Per la prima volta nella storia della Serbia, due tra i più noti disegni di Michelangelo saranno esposti a Belgrado in occasione di una mostra realizzata dall’Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con la Fondazione Casa Buonarroti di Firenze e organizzata dalla società fiorentina Contemporanea Progetti. “L'eccezionale prestito dei due disegni michelangioleschi e la mostra che lo accompagna – dichiara Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze – sono un segno evidente della volontà di approfondire la conoscenza e la reciprocità dei rapporti culturali tra l'Italia e la
Serbia attraverso l'arte”.
L’esposizione “Michelangelo: il Tondo Doni. Due disegni di Casa Buonarroti” costituirà infatti uno degli eventi principali della stagione autunnale nell’ambito della programmazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado; essa verrà inaugurata alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Serbia Armando Varricchio e del Vice Ministro per il Commercio Estero Adolfo Urso il 24 settembre 2009.
La mostra ospitata nelle sale espositive di Palazzo Italia, sede dell’Istituto, è dedicata alla vita e all’opera di uno dei maggiori geni dell’arte italiana ed in particolare di uno dei suoi più importanti dipinti, il celeberrimo Tondo Doni conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Saranno esposti due disegni preparatori e una fedelissima riproduzione fotografica in scala 1:1 dell’opera.
Due disegni originali, quindi, concessi in prestito da Casa Buonarroti saranno presentati insieme ad un ricco apparato grafico, curato da Contemporanea Progetti, che illustrerà i momenti salienti della vita e le caratteristiche principali dell’arte di Michelangelo, in una sorta di sunto per immagini e contenuti della sua figura di uomo e d’artista. Una serie di pannelli, infatti, guideranno il visitatore alla scoperta di diversi temi che del Buonarroti toccheranno la vita, le tecniche artistiche, in particolare la scultura in marmo, i dipinti, gli affreschi e i disegni, fino a concludersi nell’apice della mostra con la sezione dedicata appunto al Tondo Doni. Michelangelo uomo e mito, Michelangelo scultore, i Capolavori, fungeranno da introduzione al nucleo principale della mostra.
Il Tondo Doni e i disegni
La Sacra Famiglia con San Giovannino detta Tondo Doni è una tavola dipinta a tempera tra la fine del 1503 e il 1506. L’opera fu commissionata a Michelangelo da Agnolo Doni, ricco mercante e mecenate fiorentino, in vista del matrimonio con Maddalena Strozzi, nobildonna fiorentina, celebrato nel 1504. Il dipinto, di formato circolare (molto comune in epoca rinascimentale per opere
destinate, come questa, alla devozione privata) è di una tale originalità e potenza nelle scelte compositive e iconografiche da non avere eguali. In primo piano, scorciata dal basso, è la Sacra Famiglia, monumentale e solida come un blocco di marmo, ma dinamicamente avvolta in un movimento a spirale che trova il suo epicentro nella testa di Maria, arditamente girata all’indietro, verso il Figlio che si muove inquieto, la muscolosa gamba destra sollevata in avanti.
Insieme ad una riproduzione ad alta definizione e a grandezza naturale del dipinto, sono presentati gli studi preparatori alla scena: lo Studio di testa per la Madonna del “Tondo Doni”, uno dei più noti tra i rari disegni di testa di Michelangelo e dei più precoci e lo Studio di gamba per il Bambino.
La Collezione di Disegni di Michelangelo della Casa Buonarroti a Firenze
In un passo famoso della Vita di Michelangelo Giorgio Vasari, a testimonianza del suo desiderio di perfezione, racconta che l’artista, prima di morire a Roma nel 1564, volle bruciare «gran numero di disegni, schizzi e cartoni fatti da man sua, acciò nessuno vedessi le fatiche durate da lui et i modi di tentare l’ingegno suo, per non apparire se non perfetto». Per fortuna, non pochi disegni di Michelangelo erano rimasti a Firenze, alla data della sua morte, e altri ne recuperò a Roma il nipote Leonardo; il quale tuttavia, per esaudire i desideri collezionistici del duca di Toscana Cosimo I dei Medici (1519–1574), gliene donò un buon numero, intorno al 1566, consegnando per di più nelle stesse mani il capolavoro giovanile di Michelangelo, la preziosa tavoletta di marmo con la
Madonna della scala, e quanto si trovava ancora nello studio di via Mozza, che l’artista aveva lasciato trent’anni prima, all’atto del suo trasferimento da Firenze a Roma.
Quando, più di cinquanta anni dopo la morte di Michelangelo, il suo pronipote, Michelangelo Buonarroti il Giovane, allestì soprattutto in memoria del grande antenato una serie di sale nella casa di famiglia, la Madonna della scala e parte dei disegni donati ai Medici gli furono restituiti dal granduca Cosimo II (1590–1621); e intanto il memore pronipote andava recuperando a caro prezzo,
anche sul mercato romano, altri fogli autografi di Michelangelo. Gran parte dei disegni fu allora raccolta in volumi, ma i fogli che sembrarono di maggior bellezza furono incorniciati e appesi alle pareti delle nuove sale.
La raccolta della famiglia Buonarroti era a questo punto la più cospicua collezione di fogli michelangioleschi del mondo; e tale rimane tuttora, con i suoi più che duecento pezzi, nonostante i gravi assalti subiti: impoverita, alla fine del Settecento, da una prima vendita che, ormai esule in Corsica, il rivoluzionario Filippo Buonarroti (1761–1837) fece al pittore e collezionista francese Jean Baptiste Wicar (1762–1834), nell’ottobre del 1858 subì un’altra notevole riduzione, per i fogli venduti al British Museum dal cavalier Michelangelo Buonarroti.
Pochi mesi prima moriva Cosimo Buonarroti (era nato nel 1790), ultimo erede diretto della famiglia, e perciò proprietario anche della parte più consistente delle carte michelangiolesche, compresi i disegni, che lasciò per testamento al godimento pubblico, insieme al palazzo di Via Ghibellina e agli oggetti in esso contenuti. A partire dal 1859, nella Casa Buonarroti divenuta museo, i preziosi disegni rimasero per lunghi anni esposti in cornici e bacheche: e bisognò giungere al 1960 perché potessero essere sottratti a una così irrazionale custodia. Ricoverati al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e ivi restaurati, i disegni ritornarono alla Casa Buonarroti solo nel 1975. Attualmente, in osservanza della normativa di conservazione più aggiornata, vengono presentati in piccoli nuclei, a rotazione, in una sala del Museo appositamente allestita secondo corrette condizioni termoigrometriche e di luce.
Alla realizzazione della mostra ha contribuito Banca Intesa, Belgrado.
Michelangelo: il Tondo Doni. Due disegni di Casa Buonarroti
Belgrado, Istituto Italiano di Cultura
24 settembre – 15 ottobre 2009
inaugurazione 24 settembre (ore 18.30 stampa e VIP, ore 20:00 pubblico)
ingresso libero
contatti:
Aleksandra Bugarinovic informatica.iicbelgrado@esteri.it
comunicazione@contemporaneaprogetti.it
Informazioni Evento:
Data Inizio:24 settembre 2009
Data Fine: 15 ottobre 2009
Luogo: Belgrado, Istituto Italiano di Cultura