“Una proposta la “sua” che aboirebbe i CGIE per poi sostiturli, a questo punto e’ meglio abolire gli eletti all’estero”
Egregio Direttore, potrebbe chiedere all'Onorevole Razzi dove ha preso l'idea della sua proposta per l'abolizione dei CGIE? Alla III Commissione Affari Esteri da febbraio “alberga” gia' una richiesta di provvedimento legislativo idendico al suo Diciamo che anche l'onorevole operaio, “avrebbe” imparato a fare copy, paste e plagio. Io, inviterei l’On Razzi a rileggersi l’articolo 109 del Regolamento della Camera. Nell’articolo pubblicato da aise il 26 mese scorso l’Onorevole primo firmatario con la sottoscrizione d’altri 12 eletti all’estero nel giustificare la “sua” proposta di modifica delle rappresentanze degli italiani all’estero dichiara: ”
“la soppressione del Cgie, il rafforzamento delle funzioni e del ruolo dei Comites, in sinergia con le rappresentanze consolari territoriali nonché l''ufficializzazione e l''istituzionalizzazione di mansioni effettive, nelle materie riguardanti la collettività italiana all''estero, dei parlamentari eletti nella circoscrizione Estero sono – a nostro avviso – le direttrici su cui muoversi, per indirizzare in maniera organica la riforma del sistema della rappresentanza degli italiani all''estero”.
Io capisco che il cittadino comune mortale non mastica molto bene atti., virgole, comme e leggi gia’ in vigore ma non puo’ in nessum modo essere plagiato e minimizzato, pregherei il “signor Razzi di rivedere la sua proposta di riforma. Onorevole cca n’scuni e’ fesso. Lei e i suoi 12 “discepoli” a mio parere nel sostenere che :” in sinergia con le rapprtesentanze consolari e gli eletti all’estero ”, dimostra di non capire un tubo di italiani all’estero , se i Comites restano alle dipendenze dei consolati e della politica non vi sara’ mai un loro rafforzamento , altresi’ la sinergia dovrebbe essere cambiata in una ben distinta collaborazione tra gli enti istituzionali, tenendo fuori gli eletti all’estero e la politica. La invito a rileggere:
Le ricorda qualcosa Onorevole Razzi ?
Nella seduta della Camera di giovedi’ 26 Febbraio corrente mese fu annunciata una petizione di comune necessita’ presentata dal sottoscritto a nome anche del PIE. Detta petizione recante il numero 607 assegnata (come per protocollo) alla III Commissine Affari Esteri, nella quale si chiedeva al parlamento italiano in cinque punti ben redatti di:
(1) Abolizione del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), organismo ormai del tutto pletorico, estremamente costoso e inefficiente. Con questo si intende esercitare un severo controllo sulla correttezza, sull'efficienza e sulla trasparenza delle nostre rappresentanze all'estero (Ambasciate, Consolati, Uffici Commerciali, Istituti di Cultura, Camere di Commercio, ecc). La lotta agli sprechi e ai soprusi andrà a beneficio di tutti gli italiani.
(2) Una riorganizzazione dei vecchi Comites con sistemi elettivi trasparenti sotto il controllo preventivo del dipartimento estero e con la possibilità, una volta alleggeriti dall'elefantismo dei CGIE, di poter incaricare, con nomine ufficiali, delegati governativi che organizzino le operazioni di voto con funzioni ispettive e di controllo. Questi nuovi organismi faranno da strutture locali per le esigenze degli Italiani ivi residenti.
(3) I compiti dei Comites debbono restare ben distinti da quello dei Consolati. I Presidenti dei Comites vanno eletti direttamente e non scelti dai Consiglieri. Il compito del Presidente, sarà quello di coordinatore senza diritto di voto, mentre il potere decisionale resterebbe ai Consiglieri a maggioranza relativa con voto segreto.
(4) Per evitare ulteriori sprechi occorre spostare le sedi e le segreterie nei Consolati. Le riunioni da tenersi negli stessi o negli Istituti di Cultura con dibattiti ed interrogazioni da parte dei partecipanti.. In altre parole, coinvolgere ed invogliare di più’ i cittadini e in primis i giovani. I Presidenti dei Comites avranno il compito di presentare agli eletti all’estero nelle rispettive Circoscrizioni, un’appropriata relazione di proposte e interrogazioni, scaturita dalle riunioni. Almeno fino a termine di legislatura.
(5) Va istituita una Commissione di monitoraggio dei Comites all’interno del Comitato Permanente Italiani all’Estero, sanzionando con dei richiami i Comitati dormenti o poco efficienti, dopo il terzo richiamo prevederne la chiusura.
In conclusione Onorevole Razzi non vorra’ mica presentare una nuova proposta di modifica della Legge Tremaglia? Al riguardo come spunto le consiglierei di rileggersi la petizione n. 514 in I Commissione Affari costituzionali (seduta 19 novembre 2008)
All’abolizione dei CGIE personalmemte preferirei “razionalizzare “ e abolire le circoscrizioni estere di gran lunga piu’ costose e meno efficaci.
Cordialmente Carmine Gonnella da Londra
In calce l’articolo
ASSEGNATA IN COMMISSIONE ESTERI LA PROPOSTA DI LEGGE DELL'ON. RAZZI (IDV) PER ABOLIRE IL CGIE
(26/06/09) ROMA\ aise\ – Nella seduta di ieri alla Camera è stata assegnata alla Commissione Affari Esteri la proposta di legge dell'onorevole Antonio Razzi (Idv) per l'”Abrogazione della legge 6 novembre 1989, n. 368, recante istituzione del Consiglio generale degli italiani all''estero, e disposizioni sull''impiego delle somme già destinate al suo funzionamento”. Il testo, sottoscritto da altri 12 deputati di tutti gli schieramenti, sarà sottoposto ai pareri delle Commissioni Affari Costituzionali, Bilancio, Cultura, Ambiente, Attività produttive, Lavoro e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Nel presentare la proposta di legge ai colleghi, il deputato eletto in Europa ha sostenuto che con l'entrata in vigore della Legge Tremaglia sono i parlamentari eletti all'estero a “rappresentare” i connazionali residenti fuori Italia. “La legge istitutiva del Cgie è anteriore rispetto a quella assegnativa del diritto di voto agli italiani residenti all''estero. Per via della mutata realtà – rileva Razzi – possiamo rilevare essere divenuti del tutto ininfluenti il ruolo e le funzioni del Cgie, che è ormai un organismo da eliminare, mentre, per quanto attiene ai Comites, il loro ruolo e le loro mansioni sono da rivedere”.
Per il deputato, dalle leggi istitutive di Comites e Cgie si nota una “sostanziale identità di compiti e di funzioni”, ma anche “la circostanza che questi due organismi hanno poteri rappresentativi che non esitiamo a definire “minori” rispetto a quelli – “assoluti” – assegnati dalla Costituzione al parlamentare”. Dunque, “Comites e CGIE, allo stato delle cose, sono, nella sostanza, “organismi doppione”: l''utilità pratica del secondo organismo è molto dubbia e il funzionamento è complesso”.
Detto questo, per Razzi provare a riformare il Cgie “non ha senso”: perché da un lato “il Cgie non ha più ragione di esistere, in quanto vero e proprio “doppione” dei Comites” e dall'altro “il suo funzionamento costa, al contribuente italiano, qualcosa come 6 milioni di euro circa all''anno: risorse – rileva Razzi – che possono e che devono invece essere destinate al potenziamento dei compiti e delle funzioni dei Comites e delle strutture consolari allo scopo delegate”.
“Lo spirito che ci deve animare – osserva il parlamentare – è quello dell''assoluta responsabilità nell''ottimizzazione dell''utilizzo dei finanziamenti – sempre più ridotti – a disposizione, evitando inutili sprechi. Abbiamo assistito, in passato, a veri e propri “sperperi” di denaro pubblico a fini clientelari: basti pensare ai circa 6 milioni di euro di contributi destinati, nella passata legislatura, al finanziamento per la “formazione professionale” nel Cantone di Zurigo, mentre sappiamo che questo compito è svolto, per legge, dalle autorità locali (svizzere). Si comprende quindi come, spesso, l''utilità pratica per i nostri connazionali all''estero venga solo pubblicizzata ma sia, invece, di fatto inesistente. I soldi dei contribuenti italiani devono essere utilizzati con oculatezza e non distribuiti a pioggia. Sul punto, pertanto, mi dissocio da auspici provenienti anche da altre forze politiche dell''opposizione”.
“Il Cgie – insiste ancora Razzi – rappresenta un “unicum” ed è, di fatto, un''anomalia tutta italiana nel sistema istituzionale, comunitario e non, e non può certo confortarci, a giustificazione del suo mantenimento, il fatto che altre nazioni guardino con interesse tale struttura, peraltro non imitata”.
Concludendo, Razzi ha sostenuto che “la soppressione del Cgie, il rafforzamento delle funzioni e del ruolo dei Comites, in sinergia con le rappresentanze consolari territoriali nonché l''ufficializzazione e l''istituzionalizzazione di mansioni effettive, nelle materie riguardanti la collettività italiana all''estero, dei parlamentari eletti nella circoscrizione Estero sono – a nostro avviso – le direttrici su cui muoversi, per indirizzare in maniera organica la riforma del sistema della rappresentanza degli italiani all''estero”.
Uno solo l'articolo che compone la proposta di legge.
“Art. 1.
1. La legge 6 novembre 1989, n. 368, è abrogata.
2. Le risorse derivanti dalla soppressione del Consiglio generale degli italiani all''estero (Cgie), conseguente all''abrogazione della legge 6 novembre 1989, n. 368, disposta ai sensi del comma 1 del presente articolo, dono destinate, per l''anno 2009, a un fondo straordinario per la ricostruzione delle infrastrutture danneggiate dal terremoto del 6 aprile 2009 in Abruzzo e per l''aiuto alle popolazioni colpite dal sisma. A decorrere dall''anno 2010, le medesime risorse sono destinate al potenziamento dei compiti e delle funzioni dei Comitati degli italiani all''estero (Comites) e delle strutture consolari allo scopo delegate, da effettuare anche tramite la realizzazione di corsi di formazione, a cura del Ministero degli affari esteri, in favore di giovani italiani residenti all''estero da impiegare presso le citate strutture”. ( pubblicato su aise il 26/06/09)