LA CRISI NON C’E’ MA I DEBITI E LA PORCELLUM Si’

“La riduzione del PIL e l’’incremento del Deficit Pubblico stanno a dimostrare l’eterna crisi della politica italiana”

Una crisi, si puo’ inventare, nascondere o cammuffare. Quello che sta facendo il Premier Italiano, scongiurando la crisi nel convincere i cittadini che non vl e’ nessuna crisi e che bisognerebbe mettere a tacere chi professa catastofe, mi ricorda un mio carissimo amico che tre anni fa rimasto al verde e pieno di debiti, cambio’ il suo look venderdosi la Mercedes comparandosi una bicicletta, dicendo che aveva aderito al partito dei verdi. Mi auguro che i cittadini italiani non prendessere l’esempio del mio amico, e’ ancora un comunista. Non sia mai! Quello di emarginare o circoscrivere una crisi, fra un anno potrebbe dimostrarsi contro producente e questo governo si troverebbe senza nemmeno i soldi, per compararsi una bicicletta e dovra’ lasciare a piedi. Il PIL da quel po’ che nel mio piccolo ho capito i politici mi corregano se sbaglio e’ il prodotto interno lordo, ovvero le entrare con cui il governo dovrebbe amministrare il paese.

“Buco nero di 160 miliardi d’euro causati da mala amministrazione ed evasione fiscale”

Se le previsioni del Governatore della Banca d’Italia sono verosimile e per la fine dell’anno vi sara’ ancora anche se pur minimo un calo del PIL e un piccolo incremento del Deficit Pubblico, io da cittadino mi chiederei: “ dove andra’ ad attingere il governo per far quadrare i conti?” E’ facile dire al popolo spendere. spendere.spendere, quando invece si dovrebbe dire, produrre,produrre, produrre ma sopratutto, pagare, pagare, pagare le tasse e non sprecare, non sprecare, non sprecare. E’ di pochi giorni fa la notizia della Corte dei Conti, del buco nero di 160 miliardi d’euro causati da mala amministrazione ed evasione fiscale. In decenni si e’ lasciato credere al popolo italiano che in politica e’ possibile avere la moglie ubriaca e la botte piena. A quanto pare, nemmemo le misure severe proposte dal Ministro dell’Amministrazione Pubblica Brunetta, con la lotta ai fannulloni sia servita a molto.

“Legge elettorale”

Il problema non sta nella mala o bene amministrazione ma in un cambiamento radicale della politica, quest’ultima resta ancora la madre di tutti i conflitti d’interessi e il ruolo del legislatore andrebbe ridisegnato alla base, a partire dalla scelta dei giusti candidati nell’ambito dei partiti. I partiti non li fanno i segretari o gli esecutivi ma i delegati e i membri, allora che siano gli stessi a scegliere i candidati ad ogni tornata elettorale, con voto segreto e preferenziale. Da cittadino ed elettore (ammesso e non concesso che un domani dovessi recarmi all’urna) vorrei che il mio voto che tra l’atro mi costerebbe in base alla legge che regola il finanziamento pubblico dei partiti cinque euro, venisse assegnato al candiato da me scelto e non perche’ il capo’ del mio partito sceglierebbe per me. Al mio paese questa si chiama ancora democrazia rappresentativa, Le candidature multiple e di questo se ne parla poco sui giornali ha dimostrato, solo che Silvio Berlusconi, dico Berlusconi perche’ si conoscono i dati alle europeee ha ottenuto a livello nazionale all’incirca 2 milioni di preferenze, su 50 milioni aventi diritto, lontano da quel 61% di consensi di cui professa. Per decenni in Italia e’ venuta meno LA DEMOCRAZIA, mentre in Inglilterra il parlamentare e’ in primis un local MP ( parlamentare collegiale) e poi nazionale, in Italia e’ l’opposto, i 33 deputati eletti in Campania, dico Campania per dire anche Lazio, Calabria ect ect, non hanno mai fatto gli interessi dei propri cittadini ma quelli del partito di appartenenza, altrimenti oggi la Salerno-Reggio Calabria, andrebbe gia’ ad alta velocita’, per dirne solo una. Oggi con la Porcellum, il partitismo si e’ consacrato e il cittadino e’ sempre piu’ solo e orfano di veri rapprentanti. Se per il fascismo il male assoluto furono le leggi razziali (dicono) il male assoluto della nostra pur giovane Repubblica e’ stato la mancanza di una vera e propria legge elettorale che all’attuale deleggittima il parlamento.

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