Sono stati respinti gli emendamenti di cui l’on AMALIA SCHIRRU, PD, era prima firmataria.
Con l’emendamento 9.200 si chiedeva di sostituire ed estendere l'art 9, in cui si parla di misure di informazione e assistenza sociale, con una serie di indicazioni che devono essere date alle autorità pubbliche, affinché per esempio ciascuna di loro, nella propria competenza, adotti intanto un percorso di programmazione, che preveda una serie di cicli di attività formative comuni per offrire (in particolar modo agli operatori, alle forze dell'ordine, agli avvocati, ai giuristi) adeguata accoglienza e sostegno alle vittime.
“Tutto ciò deve avvenire in tutto il territorio nazionale, perché oggi vi è una disparità e una disomogeneità tra le regioni.
Sono urgenti, inoltre, in modo capillare campagne di informazione e di sensibilizzazione che la legge deve prevedere in favore delle vittime di violenza. Infatti, succede che, proprio per mancanza di conoscenza dei propri diritti e dei servizi messi a loro disposizione, le vittime di violenza si rifugiano nella paura e nel silenzio. Invece, c'è bisogno costruire per loro una rete di servizi informativi che siano riconoscibili, consultabili e utilizzabili, in modo da dar loro la possibilità di sapersi muovere in quei percorsi di denuncia e di richiesta di tutela. Il rischio ora è che il provvedimento è stato approvato senza un adeguato approccio unitario e sistemico, con il rischio duplice che le campagne di informazione si perdano in mille rivoli e spot disomogenei, e che tutti i passi avanti fatti nell’attuazione dei servizi di supporto, sia legislativo che socio-assistenziale, non vengano conosciuti e individuati dalle vittime, vanificandone così l’assoluta utilità.”
È stato bocciato anche l’emendamento Schirru 9.201, illustrato in Aula dall'onorevole Codurelli, col quale si chiedeva che il Dipartimento delle pari opportunità, la Presidenza del Consiglio, i Ministeri dell'interno, della giustizia, del lavoro e delle politiche sociali e dell'istruzione lavorassero, di concerto con la Conferenza delle regioni e delle province autonome, per promuovere e favorire procedure ed iniziative omogenee sul territorio.

Ha sostenuto l’on Codurelli: “Per quanto riguarda i servizi per le vittime della violenza, penso ci siano già tutti i presupposti per renderli operativi. Bisogna solo avere la volontà politica e il coraggio per trovare le risorse adeguate. Ecco perché il Dipartimento delle pari opportunità, di concerto con i Ministeri indicati nell'emendamento, è fondamentale che assuma questo impegno, proprio perché non si può discutere una volta l'anno in questo consesso o in altri istituzionali quando si tratta della giornata internazionale contro la violenza delle donne. Come già abbiamo avuto modo di sottolineare in Aula ha e assume un significato culturale diverso se si tratta di un rendiconto dell'impegno dei Governi e del nostro Governo e di tutte le istituzioni nel quadro delle azioni messe in campo con le regioni, le province e comuni. Questi soggetti agiscono anche attraverso operatori pubblici e non, volontari e non, credo però che spetti all'istituzione pubblica raccogliere, sistematizzare e creare moduli operativi e normativi affinché il servizio sia avanzato, continuo ed accessibile alla donna maltrattata e violentata che trova il coraggio, magari con tante difficoltà, di costruire un altro percorso di vita.
Deve avvertire forte che il progetto che la assiste è capace, affidabile ed in grado di tutelare la sua sicurezza, nonché essere presente per il tempo necessario. Ecco perché ritenevamo che l’emendamento fosse indispensabile.”.
Amalia Schirru