CS Schirru – su pensioni di invalidità  Nord e Sud

“La relazione generale sulla situazione economica del Paese per il 2008 presentata dal ministero del Tesoro restituisce un’Italia con due milioni di pensioni di invalidità e, secondo i dati, a Sud il 50% in più di casi rispetto al Nord. Nel condividere in pieno la necessità di maggiori e più efficaci controlli su eventuali frodi, vorrei sottolineare un elemento importante in questa disparità tra i poli del nostro Paese, così amplificata da Governo e media in questi ultimi mesi, in diverse occasioni e su più fronti.

Al Sud, lo ricordo, risiede la maggior parte dei cassa-integrati di più lungo termine, il tasso di povertà e disoccupazione è nettamente superiore rispetto al Nord, il lavoro manca e quotidianamente la crisi miete vittime, in lavoratori e imprese che chiudono. Questo è il terreno fertile sul quale il disagio psico-sociale si innesta, giorno per giorno, portando a lungo andare a situazioni propizie per la malattia e l’invalidità. E a Sud inoltre, ritornano quegli emigrati che, accettando a Nord i lavori usuranti e pericolosi rifiutati dai più, rimangono vittime di incidenti dagli esiti gravi, con conseguenti disabilità e malattie invalidanti. Questo spiega la differenza nei numeri, così amplificata dal Governo: al Sud si è più poveri, più disoccupati, i lavori sono meno sicuri e meno controllati. Il decreto-legge n. 112 del 2008 prevedeva un ingente Piano straordinario di verifica delle invalidità civili, le cui posizioni potenzialmente da verificare erano state stimate – seguendo i criteri espressi dalla citata norma e dal decreto ministeriale 29 gennaio 2009, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 marzo 2009, nonché dalla circolare dell'Inps n. 26 del 23 del 26 febbraio 2009 – in 400.000 unità.

Ora è su questi numeri che vanno intensificati i controlli, puniamo meritatamente chi froda perché non lo fa solo a spese dello Stato ma anche sulla pelle dei veri invalidi. Non deve accadere che, come successo in molte parti d'Italia, nonostante si prevedesse l'esclusione dalle verifica degli affetti da malattie a carattere ingravescente, le ASL e l'Inps abbiano poi convocato anche i soggetti esenti. Il riconoscimento delle invalidità va portato avanti ma non deve aggravare il già lento iter burocratico cui le persone sono sottoposte per il riconoscimento delle stesse: occorre che queste verifiche siano puntuali e che non portino ad ulteriori discriminazioni e mortificazioni per chi già soffre. Compresi i tanti, sempre troppi, invalidi onesti che risiedono nel nostro Meridione.”

Amalia Schirru

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