I blogger hanno mantenuto una giornata di silenzio per protestare contro le misure contenute nel cosiddetto Disegno di Legge Alfano, mentre i giornalisti hanno rinviato la protesta seguendo il rinvio della discussione dello stesso progetto a dopo le ferie.
L'odierno sciopero della parola è dunque limitato essenzialmente al previsto obbligo di rettifica per chiunque pubblichi contenuti scorretti on-line. Così i blogger e, di conseguenza, moltissimi fornitori di servizi on-line devono tener conto di tre regole: una certa professionalità nel valutare le informazioni pubblicate, correggere quanto pubblicato in caso di contestazione ( di nuovo essendo in grado di valutare la contestazione ), il rischio di forti sanzioni se la rettifica non viene pubblicata entro 48 ore. Tali norme paralizzerebbero la libertà di espressione in rete, rendendo troppo oneroso, rischioso e difficile il mestiere ai blogger e ai gestori di servizi.
I liberali sono fisiologicamente attenti sostenitori della libertà di informazione. Per cui sono a fianco di quelli che si battono perché vi siano leggi per garantirla. E che il Ddl Alfano sia carente sotto questo profilo è dimostrato già dalla pausa di riflessione chiesta dal suo stesso promotore. In particolare , non ha molto senso che il Ddl sia limitato alla giurisdizione italiana, quando internet non ha barriere geografiche ed è agevole spostarsi all'estero per i gestori delle reti .
Le leggi necessarie per garantire la libertà in rete non devono perciò ispirarsi alla volontà di imbrigliare il traffico, una volontà che è culturalmente inaccettabile e insieme tecnicamente un controsenso. Al tempo stesso le leggi devono garantire la libertà di ogni cittadino. Quella dei blogger, senza dubbio, e anche quella degli utenti eventualmente discriminati e colpiti dalla cattiva informazione. Ciascun cittadino deve essere libero di esprimersi, ciascuno cittadino deve essere responsabile di quello che fa e dice.
In prospettiva potrà essere risolutiva la diffusione della firma digitale. Nell'immediato la strada che i liberali ritengono percorribile è quella di non vessare i blogger ma di responsabilizzare fortemente i fornitori – gestori delle piattaforme di informazioni condivise prevedendo un loro intervento a seguito di richiesta di rettifica di quanto pubblicato dal loro utente, senza attendere un ordine dell'autorità competente ( dopotutto sono operatori che, con quelle informazioni, spesso fanno business e pubblicità targhettizzata). Responsabilizzare i fornitori va accompagnato con dar loro il potere di verifica “rafforzata” dell'identità degli utenti che ne utilizzano i servizi. Ad esempio chi si registra e pubblica contenuti dovrebbe fornire copia del documento d'identità o i riferimenti della carta di credito o, ancora, inviare un messaggio di conferma dal telefonino. Una volta identificato dal gestore, l'utente potrebbe comunque scrivere il suo blog sotto pseudonimo. In caso di diffamazione o altri utilizzi illeciti di dati, però, risalire al singolo responsabile sarebbe immediato, per le imprese che gestiscono piattaforme di blogging o social networking.
Per i liberali, la libertà deve vigere sempre e il suo esercizio sempre connesso alla responsabilità.
Fedrazione dei Liberali