“Nonostante il Parlamento stia per approvare la ratifica della Convenzione Onu contro la corruzione l'Italia si troverà in gravi difficoltà nell'applicarla” Lo denuncia la sen. Silvia Della Monica ricordando che l'iter del provvedimento “fu avviato dal governo Prodi mentre è stato pesantemente rallentato dal governo Berlusconi”.
“All'inizio della legislatura – ricorda – abbiamo presentato, così come ha fatto l'Idv, un ddl per l'immediata ratifica della Convenzione, ma l'esecutivo ha ignorato questa sollecitazione tentando addirittura di rallentare i lavori nella commissioni competenti. Solo di recente è stato presentato un testo governativo”.
“La convenzione – spiega – rischia di essere depotenziata innanzitutto perché le funzioni di controllo e monitoraggio della corruzione non vengono attribuite ad un'Autorità indipendente ma a una struttura dell'esecutivo. Ma soprattutto perché nell'ordinamento italiano si stanno introducendo norme, come quelle di riforma del processo penale e quelle sulle intercettazioni, che impediscono di fatto di indagare e di perseguire in maniera efficace i reati legati alla corruzione, mentre si continuano a non approvare strumenti utili come quelli sull'autoriciclaggio”.
“Siamo di fronte – conclude Della Monica – ad un comportamento che screditerà l'Italia a livello internazionale. Se, infatti, in passato siamo stati considerati il Paese con l'esperienza di lotta alla corruzione più avanzata, cresciuta grazie all'emergenza “Tangentopoli”, oggi, se passerà questo quadro normativo, ci poniamo come il fanalino di coda, possibile paradiso per i corruttori e i riciclatori di tutta Europa”.