Il XX Settembre sia il giorno dell’Unita’d’Italia!

Festa dell’Unita’ d’Italia, 150 anni il 5 maggio 2010 o 140 il XX Settembre 2010?

Anche se personalmente credo che non si possa parlare di Unita’ d’Italia con lo spauracchio della Padania e l’attacco continuo da parte dei Leghisti alla Fratellanza e violazione della Costituzione Italiana. L’ultimo attacco e’ ad opera del Sindato leghista di Varallo Sesia ( Vercelli) che ha stabilito una multa razziale e anticostituzionale di 500 euro per chi indossa il burchini nelle piscine e lungo fiumi e torrenti del proprio territorio, in violazione dell’articolo 13 della nostra Costituzione, il quale narra, che la liberta’ personale e’ inviolabile e punisce ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizione di liberta’. [Suggeriirei al Premier Itlaliano un decreto per un test di costituzionalita’ obbligatorio a tutti i leghisti con una multa di 1000 euro per coloro che non passassero il test (1000 X 3 milioni) e il ricavato da devolverlo alle regioni sottosviluppate del Sud]. Occorre un intervento imperativo delle Istituzioni Italiane e dare un chiaro messaggio ai leghisti, l’Unita’ d’Italia e la Costituzione nono sacrosanti e inviolabili.

Riferimenti storici sull’ Unita’ d’Italia

La spedizione partì da Quarto il 5 maggio 1860. Garibaldi, sbarcato in Sicilia, piegò subito la resistenza delle male armate truppe borboniche e, in nome di Vittorio Emanuele II, vi proclamò la dittatura. Dopo aver sedato nel sangue un moto contadino contro i proprietari terrieri iniziò la risalita verso Napoli. Garibaldi sbarcò in Calabria in località Rumbolo di Melito di Porto Salvo (19 agosto 1860) che costituisce la parte più a sud dell’Italia continentale. Nelle acque del mar Ionio, antistanti la dimora che scelse per le proprie truppe (oggi denominata Casina dei mille e che al tempo apparteneva ai marchesi Ramirez), era visibile sino a poco tempo fa la nave garibaldina “Torino” arenatasi durante lo sbarco frettoloso delle truppe, avvenuto sotto il fuoco nemico delle navi borboniche e la resistenza di uno sparuto gruppo di fedeli ai borboni prontamente messo a tacere. Nella Casina dei mille Garibaldi dimorò un paio di giorni per far riprendere fiato alle sue truppe, sopportando anche l’attacco delle navi borboniche che non ebbe però alcun esito. Di tale attacco è testimonianza una palla di cannone ancora oggi visibile sul muro di un balcone della casina, mentre lo sbarco di Rumbolo è ricordato da una stele eretta nel punto esatto dello sbarco.

Da Melito di Porto Salvo i mille risalirono attraverso l’Aspromonte sino a Napoli dove entrarono il 7 settembre 1860. Intanto, per paura che Garibaldi potesse giungere a Roma, Cavour inviò truppe piemontesi in Umbria e nelle Marche, occupandole. Le truppe quindi si misero in marcia verso Napoli pronte a scontrarsi con Garibaldi il quale però non era interessato a combattere contro di esse. Questi preferì attendere l’arrivo del re. Nel frattempo nell’Italia meridionale si tennero dei plebisciti per l’annessione al regno sabaudo, che ebbero esito favorevole. Il 26 ottobre 1860, con lo storico incontro di Teano, Garibaldi consegnò a Vittorio Emanuele II tutti i territori da lui liberati. In epoca immediatamente successiva anche le Marche e l’Umbria furono annesse al regno sabaudo per mezzo di plebisciti. L’unificazione nazionale prendeva così corpo, anche se essa non era ancora completa perché il Lazio rimaneva territorio papale e il Veneto era in mano austriaca.

Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II era proclamato re d’Italia. Con lo scoppio della guerra austro-prussiana del 1866, l’Italia si schierò con la Prussia con il premeditato intento di sottrarre il Veneto all’Austria (III Guerra d’Indipendenza). La guerra ebbe esito negativo per l’Italia, ma, grazie alle vittorie prussiane e alla pace di Vienna, il Veneto fu annesso al regno d’Italia Per il completamento del processo d’unificazione mancava soltanto l’annessione dello Stato pontificio, operazione questa di difficile attuazione in quanto Pio IX non era in alcun modo intenzionato a rinunciare al potere temporale. Di fronte a questo rifiuto del papa, Garibaldi e i suoi volontari tentarono per due volte di occupare Roma ma Napoleone III, protettore dello Stato pontificio, glielo impedì. Con la caduta di Napoleone III a seguito della guerra franco-prussiana, truppe italiane guidate dal generale Cadorna entrarono a Roma dopo essersi aperti un varco presso Porta Pia (20 settembre 1870), ponendo fine al potere temporale del papa. Nel luglio 1871 Roma divenne la capitale del regno d’Italia. L’unità d’Italia si era finalmente realizzata.

“Fatta l’Italia bisognava fare gli italiani” Ma di quale Unita’ stiamo parlando?

L’Italia unita nel 1871 era un paese di 22 milioni di abitanti ed era molto arretrata sia socialmente che economicamente, l’80% della popolazione era analfabeta. Oggi l’80% della popolazione in Italia ignora la questione migratoria L’economia si basava ancora sull’agricoltura e vi era un enorme divario tra Nord e Sud che originò la questione meridionale. Questione meridionale che ancora oggi persiste Il nuovo governo, quindi, oltre a risolvere i problemi economici dell’Italia, doveva anche cementare un’identità nazionale ancora inesistente. Oggo i padani ci potrebbero riportare indietro con la storia Questa assenza di identità nazionale si manifestò nell’Italia meridionale con il brigantaggio. Oggi le mafie hanno preso il posto dei briganti. A questi problemi, venne aggiunto una maggiore pressione fiscale del nuovo governo italiano, nei confronti del Sud. Oggi sappiamo dove Bossi ha ipescato la fatitica frase “ Roma Ladrona”. Per la prima volta fu introdotta la leva obbligatoria sconosciuta nell’Italia meridionale borbonica, per questo fu abbastanza facile, per il “Duce dei Mille” in soli cinque mesi invadere e occupare i territori. Dai riferimenti storici possiamo costatare che l’Italia divenne, uno “Stato Unito” solo il XX Settembre 1970 con la presa di Porta Pia e l’anessione dello Stato Pontificio e la fine del potere temporale del Papa. Oggi a distanza di 140/150 anni, il potere dello Stato Pontificio, resta politicamente temporale.

Il XX Settembre sia il giorno dell’Unita’d’Italia da celebrarsi ogni anno sia in Patria che all’Estero.

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