I 18 eletti all'estero
La formula 12+ 6 è quella canonica. Essa rappresenta il numero dei Deputati e Senatori eletti nella Circoscrizione Estero. Questo è l’unico dato certo ed espressamente previsto dagli artt. 56 e 57 della nostra Costituzione. Ora ci piacerebbe conoscere, e non solo a titolo personale, l’effettivo ruolo di questi parlamentari che, di fatto, dovrebbero rappresentare chi li ha eletti. Se il voto oltre frontiera, per il quale ci siamo fortemente impegnati per molti anni, avesse dimostrato d’essere una nuova realtà di tutela per gli italiani nel mondo, allora non ci sarebbero stati problemi. Senza compromessi. Indipendentemente dai risultati elettorali. Oltre i segnali di disponibilità di chi, bontà nostra, si trova in politica da troppi anni per non essere tentato, e questo ci preoccuperebbe, di coinvolgere gli onorevoli venuti da lontano in lotte di partito che non andrebbero, sia chiaro per tutti, ad onorare le speranze e le aspirazioni di chi li ha votati. Da subito, è stato difficile interpretare il loro ruolo in Parlamento. Del resto, né la Maggioranza, né l’Opposizione hanno mai evidenziato linee operative per favorire l’impegno degli eletti oltre i confini d’Italia. Intanto, resta impossibile ipotizzare l’evoluzione di un loro gruppo parlamentare “indipendente”. In pratica non più legato alle tematiche, squisitamente nazionali, che coinvolgono i partiti dei quali, gioco forza, fanno parte gli eletti nella Circoscrizione Estero. Insomma, fare politica non è facile per nessuno e tanto più per chi, vivendo all’estero, si è trovato catapultato nelle aule parlamentari nazionali senza una specifica identità. I Connazionali nel mondo non possono sentirsi oggettivamente rappresentati da chi, in definitiva, non è nelle condizioni di tutelare i loro diritti di “minoranza” elettorale oltre frontiera. Il nostro ragionamento è lineare. Gli italiani all’estero hanno eletto i loro parlamentari. Ma, nel contesto, non è chiaro come loro possano tener conto delle differenti necessità in Patria di chi ne vive lontano. Secondo noi, a conti fatti, il principio di rappresentatività di questi “onorevoli” è assai convenzionale. Gli eletti nella Circoscrizione Estero, facendo parte dei partiti nazionali, non sono nelle condizioni di gestire aspetti normativi che, per obiettività, poco interesserebbero gli altri parlamentari. Le “cordate”, soprattutto quelle politiche, si potrebbero anche modificare; ma il ruolo degli eletti all’estero resterebbe autonomamente impercorribile. Oggi non ci sono altre possibilità. Rammentiamo, però, che gli italiani all’estero non chiedono, e non hanno mai chiesto, la tutela in Patria dei loro interessi, ma pretendono quella dei loro diritti.