Tutto va bene. Tutto va sempre molto bene.

E’ ora di finirla con le notizie buone. Troppe notizie buone non aiutano. E che sta succedendo, vuoi vedere che non dobbiamo preoccuparci più di nulla? Tutto bene, la crisi, il lavoro, i prezzi, gli stipendi, i precari, i terremotati, le famiglie, l’economia. Siamo un popolo di ingrati, di incoscienti, di incontentabili disfattisti, autolesionisti, razzisti, insomma non meritiamo la fortuna che abbiamo.
Finanche le polveri sottili sono a posto, tanto a posto che neanche le misurano più ed allora? Che cerchiamo sporchi stronzi comunisti che peggio non possiamo essere definiti?
E’ venuta l’ora di fare il mea culpa, di ammettere che gli italiani non sono riconoscenti, che almeno un cinquanta per cento di noi vedono fantasmi ovunque. Ci lamentiamo delle fortune, non sappiamo godere delle condizioni privilegiate che ci vengono offerte, chi sa cosa altro di meglio vorremmo.
Tutto va bene, troppo bene e dobbiamo compiacercene. Dobbiamo smetterla con le recriminazioni con le critiche fasulle, con lamentele da gallinelle spennate. Ma è questa una condizione nella quale pascere diventa pericoloso anche perché se perdurasse in eterno, questa povera terra sarebbe il paradiso terrestre e paradiso terrestre non è, lo si sa con certezza. E’ una fase pericolosa perché alle fasi di estremo benessere seguono di solito periodi di grandi difficoltà nei quali possono proliferare scelte estreme. Già si sente nell’aria la “Palumella che zompa e che vola” e che predice sofferenza ed agitazione. “Adda venì” qualcuno strilla.

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