L’Italia di oggi

di Pasquale Lipardi, Montreal

Le piu’ alte, sofisticate ed avanzate tecniche di promozione e marketing, sono oggi sempre piu’ applicate in tutti i settori per bombardare e plagiare l’opinione pubblica in favore del prodotto che si e’ deciso a lanciare per abbattere e possibilmente annientare nel modo piu’ assoluto il principale prodotto della concorrenza.

In Italia, questa crudele tecnica e’ sempre piu’ spietatamente applicata anche dai due maggiori partiti politici che si possono identificare in « G2 » i cui leaders, con sistemi ai limiti e forse anche un po’ oltre dell’etica della cosa pubblica, si attaccano come cani da illegali battaglie all’ultimo sangue.

Cosi’ vediamo che l’uno cerca, magari con favori ed aiuti dei media stranieri, di scovare e pubblicizzare atteggiamenti o avvenimenti privati del suo antagonista non curandosi della pur minima decenza e con spudoratezza butta quanto piu’ fango possibile sull’immagine del suo avversario politico sperando cosi’ di trarne dei vantaggi per il proprio partito.

L’altro, cerca di mostrare e di cementare la propria potenza ed arroganza nella cosa pubblica non curandosi della pur minima decenza e con spudoratezza sfrutta al massimo, ai limiti e, forse anche oltre gli stessi poteri consentitigli dalla costituzione.

Ed ecco che il popolo italiano succube e vittima della prepotenza del G2 si chiede, esterrefatto e disorientato, cosa si possa fare per uscire da questo impatto.

Ma il popolo italiano, ancora oggi mette sul tavolo delle dispute elettorali quattro tipi di voti che i due maggiori partiti si disputano e si azzannano sempre piu’ affamati di potere e di potenza.

Ma quali sono i voti dati in pasti al G2?

1.- Il voto per convinzione e’ il voto che non cambia mai, cioe’ il voto dei fedeli di un partito e qualunque sia il leader o la resa del partito nella vita politica del paese, il voto non cambia, e’ sempre e comunque dato a favore.

2.- Il voto per contestazione e’ il voto di quelle persone che valutano la propria preferenza politica in base al giudizio che danno sul leader del partito o bocciano l’operato del partito stesso o sono soggetti ad antipatie verso determinati membri di detto partito e quindi, per contestazione, votano per il partito contrario.

3.- Il voto emotivo e’ il voto inverso al voto di contestazione, cioe’ quel voto che viene dato ad un partito non per ideologia politica ma per simpatia verso quei dirigenti del partito stesso o perche’ e’ approvato il suo programma politico e altro fattore, ritenuto positivo, che spinge l’elettore ad abbandonare, temporaneamente, il proprio partito e favorire l’altro.

4.- Il voto passivo o voto per astensione e’ favorire il partito opposto non votando per il proprio partito e, di solito, avviene cio’ quando l’elettore specifico si trova in una posizione mentale di disgusto politico verso il proprio leader ed i suoi collaboratori o l’elettore e’ talmente indeciso che preferisce astenersi. Il voto passivo non avviene mai per la bocciatura di un programma politico, in questo caso avviene il voto di contestazione.

I voti di contestazione, emotivo e passivo che sono definiti voti ballerini, perche’ saltano da un partito all’altro attivamente o passivamente, sono quei voti che, paradossalmente, stabiliscono chi dovra’ governare e quindi sono i veri voti che decidono le sorti della nazione.

Oggi l’equilibrio politico italiano, creatosi dopo le ultime elezioni che pur sembrando abbiano dato delle risposte precise sull’andamento politico sia di chi e’ a governo che di chi e’ all’opposizione, in effetti ha solo dimostrato ancora una volta che a nulla e’ valsa la crudele, costosissima, forsennata e smisurata promozione politica dell’ultima campagna elettorale poiche’ nulla e’ cambiato nella mentalita’, nella ideologia e nella reazione del cittadino italiano.

Per capire meglio l’elettorato italiano, che poi e’ lui a stabilire in realta’ chi andra’ al potere e chi all’opposizione, bisogna dividere la penisola in tre sezioni; infatti, anche se si e’ raggiunta l’unita’ nazionale da 149 anni, l’Italia si e’ sempre distinta, a livello politico, nei tre tronconi storici e cioe’ il Nord, il Centro ed il Sud.

PRIMO TRONCONE IL NORD : , pur sembrando il piu’ solido, il piu’ coerente ed il piu’ forte tanto da stabilire da solo il bene ed il male della nazione, in effetti e’ il piu’ diviso ed estemporaneo; analizzando, in effetti, il nord Italia, vediamo che esso e’ suddiviso in altre tre zone ben distinte e ben lontane politicamente tra loro.

Prima zona nord-ovest. che e’ sempre stata ed e’ ancora una zona fortemente subordinata dalla influenza della famiglia Agnelli che per potenza economica e potenza politica (potenza validamente dimostrata anche durante l'era fascista) ha sempre fatto il bello e cattivo tempo del nord-ovest dell’Italia in particolare.

E’ da sottolineare ancora che la famiglia Agnelli ha sempre avuto, nei confronti dei propri dipendenti, un’atteggiamento possiamo dire monarchico, senza timore di errare; questo, per conseguenze naturali, ha portato l’enorme classe operaia ad una contestazione psicologica e quindi a rifugiarsi nelle braccia tese della CGIL e dei comunisti, oggi la sinistra del PD, a parte i soliti pochissimi estremisti che ancora oggi cercano di creare basi politiche ma che sono sempre e comunque destinate a scomparire in tempi brevissimi.

Seconda zona centro-nord. In questa seconda zona si e’ avuta una osmosi psicologica molto piu’ evidente tra datori di lavoro e classe operaia. Tra imprenditori e dipendenti infatti si e’ formata una vera intesa di partenariato, se cosi’ possiamo chiamarla ed a cio’ ha fatto seguito anche una simile veduta politica delle due parti e ne e’ scaturita un’avanzata omogenea di una politica di centro destra, politica che, almeno nei programmi, mostra di voler tutelare sia la classe imprenditoriale che quella operaia.

Terza zona nord-est. In questa zona ha preso il potere in modo chiaro e deciso la Lega che come partito si pone alla destra ma in effetti e’ solo un partito che rispecchia il moto rivoluzionario di Bossi il quale non essendo riuscito ad ottenere la Padania, cerca di acquisire la piu’ grande indipendenza economica possibile da Roma tirando il collo sempre di piu’ al PDL che non potrebbe governare senza l’appogio della Lega stessa.

SECONDO TRONCONE IL CENTRO : Questo e’ il piu’ omogeneo, compatto e coerente. La sua ideologia di sinistra e’ endemica ed e’ rimasto e credo che restera’ per lungo tempo ancora, fedele ai suoi ideali politici sperando che siano gli altri a cambiare ed abbracciare la loro politica di base fortemente socialista. In questi ultimi tempi, si e’, in effetti, mostrato un certo movimento verso la destra e piu’ precisamente verso la Lega nel nord dell’Emilia-Romagna e verso il centro moderato nelle grandi citta’. Questa nuova tendenze e’ pero’ giustificata dalla immigrazione, se pur bassa, di italiani etnici (immigrati nazionalizzati), da meridionali residenti al centro nonche’ da nuovi piccoli imprenditori che si affidano alla politica di Berlusconi sperando in eventuali vantaggi economici.

TERZO TRONCONE IL SUD : I meridionali si sono sempre identificati in Achille Lauro, loro idolo mito e meta (per i napoletani) e quindi votavano Partito Monarchico per le elezioni locali e si identificavano nel cattolicesimo e quindi votavano DC per le elezioni nazionali. Allo stesso modo i pugliesi, calabresi, lucani e siciliani votavano, per il loro BOSS (se cosi’ possiamo chiamarli) per le locali e per la DC per le politiche. Le regioni dell’Abbruzzo e Molise, pur facenti parte del Regno delle due Sicilie, sono sempre state sotto l’influenza dello Stato della Chiesa. La loro cristianita’ e’ radicata nelle loro radici pertanto non si sono mai staccate dalla DC prima e da FI o PDL oggi; a queste ultime elezioni, si sono notati dei voti di contestazione che hanno favorito I.d.V.

Cambiata la mentalita’ e cultura politica dei campani, pugliesi, calabresi, lucani e siciliani, caduto in modo incisivo l’influenza del cattolicesimo sulla mentalita’ dei cittadini, i meridionali hanno iniziato a giudicare i vari uomini politici e si sono quindi divisi in due fasce, la prima che chiamiamo tranquilla, ha preferito restare legata alle tradizioni e quindi continua a votare, come sempre, una parte sinistra e l’altra il centro destra quindi PDL trasformandosi cosi’ in voti per convinzione.

La seconda fascia dei meridionali, quella che che puo’ essere chiamata fascia ballerina (perche’ appartenente ai tre tipi di voti ballerini), comprende il grosso, la grande maggioranza dei meridionali. Questi sono quegli elettori che hanno perso il loro punto riferimento sia locale che nel cattolicesimo e non si identificano in nessuno dei partiti politici esistenti.

Essi non si fidano del PDL essendo ritenuto il suo leader, Berlusconi, il piu’ furbo dei furbi e quindi non meritevole di fiducia e tanto meno non si riconoscono nel PD poiche’ si sentono limitati nel loro spirito di creativita’ ed intraprendenza.

Risultato, si dibattano tra destra e sinistra con voti cosi’ detti umorali cioe’ variano a seconda della situazione politica temporanea del periodo delle elezioni; se si sentono anche solo in parte piu’ o meno soddisfatti del governo al potere votano per convinzione, altrimenti non hanno difficolta’ o rimorsi a voltare la pagina e dare il voto all’opposizione o astenendosi del tutto (trasformandosi in voti di contestazione o passivi) e sono proprio questi ultimi elettori i veri giudici politici italiani, quelli cioe’ che, di volta in volta, stabiliscono con il loro voto chi deve governare l’Italia e pertanto sono essi che decidono sempre e comunque le sorti del nostro paese.

Da notare che detti voti ballerini, data la forte immigrazione del sud verso il nord, sono presenti sull’intero territorio nazionale ed ad essi, bisogna, oggi, aggiungere i voti degli italiani etnici che si trovano nella stessa situazione psico-politica anche se per diversi logistici motivi.

In conclusione, questo e’ risultato essere lo scacchiere politico italiano dopo le ultime elezione : il G2 (PDL e PD) ed i tre complementari (delle aule) Lega, IDV e UDC.

Nel nord-est dell’Italia vi e’ la Lega che e’ un partito locale ed a se’ stante e finche’ Bossi restera’ nella vita politica attiva, la Lega continuera’ a progredire ma non potra’ andare oltre la propria circoscrizione per logistici e comprensibilissimi motivi quindi non sara’ mai un partito di maggioranza anche se relativa, dovra’ pertanto continuare a vivere cercando di sfruttare al massimo, qualora possibile, la potenzialita’ di chi sara’ al potere.

Il PDL, nella sua organizzazione interna comincia a mostrare falle che lo porteranno sempre piu’ in un disorientamento caotico che si trasformera’, probabilmente, in endemico; questo perche’ le ruggini tra AN e FI non sono mai state limate, tan vero che gli storici di AN cominciano a mostrare pubblicamente prese politiche diverse dagli storici di FI; poi, non meno importante, il chiaro atteggiamento sempre piu’ succube del PDL nei confronti della Lega anche perche’, persa l’alleanza dell’UDC, il PDL non puo’ fare a meno di Bossi per restare al potere; terzo ed ancora fondamentale punto e’ che una gran parte degli eletti del PDL mostra di sentirsi sempre piu’ vittima del temperamento del suo leader e, nelle stesse file del partito, iniziano a fomentare delle prime correnti che vorrebbero staccarsi da questo cordone ombelicare che sentono, di giorno in giorno, sempre piu’ duro e penoso. Addirittura circolano voci molto fondate che sarebbe pronto un golpe all’interno del partito per allontanare Berlusconi e Letta sarebbe il predestinato a prendere le redini del PDL. Ultima, ma forse principale pecca dell’organizzazione del PDL e’ stata la scelta dei candidati alle elezioni politiche del 2008, scelta che e’ stata forse affrettata e poco accorta e troviamo cosi’ qualch esponente, storicamente di sinistra, che si e’ infiltrato tra le fila del PDL per farsi eleggere parlamentare al solo scopo di migliorare la propria posizione sociale.

Il PD e’ ancora errante nel lambirinto politico. Morto e sepolto il partito comunista che e’ sempre stato un partito di dittatura nascosta, gli eredi di Enrico Berlinguer si sono inseriti in un nuovo abito con un distintivo democratico sul petto; ma essi stessi, ancora nella intransigente mentalita’ comunista, non hanno saputo integrarsi con i loro alleati o nuovi adepti del partito, abituati da sempre alle sole contestazioni, non sanno interprerare a pieno la vera democrazia ed ecco che falliscono miseramente ogni qualvolta sono a potere, non sanno attuare la loro opposizione in modo democratico e positivo e si adagiano a fare politica con snervanti e talvolta ridicole polemiche. Oggi piu’ di ieri, il PD non potendo attuare il suo vero programma politico che e’ chiaramente del defunto comunismo e non avendo esperienza storica di quella che’ e’ una vera repubblica democratica, si arrabbatta scopiazzando idee e tracce di programmi di altri partiti mostrando in modo chiaro che e’ ancora ben lontano dall’essere un partito atto a governare un paese.

Cosa avverra’ in un nostro prossimo futuro? Tutto dipende dal G2

Bisognera’ vedere cosa produrranno le prime crepe del PDL, rimagineranno? Si trasformeranno in piaghe cancerogene? Dove andra’ a finire il clientelismo creato dal PDL? Scomparira?, Inghiottera’ il PDL stesso?

Quanto tempo occorrera al PD per dimenticare le sue origini ed integrarsi in una vera vita politica democratica? Ci riuscira’ o perdera’ a poco a poco i suoi sostenitori?

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