L’Abbazia florense è stata sequestrata dalla Procura della Repubblica di Cosenza il 4 luglio scorso

L'Abbazia florense, legata al pensiero e all'opera del teologo Gioacchino da Fiore (1135-1202), per il cardinale Carlo Maria Martini «il più grande profeta del secondo millennio», è stata sequestrata dalla Procura della Repubblica di Cosenza il 4 luglio scorso. Le ragioni sono di necessaria e improrogabile tutela. I lavori di restauro del monumento, finanziati dall'Unione europea con 1.490.000 euro e dal Comune di San Giovanni in Fiore (Cosenza) con 260.000 euro (provenienti da prestito bancario), sono fermi, salvo brevi riprese, dal settembre 2007; sospesi, dopo un mese dall'inizio, dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio di Cosenza. Nell'ordine di sospensione, questa soprintendenza ha invitato il sindaco a ricordare ai tecnici incaricati «la delicatezza e l'importanza dei compiti loro affidati». Successivamente, si legge nel decreto di sequestro della Procura, gli organi di controllo dei Beni culturali hanno preteso dai direttori dei lavori una perizia di variante, per causa di criticità strutturali rilevate in una relazione del docente Francesco Bencardino, dell'Università della Calabria. La perizia redatta dai direttori dei lavori è stata bocciata per quattro volte, ha scritto la Procura.
L'appaltatore, Ati Lufraco di Rende (Cosenza) – è scritto nel decreto di sequestro della Procura di Cosenza – più volte ha rappresentato ai direttori dei lavori e al responsabile unico del procedimento (rup) i problemi di stabilità dell'edificio, rimanendo così sollevato da responsabilità. Secondo la magistratura, il rup e direttori dei lavori non si sono attivati per la salvaguardia del monumento. Per tale motivo, sulla base di due sopralluoghi alla presenza di tutti gli interessati – uno della Soprintendenza Bap di Cosenza, l'altro dei carabinieri del Nucleo (di Cosenza) di tutela e conservazione del patrimonio artistico e culturale – li ha iscritti nel registro degli indagati per danneggiamento (in cooperazione) al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale. Le verifiche della soprintendenza e dei militari hanno evidenziato delle lesioni murarie verificatesi durante le opere di restauro. La magistratura ritiene responsabili delle lesioni rup e direttori, e, visto l'iter dei lavori, ha disposto il sequestro dell'Abbazia florense, per la pronta realizzazione delle opere necessarie.
L'intervento della giustizia ha avuto origine da un esposto-denuncia dell'appaltatore, nel quale, in merito all'affidamento degli incarichi di progettazione e direzione dei lavori, si parla dell'attivazione di un presunto «sistema di furberie» presso il municipio di San Giovanni in Fiore. Anche l'Autorità di vigilanza sui Lavori pubblici ha ricevuto lo stesso esposto, inviato alla Direzione regionale dei Beni culturali e al dipartimento Cultura della Regione Calabria. Nello stesso periodo, i deputati Angela Napoli (Pdl) e Franco Laratta (Pd) hanno presentato due interrogazioni parlamentari, sul caso, al ministro dei Beni culturali.
Da tempo, inoltre, l'appaltatore ha avanzato al municipio la richiesta di risoluzione del contratto. La Regione Calabria ha quindi attivato la procedura di sospensione del finanziamento europeo destinato al restauro dell'Abbazia florense.
Questi sono i fatti, molto gravi, che riguardano il restauro di uno dei più importanti monumenti religiosi italiani. Il Comune di San Giovanni in Fiore, che ha ripetutamente parlato di «ingerenze» della soprintendenze, ha nominato un legale per ottenere il dissequestro del monumento e un perito per gli accertamenti tecnici sulla stabilità dell'edificio.
Il laboratorio culturale antimafia “la Voce di Fiore” lancia un appello a tutti i movimenti italiani impegnati per la legalità e la giustizia, per divulgare ovunque questa ennesima vicenda negativa in Calabria e per chiedere al governo, e a tutti gli organi di controllo, l'adozione di ogni misura a salvaguardia dell'Abbazia florense. Ugualmente, ritiene doverosa l'immediata revoca dell'incarico ai direttori dei lavori e al rup, sino a conclusione dei procedimenti giudiziari.
Il Comune di San Giovanni in Fiore ritiene di non doversi determinare in questo senso. Ognuno, in proposito, si faccia il suo giudizio su tale scelta, che “la Voce di Fiore” non può condividere.

Emiliano Morrone, direttore di “la Voce di Fiore”

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