Ricostruzione sociale dal basso. Un altro mondo e ancora possibile!
A L'Aquila!
Non ci siamo dimenticati di Genova 2001, delle violenze inaudite e
gratuite, di quei giorni in cui furono sospesi tutti i diritti civili,
dentro e fuori dalle piazze, dentro e fuori dalle caserme, dentro e
fuori dagli ospedali.
Non ci dimentichiamo di Carlo Giuliani.
In quei giorni coloro che si sono autodefiniti “i grandi della
terra”, elaborarono il nuovo credo della globalizzazione liberista
che avrebbe dovuto garantire profitti a quanti avessero saputo
approfittare del nuovo capitalismo transnazionale e della
mondializzazione.
La delocalizzazione delle produzioni ha garantito profitti e
speculazioni sui lavoratori sottopagati, sfruttati e precarizzati.
Welfare e diritti, conquistati in decenni di lotte e mobilitazioni
sono stati smobilitati.
I beni comuni – acqua, cibo, conoscenza, salute – sono stati
mercificati a beneficio dai grandi possessori di capitali mondiali.
Il capitale globale ha proposto di investire i surplus nella finanza,
realizzando denaro dal denaro, e non piu dal lavoro. Ha cosi
costruito una “architettura finanziaria globale” che avrebbe
dovuto consentire, ai governi consapevolmente complici, di armonizzare
ogni situazione di difficolta e di inasprimento delle disuguaglianze
sociali
Rispetto alle “promesse” del G8 di Genova, il bilancio e
impietoso e la parola che risuona in tutto il Pianeta e una soltanto:
crisi.
Questa e la crisi piu grave degli ultimi 80 anni che ha prodotto:
milioni di lavoratori disoccupati,
chiusura di aziende,
ristrutturazioni selvagge,
crescita esponenziale del debito pubblico e diminuzioni del Pil,
impoverimento diffuso delle persone, ovunque,
distruzione dell'ambiente, crisi climatica ed energetica,
l'acuirsi della guerra con politiche di riarmo assurde che
sottraggono fondi ai servizi sociali.
I profitti della globalizzazione hanno incrementato il divario tra
Nord e Sud del Pianeta, consentito speculazioni formidabili
sull'ambiente e sui beni primari (a cominciare dall'acqua), imposto
politiche di privatizzazione generalizzata.
I governi, approfittando del senso di paura e di smarrimento delle
persone puntano a scaricare sui migranti, attraverso misure sempre
piu razziste e xenofobe, il fallimento delle loro politiche.
I profitti della globalizzazione non hanno placato la fame e la sete
nel mondo.
Per la prima volta nella storia dell'umanita, il numero di uomini,
donne e bambini che soffre di malnutrizione ha superato il miliardo.
Dopo essere decresciuta per 30 anni, la fame e tornata
prepotentemente a crescere nel 21° secolo.
La crescita di questo ultimo anno e particolarmente impressionante,
cento milioni in piu nell'arco di dodici mesi. Non si tratta di
cattivi raccolti o di sovrappopolazione, ma della crisi economica, che
ha ridotto le paghe e fatto perdere il lavoro a molti.
La crisi silenziosa della fame, che colpisce un sesto dell'umanita,
pone un serio problema alla pace e alla sicurezza mondiale.
In Africa il 73% delle terre coltivate sono a rischio
desertificazione, e in Italia il 21% del territorio nazionale e
esposto alla stessa sorte (soprattutto Puglia, Basilicata, Calabria,
Sicilia e Sardegna).
Sono circa un miliardo le persone colpite dalla siccita in oltre
cento Paesi nel mondo.
Si calcola che da qui al 2020, oltre 60 milioni di persone potrebbero
migrare dalle zone desertiche dell'Africa sub-sahariana verso il
nord- Africa e l'Europa.
Nel mondo una persona su quattro, 1,6 miliardi di persone, vive
ancora senza accesso all'energia elettrica.
La crisi finanziaria rischia di avere un ulteriore effetto negativo
per i poveri del mondo che non hanno ancora accesso alla luce e
all'energia elettrica oppure che non possono piu permettersi di
pagarla.
Non sono certo i biocarburanti (l'industria dei biocarburanti e la
principale causa dell'aumento dei prezzi dei prodotti agricoli su
scala mondiale) ne il nucleare la soluzione che si sta globalmente
profilando.
L'obiettivo dei G8, come sempre, e quello di rilanciare le politiche
di un liberismo senza regole e che ha gia mostrato gran parte del
proprio fallimento.
Le politiche neoliberiste dei G8 globalizzano la poverta,
distruggono l'ambiente e impongono un nuovo ordine mondiale economico,
politico e militare.
E questa la globalizzazione che contestiamo.
Contestiamo inoltre la scelta di svolgere il G8 a L'Aquila,
territorio terremotato e militarizzato da mesi, in cui sono stati gia
eliminati il diritto di spostamento, di riunione, di informazione, di
gestione del proprio tempo e del proprio spazio anche intimo.
Si sta utilizzando L'Aquila come uno spazio in cui sperimentare un
modello di gestione e di controllo non democratico delle persone e di
superamento dell'autonomia politica delle istituzioni locali.
Facciamo appello alle Associazioni, alle Reti, ai Movimenti, ai
Sindacati, ai Partiti, alle persone e a quanti concordino con queste
considerazioni per promuovere un percorso di Ricostruzione Sociale dal
Basso nei tempi e con le modalita che insieme ci daremo.
Primo appuntamento:
Per noi l'8 luglio 2009 e giornata di mobilitazione
dalle ore 10 alle ore 18 Piazza Castello
davanti a Palazzo Madama a Torino
presidio di informazione e controinformazione a cura dei promotori
alle ore 19 Centro di incontro C.so Belgio 91 – Torino
Cena di autofinanziamento
a cura dell'Associazione Voglia di Futuro
alle ore 21
Centro di incontro C.so Belgio 91 – Torino
incontro pubblico sul tema della crisi economica e finanziaria, del
lavoro, dell'ambiente
Partecipano:
Roberto Burlando, docente di economia politica all'Universita di
Torino
Giorgio Aiuraudo, segretario Fiom CGIL Torino e Piemonte
Davide Franceschin, segreteria CGIL Torino
Giovanni Fabbris, coordinatore nazionale Altragricoltura
Coordina:
Renato Zanoli, Medicina Democratica
Sara presente Giuliano Giuliani, papa di Carlo