviso, deve poter contare su risorse adeguate.
– deve individuare iniziative atte a diffondere all’estero la lingua e la cultura italiana, attraverso la riforma della legge 153/7, con il superamento dell’attuale frammentazione delle politiche in questione e contemporaneamente favorire lo studio e l’analisi dell’emigrazione, delle sue radici storiche e dei suoi sviluppi in termini di identità e di livelli d’integrazione. Si propone in questo ambito la creazione di una Fondazione, Ente o Istituto culturale, che possa ridisegnare e coordinare valorizzandolo – in una proposta innovativa – l’impegno complessivo del nostro Paese nella diffusione della cultura italiana nel mondo. In questo modo si potranno, al contempo, assumere nel nostro Paese politiche di valorizzazione della cultura promossa e prodotta nel mondo dagli italiani che vivono fuori dei confini nazionali.
– deve attivare, favorendone la concertazione e il coordinamento, specifici interventi che stimolino l'imprenditoria italiana a cogliere le opportunità di joint ventures e comunque a migliorare il livello d'investimenti e di esportazioni verso l’estero, creando, nel contempo, opportunità per le imprese straniere che intendano investire e/o esportare in Italia. Il PD deve, altresì, favorire l’assistenza e il sostegno per i processi d'internazionalizzazione delle PMI, creando i presupposti necessari per un’azione univoca e coordinata.
– deve considerare la presenza di ricercatori italiani nel mondo come un ulteriore patrimonio d'intelligenze e professionalità da mettere in rete, da collegare sempre più alla ricerca scientifica e tecnologica svolta in Italia, superando i ritardi storici, sia di organizzazione della ricerca che di finanziamento, oltre alla necessità di misurare merito ed eccellenza. Va superato il divario esistente tra i diversi sistemi scuola/educazione, affinché si creino circuiti virtuosi di effettivo scambio da e per l’estero. La mobilità in uscita deve essere compensata da un’analoga mobilità in ingresso sia negli ambiti più strettamente accademici che nelle strutture di ricerca agendo affinché il nostro Paese, anche in questo ambito, diventi un polo di eccellenza e di attrazione.

Alleato del cittadino

Il 25 ottobre eleggeremo direttamente il segretario del Partito Democratico e contemporaneamente i membri dell’Assemblea nazionale che avranno il compito di definire la proposta politica del PD e la sua configurazione organizzativa. Noi pensiamo che i cittadini e le cittadine che nel mondo si ritrovano nei principi ispiratori, nelle idee e nel progetto di società da costruire proposti dal PD, debbano poter contare su un assetto organizzativo che consenta un legame con tutti i temi della proposta politica del partito e quindi collocato nella “organizzazione” del Partito Democratico.
Un partito aperto, libero e plurale, in grado di parlare agli italiani, anche a quelli all’estero, con le sue proposte e con le sue visioni. Parlare di cose concrete, farsi capire e far capire che il suo alleato è prima di tutto il cittadino.
Un partito fatto da iscritte e da iscritti, radicato e organizzato sul territorio, anche nelle nostre comunità all’estero, dove è possibile sperimentare nuove e innovative forme di partecipazione politica. Un partito che dialoga e agisce con altri soggetti dell’azione civile e politica, a partire da quelli sociali e dell’associazionismo. Un partito che considera parte integrante e irrinunciabile di sé i propri elettori, i quali – come ha detto Franceschini ” non sono estranei, sono parte di noi. Sono quelli che arrivano nelle grandi mobilitazioni civili, che ci sostengono nelle campagne elettorali, che riempiono le piazze e i comitati.”

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