“Oltre ai servizi destinati ai nostri connazionali non sono più garantiti i livelli minimi di funzionamento delle nostre rappresentanze all’estero. Significativo e allarmante il caso dell’Ambasciata italiana in Brasile, ridotta a funzionare a “mezzo servizio”; a rischio l’operazione <
Mentre il Parlamento discute su una possibile risoluzione bi-partizan volta a scongiurare l’annunciato piano di razionalizzazione della rete consolare italiana nel mondo, il Vice Presidente del Comitato per gli italiani all’estero della Camera dei Deputati, On. Fabio Porta, lancia un nuovo grido d’allarme sull’insostenibile situazione di alcune importanti sedi diplomatiche all’estero.
“All’indomani del G8 de L’Aquila, accompagnato da tutta la retorica della quale questo governo é capace, dobbiamo fare i conti con la triste realtà della nostra struttura diplomatico consolare nel mondo”.
Secondo il parlamentare del PD “la nostra Ambasciata italiana in Brasile é costretta a fare lavorare i funzionari ad orario ridotto per risparmiare sulle spese elettriche e telefoniche; il corriere diplomatico che partiva una volta alla settimana, poi un volta al mese, adesso non parte più se non saltuariamente, pregiudicando il rapporto con i Comuni e l’efficacia dell’operazione “task-force” attualmente in corso per ridurre l’accumulo di pratiche giacenti nei Consolati.”
“Si tratta soltanto di un esempio – secondo l’On. Porta – di una realtà ben più vasta e drammaticamente reale; sulla rete dei consoli onorari, possibile supporto in un momento di razionalizzazione, é stato operato un taglio del 50% sui già irrisori fondi a disposizione, mentre il governo continua ad ignorare la richiesta dei patronati di mettere a disposizione gratuitamente la loro capillare rete di servizi sul territorio”.
“Sosterrò con convinzione – conclude il deputato eletto nella Circoscrizione Estero – la risoluzione bi-partizan che ieri abbiamo discusso all’interno del Comitato e che nei prossimi giorni porteremo in Commissione Esteri per fare sentire alta e forte la voce dei nostri rappresentanti in Parlamento (di tutti gli schieramenti politici) contro la riduzione dei servizi consolari e il depotenziamento delle nostre rappresentanze diplomatiche”