Interrogazione parlamentare con richiesta di risposta scritta da parte dell’Onorevole Antonio Razzi a Franco Frattini

Ill.mo Ministro,
già nel corso di una riunione parlamentare con il Sottosegretario On.le Alfredo Mantica alla Camera dei Deputati in data 10.06.2009, erano state prospettate misure, da parte di codesto Ministero, tendenti alla soppressione di diverse sedi consolari italiane all’estero : il tutto nell’ottica delle esigenze di razionalizzazione dei servizi e di risparmio di risorse finanziarie.
Tra le sedi consolari interessate dalla chiusura vi è anche quella di Norimberga, la cui apertura (come Vice Consolato) risale al lontano 1967.
Il Consolato di Norimberga ha giurisdizione su un territorio che si estende per Kmq 23.000 ed assiste una popolazione di quasi 29.000 connazionali residenti (dei quali circa 10.000 abitano nella sola zona di Norimberga Fürth-Erlangen) .

Nella mia veste e qualità di Deputato eletto nella circoscrizione Estero – Europa e come avevo, Signor Ministro, detto e scritto al Sottosegretario On.le Mantica nel corso della richiamata seduta parlamentare, mi trovo concorde nell’adeguare le esigenze di risparmio a condizione che si salvaguardi comunque il diritto dei connazionali italiani residenti all’estero alla fruizione di servizi e di funzioni consolari.
Si rende quindi inevitabile coniugare i due aspetti a cui ho or ora fatto cenno, tenendo primariamente in grande evidenza quella fascia di connazionali deboli (purtroppo sempre più numerosa!) che, vuoi per età e/o per condizioni economiche non abbienti, verrebbero penalizzati dalla programmata soppressione della sede consolare di Norimberga.

Mi sia permesso, Onorevole Ministro, farLe notare che la chiusura del Consolato di Norimberga creerebbe gravi disagi e molte difficoltà a tutta la collettivita’ italiana residente in Franconia, appesantendo la situazione dei rapporti con l’Italia che si ripercuoterebbe negativamente anche sotto il profilo economico – commerciale : per tacere del fatto che i connazionali lì residenti dovrebbero sobbarcarsi oneri di trasferta insopportabili (se si pensa che costoro dovranno, in futuro, recarsi al Consolato Generale d’Italia a Monaco di Baviera, che dista complessivamente circa 800 chilometri (viaggio di andata e di ritorno).
Ben si comprende, Signor Ministro, come i risparmi ottenuti con la chiusura della sede consolare di Norimberga non compenserebbero il danno d’immagine che si arrecherebbe al nostro Paese ; i disagi enormi ai connazionali e, sicuramente, una difficoltà anche sotto il profilo delle relazioni commerciali tra la Franconia e l’Italia.

Proprio su quest’ultimo aspetto, quello delle relazioni commerciali, mi permetto richiamare l’attenzione della S.V. : in ambito europeo, l’Italia è il primo partner della Baviera per le esportazioni ed il secondo partner per le importazioni, dopo la Repubblica l’Austria. Perno di tale ingranaggio è sicuramente la città di Norimberga, seconda – per importanza – nel Land Baviera, dopo Monaco. Grazie alla sua posizione geografica ed alla sua forza economica, Norimberga ha ottenuto ufficialmente – già dal 2005 – il riconoscimento quale Regione Europea Metropolitana.
Il Centro Fiere di Norimberga occupa, per importanza, il settimo posto in Germania (150 milioni di Euro di fatturato per il 2008), addirittura precedendo Stoccarda ; ed è tra i primi 20 a livello mondiale.
L’importanza del polo fieristico di Norimberga, a livello internazionale, è dato dal fatto che il 51% degli espositori proviene dall’estero ; il Centro Fiere occupa pertanto il sesto posto nella scala dei piazzamenti in Europa.
Grazie alla sua posizione geografica strategica (al centro della Germania, nel cuore d’Europa) Norimberga è, già fin dal Medio Evo, il crocevia di grandi arterie di comunicazione e di traffici internazionali, con funzione di “collegamento” anche con i Paesi nuovi membri della UE.
Si riscontra, a Norimberga, un alto numero di espositori fieristici e visitatori italiani (in media 200 per la Fiera del Giocattolo; 300 per il Salone dei Prodotti Biologici, 190 per la Fiera del Marmo e delle Pietre Naturali, 90 per la Fiera delle Bevande, 90 per la Fiera delle Armi e dello Sport, 100 per la Interzoo).
Tale dimensione fa sì che alla città di Norimberga, ed al suo polo fieristico, venga riconosciuto un primario livello e ruolo a livello mondiale ed europeo (ricordo, anche se non in maniera esaustiva, la Fiera del giocattolo ; la Biofach ; la IWA & Outdoor Classics; la Brau-Beviale ; la Stone-Tech ; la Interzoo ; la IKK e la Consumenta).
Il Centro Fiere di Norimberga si estende su una superficie di 160.000 m² e vede, tra i soci istituzionali la presenza paritaria (nel capitale sociale) tanto del Comune di Norimberga quanto del Land Baviera (in misura paritaria del 49,96%).
Dopo gli espositori tedeschi gli italiani costituiscono, per tutte le manifestazioni di rilievo, il secondo gruppo per importanza e presenza, con un numero di visitatori che, nell’anno 2007, ha raggiunto la cifra di 1,24 milioni di presenze.
Per tacere del fatto che le manifestazioni commerciali a Norimberga sono divenute centro di aggregazione e di partecipazione anche per i Paesi dell’Est Europa.
In Franconia sono presenti numerose filiali tedesche di ditte italiane, tra esse la FINSEDA di Neuhaus, sede centrale per la Germania della nota impresa napoletana (D’Amato). Le ditte italiane con sede principale in Franconia sono circa 800 se si considerano anche il settore gastronomico, del design e della moda. Le ditte tedesche con rapporti import-export con l’Italia sono alcune migliaia tra cui la INA-Schaeffler, l’ADIDAS e la PUMA di Herzogenaurach. Le ditte tedesche con filiali in Italia sono 80, tra cui la DATEV di Norimberga, la prima azienda tedesca nel campo del software per scopi contabili.
Date le affinità in alcuni settori produttivi e la vicinanza geografica, da alcuni anni è stato avviato, su iniziativa dell’Assessorato all’Economia del Comune di Norimberga, un proficuo rapporto di collaborazione tra le città di Norimberga e Verona : in tal proposito il Consolato ha contribuito in maniera decisiva alla riuscita degli incontri ed al progressivo sviluppo ed ampliamento delle relazioni in tale ambito.
Analoga progettualità è stata instaurata, dalla locale Camera di Commercio con la città di Trieste : anche su questo progetto si è potuto riscontrare un ruolo significativo del Consolato Generale Italiano.
Questi dati che, Signor Ministro, mi sono permesso riportare nell’interrogazione, hanno carattere esemplificativo : a dimostrazione dell’importanza che una sede consolare italiana in quel di Norimberga continui ad esistere e sussistere : e non è un caso che una recente visita ispettiva del MAE abbia pubblicamente attestato la funzionalità, la efficienza della rete e servizi consolari erogati, per la comunità italiana e non.

Mi rendo conto, Signor Ministro, che sia opportuno e necessario, viste le condizioni di finanza pubblica del nostro Stato e la recente crisi mondiale che ha interessato tutti i Paesi, intervenire sul fronte delle spese, razionalizzandole.
Ciò però non a discapito di un servizio pubblico essenziale per l’italianità all’estero, come è quello reso da una sede consolare : ed è quindi necessario intervenire, qualora si confermasse la chiusura della sede consolare di Norimberga, con una pronta attività sostitutiva, che ipotizzo creando in loco una sede consolare a titolo onorario.

Sono conscio dei limiti normativi che incontra la figura del Console Onorario in termini di funzioni (articoli 45 – 47 & 50 del DPR nr. 18 del 05.01.1967 ordinamento del Ministero degli Esteri ; convenzione di Vienna sulle convenzioni consolari del 24.04.1963 (artt. 5 & 58) ; DPR nr. 200 del 05.01.1967) rispetto alla figura classica, tradizionale, del Console di carriera : pur tuttavia, la presenza sul territorio di Norimberga di una sede consolare onoraria andrebbe sicuramente a vantaggio dei locali connazionali, che vedrebbero risparmiarsi dispendio di energie e di tempo se dovessero invece recarsi, per la fruizione di servizi, presso la sede del Consolato Generale d’Italia di Monaco di Baviera.
Un Consolato onorario assolverebbe a questo compito sostitutivo di raccordo, per quanto attiene ai servizi consolari, tra le legittime esigenze della collettività italiana e la erogazione di servizi consolari.
Con il vantaggio, per lo Stato italiano, di non doversi accollare alcun onere finanziario per il funzionamento della struttura onorifica, esclusivamente a carico della designanda persona (sia esso Agente consolare ; o Viceconsole ; o Console; o Console generale onorario).

La ringrazio, Signor Ministro, per l’attenzione che dedicherà a questa mia interrogazione.

Razzi Onorevole Antonio

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