EOLICO: QUANDO L’IGNORANZA DIVENTA PREGIUDIZIO

APER respinge al mittente le accuse senza fondamento diffuse oggi da alcune associazioni

che vedono nell’energia dal vento un elemento di devastazione del paesaggio nazionale.

Milano, 15 luglio 2009 – Sono sempre di più i pregiudizi che si accumulano intorno all’energia eolica, accusata immotivatamente di essere il peggior nemico dell’ambiente. E così l’energia prodotta dal vento viene proposta come un danno irreversibile per il paesaggio della nostra bella penisola e uno spreco di denaro pubblico, il tutto per fornire un inutile e trascurabile contributo al mix energetico nazionale. Queste in sostanza le accuse mosse da alcune associazioni pseudo-ambientaliste che dei pregiudizi contro l’eolico hanno fatto una loro incomprensibile ragione di vita.

“Bisognerebbe ricordare a questi signori – commenta Roberto Longo, presidente di APER – che l’eolico da solo produce oltre 6 TWh di energia pulita, apporto che non si può certo definire ininfluente e che, al contrario, riveste un’importanza chiave nel raggiungimento dei livelli minimi di produzione di energia rinnovabile, per soddisfare gli obblighi recentemente imposti dalle direttive comunitarie e come già accade in altri paesi (Spagna, Germania, Danimarca,..) dove l’eolico fornisce già oggi un contributo cospicuo al mix energetico”.

Peraltro, i vantaggi stessi per l’ambiente connessi all’esistenza di questi impianti sono evidenti: l’eolico è una modalità di produrre energia che non emette CO2 né altri agenti inquinanti né scorie e che, grazie all’osservanza di regole ben precise per il corretto inserimento degli impianti nel territorio (finalmente in via di definizione a livello nazionale proprio in queste settimane) ha un impatto tutt’altro che irreversibile sull’ambiente che arricchisce senza danneggiarne l’identità.

Ricordiamo poi come il sistema di incentivazione delle rinnovabili in Italia si basi principalmente sulla remunerazione della quantità di energia effettivamente prodotta dall’impianto, secondo modalità già oggi orientate a sostenerne in maniera mirata, diversificata per fonte, efficace ed efficiente il funzionamento. Da tempo è stato superato il concetto del contributo a fondo perduto che poteva dar adito ad accuse di speculazioni e sprechi di pubbliche risorse.

“A nostro avviso – prosegue Longo – l’unico pericolo per il nostro paesaggio e per il nostro futuro è l’atteggiamento miope e preconcetto di quei soggetti il cui impegno è volto unicamente a creare disinformazione e comitati del no, ostacolando l’utilizzo intelligente delle nostre risorse naturali, accettato e sviluppato ovunque, ma in eterno ritardo da noi.

Solo una domanda sarebbe da fare a questi signori per evidenziare quanto strumentali e senza contenuto siano le loro affermazioni: come pensano di risolvere oggi, nel luglio 2009, ad approvazione già avvenuta del Pacchetto Energia Clima da parte dell’Unione Europea con precisi obiettivi vincolanti per tutti i Paesi al 2020, la questione della sostenibilitá della produzione di energia in Italia senza fare ricorso anche all’importante contributo della fonte eolica?.

E’ giunto il momento – conclude Longo – che il Governo, attraverso i ministeri e le istituzioni preposte, faccia chiarezza una volta per tutte sulla priorità di politiche di sviluppo delle rinnovabili, assumendo una posizione chiara e referenziata per confutare assurde teorie che creano solo ritardi ai progetti e incertezza nello sviluppo di una industria che in altri paesi sta contribuendo alla risoluzione della crisi ambientale ed economica”.

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